Domenica 1 aprile 2018

Il mattino di Pasqua ci trova alla Grotta, per ascoltare da Maria Immacolata l’annuncio della resurrezione. Dopo il giubilo dell’alleluia della notte, il silenzio dell’alba riconduce a una dimensione personale di accoglienza di vita nuova. Le promesse battesimali della notte devono tradursi in propositi personali e chiedo aiuto a Maria perché mi dia fedeltà e coraggio.

Nella mattinata le famiglie presenti rinnovano le promesse matrimoniali e dopo c’è la festa dei bambini: canti, giochi, racconti e l’uovo di Pasqua di cioccolato che viene distribuito a tutti.

Nel pomeriggio vado ai luoghi di Bernadette, al mulino di Boly, luogo di serenità, e al Cachot luogo di povertà. Da questa povertà, forse addirittura miseria, è partita Bernadette e ha incontrato la Madre di Dio.

Come non pensare che è così che avviene? Quando siamo deboli, poveri e senza mezzi, Dio ci visita e ci mostra un pezzo di cielo,il nostro destino eterno e una felicità che non è di questa terra.

Nel pomeriggio, finalmente la celebrazione eucaristica alla Grotta. Sono rivolte a noi le parole di san Paolo: guardate le cose di lassù, dove si trova Cristo. Così aveva anche detto la Vergine a Bernadette. Ma le cose di lassù sono già dentro di noi; hanno solo bisogno di acquisire spessore esistenziale, ci dice mons. Pacomio.

Dopo la messa, portiamo il nostro cero acceso nel luogo dove resterà ad ardere, mantenendo aperta la nostra preghiera. Poi in processione verso la basilica sotterranea per l’adorazione.

La sera scende dolcemente. Davanti alla Grotta piano piano si accendono le luci. La gente continua a cercare di avvicinarsi alla roccia, a trarre forza da questo contatto. A malincuore mi allontano da questo posto dove cielo e terra si sono incontrati e riconciliarsi.

Sabato 31 marzo 2018

Il sabato santo si apre con la sua bella proposta di giorno di silenzio. Una intuizione liturgica affascinante, con l’indicazione di una attesa vigile e serena del rinnovamento del mondo.
Non è facile stare in silenzio a Lourdes; ormai arriva tanta gente da molte parti del mondo. Ma tuttavia, alla Grotta, sotto la ormai consueta pioggerella mattutina, sono pochi coloro che distano. E così approfitto per chiedere alla Madonna del sabato santo il suo aiuto materno per vivere da Risorto.
La mattinata prevede un incontro fraterno di condivisione di esperienze. Si alternano giovani e adulti per narratrice il loro percorso di fede nella sofferenza, in una convivenza dapprima forzata e inaccettabile, poi piano piano accolta. Si fa vita vissuta nella consapevolezza profonda di quello che si è, nella verità di una fragilità accompagnata da Dio Padre.
Paolo Marchiori  non c’è. La malattia lo ha debilitato, lo costringe in camera, da dove guarda a Maria nella Grotta, attraverso la finestra. Ci fa giungere le sue parole, la sua fede che, invece di perdersi davanti all’immobilità progressiva, diventa la forza coraggiosa di un’esistenza abbandonata.
Come Fausto Gei, nostro fratello Silenzioso Operaio della Croce, che con le parole della sua fede ha commentato ieri la via crucis, e ci ha trasmesso la sua convinzione di una vita piena di senso e di missione.
La pioggia ci sferza a partire dal pomeriggio, ma la sera la luna piena della Pasqua ci accoglie mentre entriamo nella basilica sotterranea per la veglia pasquale.
E finalmente ritroviamo il canto dell’alleluia, sorpresi ancora una volta dal dono della vita che si rinnova, dalla presenza del Risorto che cammina con noi fino alla fine dei tempi.

Venerdì 30 marzo 2018

C’è anche un apostolo in carrozzina, tra le persone designate alla lavanda dei piedi. Forse qualcosa che solo a Lourdes è possibile vedere. E ci ricorda i posti vuoti nelle nostre chiese locali, dove c’è ancora molto cammino da fare per riconoscere agli ammalati missione e dignità.
Nella celebrazione solenne dell’ultima cena accogliamo con umiltà il dono di Cristo di se stesso e comprendiamo che c’è senso nel dire della propria esistenza: questo è il mio corpo, la mia vita per voi, per il mondo.
Dopo ci incamminiamo verso l:altare della reposizione e, a fatica, cerchiamo di fare silenzio per adorare.
Nel pomeriggio la liturgia della Passione. Cristo muore con amore e ci dona sua Madre. Siamo lì anche noi ai piedi della croce e la prendiamo nella nostra casa interiore perché riempia di vangelo la nostra vita. A commento del Vangelo, il vescovo legge la preghiera di Bernadette: donami Signore il pane dell’umiltà, il pane dell’obbedienza, il pane della semplicità.
Dalle 17.30 del venerdì fino alle 17.30 del sabato santo, una donna inizia la preghiera ininterrotta del santo rosario, davanti alla Grotta.
Dalle 20 alle 23 recito la preghiera che Maria ha raccomandato a Bernadette. Cerco di immaginare la piccola veggente al mio fianco, perché mi insegni a pregare con la sua semplicità. Si alternano i misteri: gioia, dolore, luce, morte e resurrezione nella vita di Cristo e di Maria. Così come nella nostra vita.

Giovedì 29 marzo 2018

Gli uccelli si fanno strada dentro la pioggerella che questa notte si è riversata su Lourdes,  ma che presto deve cedere al sole. Il loro canto apre l’alba di questo giovedì santo, solenne e semplice, giorno in cui ci è consegnato il Corpo e il Sangue di Cristo.

Facciamo gli auguri ai sacerdoti presenti nel pellegrinaggio perché oggi è il giorno in cui fanno memoria del dono del sacerdozio e ne rinnovano le promesse.

Ogni gruppo presente, i bambini, i giovani, il gruppo attivo, si ritrovano per i rispettivi incontri e tutti, poi, ci dirigiamo verso la basilica di santa Bernadette per la liturgia penitenziale.

“Abbiamo solo giare vuote. Non abbiamo né acqua né vino”, ci fa recitare una preghiera. Maria sa che questo mondo, senza Dio, non ha più sorgente né senso. Per questo ci indica Gesù che potrà riempirci di gioia.

Nel pomeriggio, la faticosa via crucis dei giovani e Gruppo attivo. È difficile salire sulla montagna sopra la basilica del Rosario da soli; ancora di più lo è portando le persone in carrozzina. Ma il nostro è un cammino che si fa sempre insieme.

Prima di cena ascoltiamo mons. Pacomio che ci introduce nel significato del triduo pasquale.

Ed eccoci pronti a entrare nel mistero della Cena del Signore, nella sua prospettiva di consegna per amore.

Mercoledì 28 marzo 2018

“Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Sembrava rivolta a noi questa domanda dei discepoli, contenuta nel vangelo di questo mercoledì santo, nostro giorno di arrivo a Lourdes.

Mons. Pacomio, che presiede il pellegrinaggio, ce l’ha posta in maniera personalizzata, interrogando ciascuno sui motivi che lo hanno condotto a Lourdes.

Siamo venuti a preparare la Pasqua in questo luogo, sotto lo sguardo di Maria.

Il primo gesto: passare in silenzio dentro la Grotta. Viene fuori la spontaneità della fede: chi bacia la roccia, ci ne raccoglie le gocce che la bagnano, chi la abbraccia, chi piange, chi prega…

Secondo gesto : la celebrazione eucaristica di apertura del pellegrinaggio. Ci viene presentato il tema: Qualsiasi cosa vi dica, fatela, in riferimento alla frase di Maria a Cana. Ci sentiamo anfore vuote, disponibili ad essere riempite di grazia.

Per questo compiamo il terzo gesto importante della giornata: torniamo alla Grotta per la preghiera del Santo Rosario.

E lentamente il cuore ascolta il silenzio della Signora, mentre le labbra le affidano gli affanni e le preoccupazioni.

È sera ormai. C’è pochissima gente alla Grotta. C’è silenzio e pace. E il cuore si rasserena.

Martedì 27 marzo 2018

C’è la stazione, c’è il treno ma i passeggeri sono speciali. Sono in carrozzina, in barella, armati di stampelle e di ausili ortopedici di vario tipo. È il treno del pellegrinaggio a Lourdes, organizzato in collaborazione con il CVS di Brescia. Da 45 anni si va alla Grotta di Massabielle per incontrare la Signora che da quel luogo umile ha parlato all’umanità attraverso Bernadette.

Sono 160 anni che questo santo luogo accoglie i pellegrini, soprattutto quelli malati.

Un pellegrinaggio è una esperienza di fede e ognuno,  nel percorso comune, si inserisce con il suo cammino personale. Ognuno con i suoi punti di arrivo e di ripartenza, con le sue certezze ei suoi dubbi.

Si va per pregare, per svolgere un servizio, per chiedere grazie.

Si va anche per lasciarsi condurre da Bernadette a reimpostare i parametri dell’esistenza, per lavorare sull’essenziale.

In questo pellegrinaggio si va anche per vivere la Settimana Santa in compagnia di Maria.