La croce di Gesù è il luogo in cui, in modo definitivo, si sono manifestate al mondo la giustizia e la misericordia del Padre. La croce mostra, infatti, la gravità del peccato ed è proprio sulla croce che Gesù versa il sangue per la remissione delle colpe.

Un passo della Scrittura dice: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19, 37). Dalla croce ci giunge la più importante lezione di vita: l’amore è più forte della morte.

Non abbiate paura! É risorto!

Non ci schiaccia più la morte. Il saperlo vivo, risorto, fa calare il sipario sulle nostre paure. É il Vangelo della resurrezione che irrora di luce ogni tempo, ogni uomo. Il Signore risorto è la speranza che non viene mai meno, che non delude. A chi chiede ragione della speranza che è in noi, non ci resta che indicare il crocifisso-risorto. Con l’annuncio della Parola, ma soprattutto con la vita.

Abbiamo in noi il germe della resurrezione. Il dolore, il fallimento, non sono l’ultima parola. É la resurrezione la parola definitiva e vera.

Restiamo a volte a lungo sul libro paga di un dolore che ci sembra quasi impossibile che la vita possa fare un versamento a nostro favore. La Pasqua, pèsach, è proprio questo: un passaggio, un salto di vita. La Pasqua, carissimo lettore, non è un’uscita in grande stile. È un grido di vittoria nel bel mezzo di una sconfitta.

Nei momenti di difficoltà, questa consapevolezza, ci rammenta che Dio non ci lascia soli mai. Siamo certi che quando il passo diventa più faticoso, lui ci solleva tra le braccia e ci sussurra “Io ti amo”. Ho mandato mio Figlio perché tu viva. Dio è amore e vuole solo amore; quell’amore del prossimo mediante il quale egli stesso viene amato.

Amatevi ha detto Gesù gli uni gli altri come io vi ho amati. Amatevi! E ce ne indica modo e misura. L’amore fraterno è un’anticipazione di Cielo. Il Cielo comincia qua. L’amore di Dio e del prossimo sono, infatti, indissolubili. Gesù si è fatto dono per amore. Il più grande dono dell’amore è l’amore stesso.

Il Curato d’Ars parlava del “cuore liquido dei santi”: un cuore totalmente disponibile, sempre incline al dono di sé. Un cuore in cui gli altri si trovano come in casa propria e vi scoprono la porta per accedere a Dio. Dio è amore e ama ogni uomo, personalmente e in modo unico. Se comprendiamo questa verità sarà la gioia che porteremo sempre nel cuore e tutto l’universo diverrà più luminoso, più abitabile e più trasparente a Dio.

Tutto in noi sarà nuovo. L’amore per gli altri, in Dio, trasforma la vita e la capacità di amare che diviene più profonda e certamente rinnovata. Come sarebbe bello se iniziassimo a vivere da persone che devono risorgere e non solo morire.  Ci aiuti, allora, il Signore a portare nel mondo e dentro di noi la sua resurrezione. Ci aiuti a comprendere che la Pasqua è l’unica forza della storia perennemente eversiva. Che noi si possa davvero essere segno e strumento del suo amore.

Riconciliamoci con la gioia.

La Pasqua sconfigga il nostro peccato,

frantumi le nostre paure

e ci faccia vedere le tristezze, le malattie,

i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto:

quello del “terzo giorno”

Da quel versante, le croci

sembreranno antenne,

piazzate per farci udire

la musica del cielo.

Le sofferenze del mondo non saranno

per noi i rantoli dell’agonia,

ma i travagli del parto.

E le stigmate lasciate dai chiodi

nelle nostre mani crocifisse,

saranno le feritoie attraverso le quali

scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo

(Don Tonino Bello)

Santa Pasqua di resurrezione a tutti!