Domenica 21 gennaio 2024, terza domenica del Tempo Ordinario, chiamata anche domenica della Parola di Dio, durante la preghiera di Angelus, Papa Francesco ha aperto ufficialmente l’Anno della Preghiera, l’anno in preparazione del giubileo 2025.

«Cari fratelli e sorelle, i prossimi mesi ci condurranno all’apertura della Porta Santa, con cui daremo inizio al Giubileo, vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio. Per questo iniziamo oggi l’Anno della Preghiera, cioè un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo», dice il Santo Padre Francesco.

Infatti, essendo Chiesa sinodale, cioè una assemblea che cammina insieme, in ascolto al Magistero della Chiesa, vogliamo vedere in queste linee il valore e l’importanza della preghiera nella vita di nostro padre Fondatore, il Beato Luigi Novarese. In altre parole, quale è l’impronta della preghiera nella vita del Beato Luigi Novarese?

Guardando da vicino la spiritualità di Luigi Novarese, possiamo intravedere che non era solo «apostolo dei malati», ma era uomo di preghiera, la quale costituisce il fondamento della sua missione di evangelizzazione tra i malati. Allora ci chiediamo come o da dove è nato il suo amore per la preghiera?

Il Beato Luigi Novarese, fin da piccolo e prima della malattia aveva il gusto della preghiera a lui insegnata dalla sua carissima mamma Teresa. Proprio da lei, ha saputo capire la forza e l’importanza della preghiera. Per questo, durante la sua malattia, dopo tante visite e esperienze (che non hanno dato l’esito aspettato) negli ospedali e sanatori, ha chiesto per scritto a don Filippo Rinaldi, successore di San Giovanni Bosco, rettore dei salesiani, una novena di preghiera per la sua guarigione. E lui stesso era unito a questa preghiera richiesta, e per la misericordia di Dio è guarito nel mese di maggio, mese dedicato alla Madonna. Secondo lui, la preghiera fatta con fede, apre il cuore di Dio e fa scendere le grazie. E cosi, tutta la sua vita, era plasmata dalla preghiera. La sua esistenza era fondamentalmente una imitazione di Cristo, Che si alzava presto la mattina e pregava. Spesso prima di prendere alcune decisioni importanti, Gesù si metteva in preghiera e pregava tutta la notte come dice espressamente San Luca: «Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio» (Lc 6,12).

Ad imitazione dei grandi maestri della preghiera come per esempio Sant’ Agostino che diceva: «Che lo sappiamo o no, la preghiera è l’incontro tra la sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di Lui», e santa Teresa di Gesù Bambino aggiunge che la preghiera: «è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia. Insomma è qualcosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù», per Novarese «La preghiera è l’ossigeno per la vita spirituale, è la realizzazione di un incontro con il Signore, indispensabile per ottenere luce e forza onde vivere la nostra testimonianza». Infatti senza stancarsi, egli ripeteva: «La preghiera è una vera e personale attività insostituibile: è il riconoscere che da soli nulla possiamo; è allacciare il dialogo con Dio, è penetrare nel Cielo e parlare dinanzi alla Corte celeste, con Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo; è riconoscere in una parola che siamo creature elevate alla dignità di figli di Dio, che trattano col Padre gli interessi dell’intera famiglia umana». Per lui, la missione evangelizzatrice non darà frutto se tralasciamo la preghiera. «La nostra attività non avrà frutti se non ci sarà l’incremento della preghiera. La nostra vita spirituale non darà frutti se non ci sarà l’aiuto della preghiera» dice Novarese. Per Mons. Novarese, e per tanti santi nella Chiesa, la preghiera è una chiave che apre tutte le porte. Per questo Novarese insisteva quotidianamente nelle sue meditazioni che: «la preghiera deve precedere ogni vostra azione». L’esperienza quotidiana ci testimonia che, contando sulle nostre proprie forze, non possiamo fare nulla, ma se affidassimo tutto a Dio attraverso la preghiera, la nostra vita sarebbe fiorente e raggiante. È opportuno ricordare questa testimonianza:

«“Ricordo la pioggia di quel giorno”, raccontava don Remigio. “Incredibile: l’ultimo tratto di strada si dovette fare a piedi perché c’era stata una frana ma, arrivati al pianoro, si presentò davanti a noi uno scenario straordinario. Al lato destro erano sistemati gli ammalati in barella e in carrozzella. Erano stati piantati dei bastoni di legno e tirato del cellofan, per difenderli dalla pioggia. Gli altri si riparavano con impermeabili, giacche a vento oppure con ombrelli. Il piano era gremito. L’Arcivescovo, al microfono, faceva pregare. Monsignor Novarese si avvicina al microfono, prende in mano la corona del Rosario poi, con la sua tranquillità, dice: ora recitiamo tre Ave Maria perché la Madonna deve far smettere di piovere. Inizia lentamente, come era solito fare. A metà della prima Ave Maria la pioggia cessa”. “Al termine delle tre Ave Maria in cielo non esiste più una nube”, ricordava don Remigio. “Allora, con una semplicità da sbalordire Monsignore dice: così non va bene, prima li hai bagnati ed ora li fai cuocere. Basta una piccola nube per riparare dal sole. E così fu. Si fece silenzio e tutti guardavano verso questo sacerdote strano che comandava alla Madonna!». (Per approfondire questa testimonianza, vedi Mauro Anselmo, Luigi Novarese Lo spirito che cura il corpo, pp. 15-17s).

Questa testimonianza ci fa capire che la preghiera fatta con fede può spostare le montagne (cf. Mt. 17,20). Per questo, nella catechesi del mercoledì, il 14 aprile 2021, Papa Francesco ribadisce che «la preghiera è il motore della vita». La vita cristiana senza la preghiera è come una foglia secca che può essere facilmente portata via dal vento. Dinanzi a qualsiasi problema, il primo e fondamentale soccorso dovrebbe essere la preghiera. È in questa prospettiva che il Beato Luigi Novarese ci esorta dicendo che: «È la preghiera la nostra unica forza; del resto è la preghiera l’unico mezzo che strappi da Dio i miracoli più grandi». Quindi, chi prega, cammina nella luce e rimane sempre collegato alla Santissima Trinità.

Il Santo Padre Francesco, apprendo l’anno di preghiera, non vuole solo farci riscoprire il valore e l’importanza della preghiera, ma anche portarci alla vita dei primi cristiani che si radunavano nella preghiera (cf. At 2,42). Cosi, la preghiera era veramente la loro forza nelle tribolazioni e persecuzioni. La vita della Chiesa odierna non è lontana da queste situazioni, quindi la preghiera deve essere la prima preoccupazione per ogni cristiano. Il Beato Luigi Novarese è stato un esempio di preghiera per noi. Possiamo dire che egli è un modello di santità per tutta la Chiesa, perché ha imitato da vicino Cristo, Maestro di preghiera.

Don Michel Kossi FAYOSSEH, SOdC