Fra i “seminatori di speranza” un bel posto lo occupa sicuramente Itala Ferreri, una delle prime bandiere del Centro Volontari della Sofferenza, poi divenuta Silenziosa Operaia della Croce di vita in famiglia. Nata il 4 gennaio del 1921 a Frosolone di Campobasso, fin da giovanissima si trasferì a Taranto con tutta la famiglia (2 fratelli e tre sorelle) dove e stata impegnata, fin da ragazza, prima con i terziari francescani, poi con la nostra Associazione. E tornata alla casa del Padre il 3 luglio del 2001 dopo aver patito a lungo per un male incurabile e per una patologia al cuore.
Di Itala colpiva subito il suo entusiasmo, il suo desiderio di approfondire il carisma che aveva abbracciato con la consacrazione.
Nei vari incontri associativi emergeva la serenità con la quale affrontava ogni difficoltà, la sua generosità nel porsi a servizio dei fratelli, il suo equilibrio.
Itala era anche una donna molto umile. Sembrava che non facesse nulla, che fosse l’ultima del carro, mentre era lei che trascinava tutti con la sua fedeltà e con il suo amore.
Fin da giovane, frequento la chiesa di San Pasquale, retta dai Frati Minori, dove si affido alla guida di Padre Ludovico Isceri che per primo la istruì sulla spiritualità del Centro Volontari della Sofferenza.
Molto evidente fu la dedizione alla cura del fratello sacerdote e l’attenzione costante ai suoi familiari.
I lineamenti della personalità di Itala non si esauriscono, però, nel solo dinamismo: e stata, infatti, in senso pieno, testimone fedele del Vangelo, evidenziando un equilibrio ammirevole di vita interiore e di operosità, di contemplazione e di azione. Il bisogno di pregare e di pregare in modo autentico, senza formalismi, con una piena partecipazione di tutto l’essere, è stato sempre preminente di fronte a qualsiasi prospettiva di impegno pratico. Il suo carisma nel comunicare con gli altri, particolarmente con le persone inferme, si traduceva in un dialogo fraterno, che cercava di raggiungere il fondo del cuore umano.