All’inizio c’è stata la solenne intronizzazione delle stampelle da parte del parroco, don Juan Carlos Munoz (che è anche il Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute) che le ha collocate davanti all’altare principale e davanti al tabernacolo. Poi f. Romolo Sardellini dei Sodc ha spiegato la storia ed i significato delle stampelle, proponendo anche una riflessione: quelle stampelle sintetizzano il pensiero spirituale di Novarese, perché idealmente rappresentano anche i malati o coloro che soffrono per altri motivi, perché questi fratelli, vivendo secondo l’insegnamento del beato fondatore, diventano “stampelle” degli altri fratelli malati o lontani.
Dopo alcune letture e meditazioni, intervallate dai canti liturgici, f. Romolo ha spiegato ai presenti la spiritualità della sofferenza e la metodologia di azione di tutta l’Opera di Novarese; è seguita la recita del Santo Rosario, al termine del quale c’è stato il momento forse più significativo: il Parroco, infatti, ha invitato coloro che avevano qualche grazia da chiedere, affidandola all’intercessione del beato Novarese, a farsi avanti, a sostare di fronte al contenitore delle stampelle, sfiorandolo e rimanendo in piedi lì davanti, in silenzio, fino al termine della propria preghiera, con cuore aperto e pieno di speranza e fiducia. Dopo qualche imbarazzo iniziale, la timidezza è svanita e veramente in molti si sono recati all’urna che contiene le “Stampelle della speranza”.
Un’ultima nota: la celebrazione si è dovuta tenere presso la “Santa Madre di Dio” perché la Cattedrale di Macerata è ancora inagibile dopo il terremoto del 2016. Sarà così anche presso il Santuario del Ss. Crocifisso di Treia (6 ottobre) e nella Concattedrale di Tolentino (13 ottobre). Nel nostro territorio, purtroppo, abbiamo anche queste sofferenze aggiuntive e chiediamo da questa pagina preghiere di intercessione e sostegno.