La malattia può essere vissuta come un’opportunità? La risposta è sì. Sono infatti tantissime le testimonianze e le lettere ricevute dal quotidiano “Corriere della Sera” che ha deciso, da un paio di mesi, di dare vita ad un nuovo progetto al quale è possibile partecipare raccontando la propria storia. L’unica richiesta è quella – si legge sul sito corriere.it – di «essere testimoni del cambiamento, pensare al risvolto positivo e non soltanto alla parte oscura del tunnel che si attraversa o si è attraversato. Cercate di concentrarvi sul cambiamento avvenuto. Perché su un punto possiamo tutti concordare: la malattia ti cambia e niente è più come prima. Non è un’operazione facile per nessuno, ne siamo perfettamente consapevoli. Ma dare voce alle persone malate o ex malate, familiari, amici potrebbe contribuire a un cambiamento di atteggiamento di fronte alle malattie gravi. Per questo il progetto vuole dare valore alle vostre parole: perché voi per primi diventiate testimoni del cambiamento. Potete scrivere alla mail: malattiaopportunita@corriere.it. Scegliete voi stessi come presentarvi: firmandovi con nome e cognome, oppure con le sole iniziali, in forma anonima o con un nome di fantasia. Il blog, ovviamente, segue alcune regole. Le vostre testimonianze saranno prima valutate dagli autori e pubblicate solo se risponderanno ai criteri del progetto Malattia come Opportunità. Non resta che metterci in cammino. Ecco, vorremmo che tutti voi ci accompagnaste».
Da questo concetto è nato il progetto di Antonella Delle Fave, ordinario di Psicologia all’Università Statale di Milano, Giuseppe Masera, medico-pediatra, già direttore della Clinica Pediatrica all’Università Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo di Monza, Alberto Scanni, oncologo, già direttore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Ruggiero Corcella, giornalista esperto di Salute del Corriere della Sera.
Dice Delle Fave sempre al Corriere: «Consideriamo il rovescio della medaglia della malattia, valutata non solo nel suo aspetto negativo ma anche come opportunità di stimolo di aspetti positivi».
Giuseppe Masera, in un articolo sempre sul Corriere, spiega l’importanza della valorizzazione degli aspetti positivi che l’esperienza di malattia può offrire. Parole che toccano da vicino il carisma e il pensiero del nostro Padre e Fondatore, il beato Luigi Novarese.
«Negli ultimi 20-30 anni – scrive Masera – le ricerche nel contesto della psicologia positiva hanno contribuito a superare il modello medico tradizionale impostato solo sulla cura della malattia e sulla rimozione di quanto è patologico, investendo anche nella promozione della salute e delle risorse personali, spesso latenti, che possono essere mobilitate quando la persona affronta una crisi o una patologia. Questo processo comporta lo sviluppo della resilienza e anche della crescita post-traumatica. Chi scrive ha vissuto una lunga esperienza accanto a bambini e ragazzi in cura per leucemia e ha appreso, da centinaia di loro, insegnamenti preziosi, in particolare sulle loro capacità di esprimere energie positive. Analoga esperienza è stata vissuta da altri colleghi studiando altre malattie croniche (emofilia, sclerosi multipla, malattie neuromuscolari). Secondo diversi di noi sarebbe bene promuovere in Medicina, e in Pediatria in particolare, un nuovo paradigma impostato sulla valorizzazione degli aspetti positivi che l’esperienza di malattia può determinare».