«Oggi colmiamo una grave lacuna rendendo il giusto onore a un figlio illustre della nostra città, che ha reso grande il nome di Casale in tutto il mondo». Con queste parole il sindaco Titti Palazzetti, sabato scorso, ha scoperto la targa che dà il nome alla via intitolata al beato Luigi Novarese (1914-1984). La strada parte da via Rita Levi Montalcini, dove sorge il supermercato, e conduce alla salita Sant’Anna in cui si trova la Cascina Serniola, luogo natale di Novarese.
Tante le personalità del territorio che hanno voluto rendere omaggio al beato. «Un uomo che in vita ha fatto tanto per gli altri – ha concluso il sindaco di Casale – fondando associazioni, case di cura, corsi professionali per disabili per combattere la loro emarginazione ed aiutarli a inserirsi nel tessuto sociale, riceve oggi, trent’anni dopo la prima richiesta da parte dei Silenziosi Operai della Croce, un riconoscimento imperituro dalla comunità casalese».
La giornata era iniziata intorno alle 10.30, quando i fedeli, insieme agli aderenti alle associazioni fondate dal beato, il Centro Volontari della Sofferenza e i Silenziosi Operai della Croce, si sono ritrovati presso la chiesa di San Paolo dove il cardinale Giuseppe Versaldi, insieme al cardinale Severino Poletto e al nostro vescovo Alceste Catella, ha presieduto la celebrazione eucaristica. «Novarese ha capito che era necessario prendersi cura della soggettività di ammalati e disabili – ha detto Versaldi nell’omelia – per scardinare il modo abituale con il quale essi pensavano se stessi e la malattia. E questo perché, nella creatura umana, il corpo interagisce con lo spirito. Il corpo ferito, malato, rischia di rinchiudere la persona in un pensiero negativo e rassegnato. Il beato Novarese, facendo tesoro della sua esperienza, ha aiutato i malati a rimettere in movimento la sfera spirituale, attraverso l’incontro personale e interiore con il Cristo risorto».
Casale e Novarese uniti da un legame che non si era mai allentato, nonostante il beato avesse vissuto gran parte della propria vita a Roma a servizio della Santa Sede, prima alla Segreteria di Stato Vaticana, poi alla CEI. «Il nostro Padre fondatore sarà felice di questo grande onore che la sua città natale gli conferisce oggi – ha sottolineato don Janusz Malski, moderatore generale dei Silenziosi Operai della Croce – perché amava la sua terra e non mancava mai di ricordarlo a noi, suoi figli spirituali».