“Non abbiate paura di sporcare le vostre mani per gli altri”. Con queste parole rivolte agli studenti, l’Arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo ha dato inizio al Convegno dal titolo “Ogni uomo è un uomo. La sindrome di Down tra scienza e bioetica”, per l’inaugurazione dell’anno accademico del corso di Laurea in Terapia Occupazionale che fa capo all’Università Cattolica del Policlinico Gemelli di Roma tenutosi presso la Casa di cura “Mons. Luigi Novarese” di Moncrivello, Vercelli, il 14 ottobre.
Durante la celebrazione eucaristica nel Santuario del Trompone di Moncrivello, monsignor Arnolfo nell’omelia, riferendosi alla parabola del Vangelo di Matteo letta durante la funzione, ha invitato gli studenti del corso in terapia occupazionale a far buon uso dei propri talenti: “Costruite qualcosa di bello, qualcosa di grande e la costruzione più bella che farete sarà l’amore che avrete saputo donare nella vostra vita”.
Finita la messa, la dottoressa Renata Spalek, direttrice del corso di laurea, ha dato il benvenuto ai presenti nell’aula magna, mentre don Janusz Malski, moderatore generale dei Silenziosi Operai della Croce, ha rivolto il proprio augurio agli studenti: “il Beato Luigi Novarese diceva che il nostro impegno è di curare la persona nella sua totalità di corpo e anima e di portare speranza”.
Subito dopo, la dottoressa Mara Strazzacappa, medico specializzata di geriatria all’Università del Sacro Cuore, ha introdotto il tema del Convegno facendo vedere un filmato dal titolo “Cara futura mamma”, un messaggio di condivisione e speranza per le mamme che aspettano un bambino affetto dalla sindrome di Down.
Due i relatori che hanno preso la parola: il professor Graziano Onder – geriatra del Policlinico Gemelli – ha sviluppato le problematiche legate alla somiglianza che sono emerse da recenti studi scientifici tra il paziente con sindrome di Down e l’anziano, sottolineando l’importanza dell’assistenza multidimensionale da fornire a questo tipo di pazienti, curandoli nella loro totalità di persona. Paolo Mirabella – professore di teologia e bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – ha invece affrontato il tema: “La famiglia, risorsa nella fragilità”, rimasta oggi, citando il teologo Romano Guardini, “l’ostacolo più forte contro il dissolvimento dell’individuo”.
Da anni Convegno Accademico è un appuntamento consolidato che si inserisce nell’impegno della clinica di mettere in evidenza e discutere temi importanti che riguardano la medicina del nostro tempo.
E’ anche con questi strumenti che i Silenziosi Operai della Croce intendono essere d’aiuto agli ammalati proseguendo il cammino di apostolato iniziato dal loro fondatore, il beato Luigi Novarese, che sottolineò con forza l’efficacia terapeutica della motivazione religiosa nel percorso di guarigione dell’ammalato.
Un cammino che li vede lavorare a fianco di terapisti e medici, prendendosi cura degli infermi attraverso un progetto di medicina che sia sempre più umana, attenta ai valori della persona e della vita, una medicina che sia al servizio dell’uomo e dalla parte di chi soffre.