Cristiano Pavan nasce alle soglie della primavera, il 14 marzo 1923 a Fara, un piccolo comune a 8 chilometri da Thiene e a 24 da Vicenza.
La famiglia Pavan è di origini contadine con pochi beni materiali da amministrare e con tanti figli da mantenere. E’ gente stimata, dalle salde radici religiose e, da subito, il piccolo Cristiano partecipa attivamente alla vita rustica della campagna, giocando con i suoi fratelli e sorelle, arrampicandosi sugli alberi e correndo attraverso i prati. All’inizio degli anni ’30, il padre di Cristiano – Francesco – è costretto a lasciare l’Italia per emigrare in America alla ricerca di lavoro. Rimasta sola, mamma Tina e figli vengono accolti dai nonni e dagli zii che abitano a Orio al Serio vicino a Bergamo, ed è lì che Cristiano ha la possibilità di continuare a frequentare la scuola. Ma ciò che attende al varco il giovane è un appuntamento inimmaginabile. Una mattina quando la nonna va a svegliarlo lo trova pallidissimo, piangente, dolorante lungo tutta la colonna vertebrale e con la febbre altissima. Sono i prodromi della cecità e di una forma progressiva di paralisi. All’epoca Cristiano aveva 10 anni. Divenuto cieco, paralizzato, la sua casa ambulante sarà una piccola carrozzella e i suoi occhi saranno le tante persone buone e amiche che si presteranno per guidarlo a aiutarlo nelle varie necessità. Ed è attraverso questa dolorosa prova che Cristiano scoprirà quelle ragioni di vita che daranno origine alla sua missione di Volontario della Sofferenza. Inizia a radunare intorno a sé un gruppetto di giovani amici per pregare e recitare la corona del rosario. A poco a poco si aggiungono altre persone, sempre più numerose e intanto Cristiano si impegna ad apprendere la scrittura e l’alfabeto braille per non vedenti.
La vicinanza spirituale del beato Luigi Novarese, gli consentirà di conoscere i fondamentali valori teologici della vera devozione alla Vergine Santa e, la spiritualità mariana, pervaderà tutta la sua vita e il suo fervente apostolato a favore dei sofferenti che porterà avanti, nonostante le oggettive difficoltà, per tutta la vita.
Durante la Quaresima del 1968, le condizioni di salute di Cristiano subiscono un aggravamento ed egli chiede espressamente che gli venga somministrato il sacramento dell’Unzione degli infermi.
Familiari e amici capiscono subito che non si tratta semplicemente di una delle solite crisi ricorrenti ma il preannunzio di un tramonto che si avvicina rapidamente.
All’età di 45 anni, dopo aver convissuto per 35 anni l’handicap della cecità e della paralisi diffusa, carico di meriti per l’offerta quotidiana di tanta preghiera e di una smisurata sofferenza, seminatore di fede e apostolo dei messaggi di Lourdes e di Fatima, Cristiano ritorna presso la Mamma del Cielo.
Accanto a lui, Cirenei preziosi e ricchi di bontà, sono sempre stati i suoi cari fratelli dei Silenziosi Operai della Croce e dei Volontari della Sofferenza e tante anime belle che hanno collaborato con lui.
Cristiano Pavan riposa nella tomba di famiglia nel Cimitero di Thiene, accanto alla mamma Tina, a papà Francesco e al fratello Giovanni.