Claudia Giustiniani nasce a Roma, nel quartiere della Garbatella il 24 maggio 1915 da Orazio e da Clotilde Giammarioli. Nel 1924, a nove anni, viene colpita da una coxite tubercolare alla gamba destra e viene curata inizialmente presso l’Ospedale Bambino Gesù e successivamente a Santa Marinella.
Claudia trascorre due anni ininterrotti di cure, tiraggi e apparecchi gessati, sempre comunque impossibilitata ad alzarsi dal letto. Dimessa dall’ospedale, dagli 11 ai 20, seppur sempre in modo precario, Claudia riesce a muovere dei passi appoggiandosi sottobraccio a qualcuno. Intanto si dedicava a lavori di ricamo e di cucito.
Anche se apparentemente rimessa, Claudia continua ad avvertire un dolore alla gamba tanto che, nel 1937 fu di nuovo ricoverata e ricominciarono le cure con gli apparecchi gessati. Tali cure gli consentirono di riprendersi un po’ e per cinque anni sembrò tutto risolto. Ma, nel 1944, un altro ricovero presso l’Ospedale San Camillo diede a Claudia una sentenza piuttosto pesante: per lei non c’era più niente da fare, ogni cura sarebbe risultata inutile. Da qual momento, potrà camminare solo con l’ausilio delle stampelle anche perché al male pregresso si era aggiunta anche una distruzione piuttosto grave del collo femorale.
Nel 1950, durante un pellegrinaggio organizzato a Lourdes dall’UNITALSI conosce Mons. Luigi Novarese e il 13 aprile del 1954, assieme ad Angela Negri e Beatrice Galli, entrò nella prima Comunità dei Silenziosi Operai della Croce che si costituì a Re (attualmente Provincia del Verbano-Cusio-Ossola) presso l’Ospizio Barbieri.
In quel periodo, il Beato Novarese desiderava aprire dei laboratori di maglieria in cui poter consentire alle persone disabili di imparare un mestiere e lo fece in base alla risposta affermativa che ne ebbe dalla Provvidenza, alla quale affidava ogni suo progetto: aveva chiesto un “segno” dal cielo e lo ebbe attraverso la guarigione istantanea della sorella Claudia Giustiniani, avvenuta a Re.
Avvenne che, nel 1954, il 16 agosto, mentre il Beato Novarese si trovava a Re con sorella Elvira, Mons. Oscar Zanera, e altri, ebbe luogo la guarigione straordinaria e miracolosa di sorella Claudia. Tale guarigione fu chiesta come fatto chiarificatore se procedere o meno all’apertura dell’apostolato sul piano sociale. Avvenuta tale guarigione ebbe inizio l’attività dei laboratori per persone disabili.
Si può affermare che Claudia abbia vissuto passo passo tutti gli avvenimenti associativi sempre con il suo inimitabile stile sorridente e disponibile, sempre pronta alla battuta classica romanesca, tesa a dissipare ogni possibile contrasto. Colpita da un tumore ha dovuto subire alcuni interventi che non sono stati sufficienti ad arrestare l’avanzata del male, il tutto tra dure sofferenze.
Anche in questi dolorosi momenti però, il comportamento di Claudia è stato esemplare così come il suo impegno di offerta.
Il 10 giugno 2003 Claudia muore a Re. Il Vangelo del giorno della sua morte è quanto mai illuminante per chiarire il suo stile di vita e riguarda l’invito di Gesù divenire “sale che dona sapore” e “luca che illumina”. Questo ha saputo fare con tutte le sue forze Claudia nella sua vita. Ora riposa accanto alla sorella Luisa nel Cimitero di Re, all’ombra di quel Santuario vicino al quale ha speso tanta parte della sua vita.