Domenica 19 aprile, nel Duomo di Torino, è stata scoperta la teca che custodisce la Santa Sindone.
Fino al 24 giugno, nel capoluogo piemontese sono attesi milioni di pellegrini da tutto il mondo per vedere il Sacro Telo e per festeggiare il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco.
Ad un anno esatto dall’Udienza speciale con Papa Francesco in Aula Paolo VI, il Centro Volontari della Sofferenza del Piemonte e della Valle D’Aosta, insieme ai Silenziosi Operai della Croce, hanno organizzato per il 17 maggio il pellegrinaggio a Torino per pregare davanti alla Santa Sindone.
Dopo la visita al Sacro Telo, i pellegrini si raduneranno presso l’Arsenale della Pace del Sermig dove consumeranno il pasto e, dopo un momento di intrattenimento, potranno assistere alla Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.
Il 17 maggio rappresenta una data significativa nella storia delle Associazioni e nella biografia del fondatore, Luigi Novarese. Il 17 maggio 1931 i medici dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure certificano la “completa guarigione” di Monsignore dalla tubercolosi ossea che lo aveva colpito all’età di 9 anni. Il 17 maggio 1943 egli fondò la Lega Sacerdotale Mariana, associazione che aveva lo scopo di venire in aiuto ai preti feriti, infermi o in gravi condizioni economiche a causa della guerra. Quattro anni dopo, 17 maggio 1947 tenne a battesimo il Centro Volontari della Sofferenza, dando l’avvio a un nuovo apostolato fra i malati.

Un po’ di storia.
Con la morte dell’ultimo re d’Italia, Umberto II di Savoia, avvenuta il 18 marzo del 1983, la Sindone è passata per volontà testamentaria in proprietà della Santa Sede. Da allora il Custode per conto del Papa è l’arcivescovo di Torino, dunque oggi monsignor Cesare Nosiglia.
“La Sindone è il Telo che ci mostra in modo autentico e immediato il racconto evangelico della Passione e morte di Gesù Cristo – spiega Nosiglia in un’intervista al quotidiano La Stampa. Se si prende il Vangelo, si legge quello che il Figlio di Dio ha sofferto e patito; ecco, sul Telo sindonico lo si “vede”: i segni della flagellazione, della corona di spine, dei chiodi, della lancia. Questa corrispondenza con il Vangelo è l’aspetto più vero della Sindone, che va al di là dei discorsi scientifici: gli studi sono necessari, ma c’è un piano diverso su cui accostare il Sacro Lino, un piano che penetra nel cuore, va dentro la coscienza”.