La scienza conferma: la religione aiuta a vivere più a lungo. A dirlo non è un sacerdote o un teologo, ma uno studio scientifico effettuato dai ricercatori della Emory Rollins School of Public Health di Atlanta, Stati Uniti, e pubblicato pochi giorni fa su Plos (Public Library of Science).
“Le persone che partecipano a funzioni religiose sono più protette dal rischio di morte per qualsiasi causa” – spiega lo studio.
I ricercatori hanno reclutato 18.370 statunitensi di età pari o superiore ai 50 anni. I partecipanti allo studio sono stati intervistati nel 2004 e seguiti per dieci anni. “Si è così scoperto che chi aveva frequentato funzioni religiose almeno una volta a settimana – si legge sull’articolo apparso sull’Ansa – aveva un rischio di mortalità inferiore del 40% rispetto a chi non aveva mai partecipato”.
I frequentatori più assidui avevano infatti meno probabilità di fumare o bere alcolici, erano più propensi a effettuare screening sanitari e a fare attività fisica. Non c’erano invece differenze per il tipo di religione seguita. I dati sono stati depurati da fattori ‘confondenti’, in quanto anch’essi associati a un miglior livello di salute, come il reddito elevato e il genere femminile. “La religiosità attiva è un marker che caratterizza una popolazione che ha minor rischio di morte, in virtù di un insieme di fattori protettivi, come migliori stili di vita e maggiore propensione alle relazioni sociali”, spiega all’Ansa Raffaele Antonelli Incalzi, professore di professore di Medicina interna e geriatria presso l’Università Campus Biomedico di Roma e, dal primo gennaio 2018, presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (Sigg). “Lo spirito religioso – prosegue – si associa in genere ad un’attitudine mentale positiva, che ‘protegge’ da malattie che si associano a personalità poco duttili, come ictus o colite ulcerosa. Ed è infine documentato che la religiosità protegge dalla depressione, notoriamente a sua volta associata a malattia e morte”.
Novarese è ancora una volta attuale. Quanti legami possiamo trovare con il suo pensiero? Tantissimi. Monsignore sottolineava con forza l’importanza della dimensione spirituale nella nostra vita intesa anche come sostegno terapeutico, e come aiuto fondamentale nel percorso di guarigione dell’ammalato.