Vivere richiede fatica, nessuno se lo dimentica, e se anche uno se lo dimenticasse ci penserebbe la vita, soprattutto di questi tempi, a ricordarglielo. Però si può almeno imparare a sorridere, e a respirare più profondamente. Lo si può fare facendo tesoro della saggezza esistenziale e spirituale distillata lungo i secoli da chi ci ha preceduto in questa vita, per me rappresentata in particolare dalla sapienza classica, depositata così intimamente nella nostra lingua, e da una rinnovata sapienza cristiana, aperta alla filosofia moderna e alle altre tradizioni spirituali. Questa saggezza amica ci può aiutare a individuare, comprendere e trasformare la cosa nera dentro di noi. Per farlo ci vuole un po’ di coraggio, un coraggio gentile e intelligente. Ecco: il coraggio e la paura. Il coraggio alle prese con la paura. […]. Occorre praticare la conoscenza e la padronanza di se stessi, cioè il lavoro costante e lieto di una vita. Servono buone frequentazioni, buone letture, buona musica, tante altre cose buone, tra cui in particolare il contatto frequente e profondo con la natura, sia essa mare, montagna, fiume, lago, foresta, fiori, animali. Detto in sintesi, per acquisire saggezza occorre alimentarsi di bene.