Cari fratelli e sorelle dei Centri Volontari della Sofferenza,

la ricorrenza del 70° di fondazione ci trova uniti nella gratitudine e nella consapevolezza di aver ricevuto un Dono dello Spirito Santo per rendere la Chiesa e il mondo uno spazio accogliente dove anche le persone più fragili abbiano il loro posto e la loro missione.

Siamo grati al beato Luigi Novarese e a Sorelle Elvira Myriam perché hanno accolto per primi questo dono, lo hanno vissuto personalmente e lo hanno condiviso con noi in questa lunga storia associativa.

Mentre ricordiamo con gratitudine il passato, desideriamo anche sporgerci verso il futuro con impegno e speranza. Sappiamo di non essere padroni della storia e che il nostro potere su di essa è profondamente limitato. Tuttavia, nella fede, sappiamo anche che il Signore della storia affida agli uomini i destini di salvezza e che ci coinvolge nel suo prendersi cura dell’umanità. Con le nostre scelte di impegno missionario, deciso e generoso, possiamo davvero contribuire a rendere la storia umana una storia di fraternità e solidarietà.

Prendiamo, dunque, decisamente slancio verso ciò che ci sta davanti, esercitandoci tenacemente nell’arte della profezia della debolezza: capacità di parlare della sofferenza come una scelta per amare di più; capacità di aiutare ogni persona sofferente a fare della sua vita una missione.

“A vent’anni dall’inizio del nostro apostolato, scriveva il Fondatore nel 1965, è facile intravedere il disegno del Signore. Se noi però restiamo semplici spettatori, evidentemente il richiamo della Madonna, purtroppo, rimane privo di efficacia. Per queste ragioni, assieme a Sorella Myriam, mi rivolgo a ciascuno di voi, invitandovi a ringraziare il Signore e a vedere quanto possiamo fare con maggiore dedizione, da oggi in poi, per dare una risposta più fattiva e più concreta alla Madonna. I nostri tempi ci impongono consapevolezza, maturità personale e posizioni precise”. (L’Ancora, maggio 1967, pag. 2-5).

Con l’augurio di crescere nella consapevolezza, nella maturità personale e nell’impegno apostolico, vi saluto affettuosamente da questa terra che si affaccia sul Pacifico, così ricca di povertà e di umanità, che rappresenta per tutti noi un volto inedito e giovane del nostro apostolato; uno stimolo ad esplorare dovunque le vie della missione che si aprono nelle periferie.

Buenaventura, martedì 16 maggio 2017

Angela Petitti