L’Ancora: n. 12 – dicembre 1957 – pag. n. 1-3

La rinnovazione dei nostri impegni nella festa dell’immacolata, ci trova quasi alla vigilia dell’inizio di un nuovo anno mariano.
Un anno che, riguarda in modo del tutto particolare, la nostra associazione: il centenario dell’apparizione della Vergine Santa a Lourdes. Con quanta esultanza andiamo incontro a questa data così memorabile nella storia della Chiesa.
Essa segna un nuovo e forte richiamo all’umanità a voler valorizzare la penitenza che il Signore, fin dall’inizio del mondo, ha imposto al genere umano, il dolore ed il lavoro.
In modo particolare dobbiamo gioire noi, Silenziosi Operai della Croce che, per professione particolare, abbiamo scelto di fare scopo della nostra vita, l’attuazione delle richieste rivolte da Maria Santissima a Lourdes ed a Fatima.
La Madonna, da parte Sua, guarderà con particolare amore la nostra schiera di figli amorosi, preoccupati non d’altro se non di attuare quanto da Essa richiesto.
Di ciascuno di noi dobbiamo essere in grado di poter dire, la mia volontà è fare la volontà di Maria Santissima!
Ideale più grande e più bello non potremmo averlo.
Perché questa nostra volontà si identifichi sempre di più con quella della Madonna, noi ci siamo « consacrati » completamente a Lei.
Di « nostro » in noi, non vi è più nulla; tutto quel che abbiamo per nostra precisa disposizione, appartiene a Maria Santissima, per poter essere così, tutti di Gesù.
La rinnovazione della consacrazione, fatta con vero spirito di fede, implica una revisione delle nostre posizioni, della nostra attività, del nostro impegno che « liberamente » e “volontariamente” abbiamo assunto.
L’anno che ricorda il centenario dell’apparizione della Madonna a Lourdes ci trovi dunque al lavoro.
Il nostro lavoro, però, non sia un lavoro comune, quasi incolore, che svolgiamo soltanto nei momenti di fervore, ma un lavoro fervido come non mai. É l’anno della Madonna, un anno quindi che comporta un lavoro del tutto eccezionale.
Nell’anno 1958 dobbiamo portare a Dio tante anime, ma tante realmente. La Madonna deve avere la gioia di vedere tornare alla casa paterna quei peccatori che da anni guarda con occhio misericordioso, perché comprendano la grande realtà che è Dio.
Il lavoro nell’anno 1958 consista nel ripetere ovunque ed instancabilmente le richieste di « penitenza» formulate da Maria Santissima a Lourdes. Per meglio concretizzare il nostro apostolato, vi presento la prima parte del piano d’azione dell’anno entrante:

I – stabilire un Capo-Gruppo in ogni Parrocchia, con relativo «Fratello » o, «Sorella degli Ammalati », a cui fare capo per la penetrazione d’ambiente.

II – ove già esiste un Incaricato Regionale, stabilire diversi « capi zona », i quali restino in collegamento con l’Incaricato, per le iniziative che riguardano tutta la regione.

Obiettivi di conquista:

l° settore ammalati
Nell’anno 1958 dobbiamo letteralmente raddoppiare il numero degli iscritti ai « Volontari della Sofferenza », non per vanagloria ma per puro debito di vera e filiale sottomissione a Maria Santissima.
Più allarghiamo le file dell’apostolato, più aumentiamo il capitale posto a disposizione di Maria Santissima, per le richieste da Essa segnalate.
Sarà, perciò, praticamente, compito nostro di influire su tutti gli iscritti, affinché si diano da fare per richiedere materiale di propaganda e diffonderlo.
È bene notare che, allargando le file dei Volontari della Sofferenza è necessario aumentare i gruppi di avanguardia.
Se il gruppo funziona, tutto l’apostolato si svolge con maggiore ordine e precisione.

2° settore sani
Il numero dei Fratelli degli ammalati è realmente esiguo. Bisogna aumentano per lo meno, di dieci.
Si convincano gli ammalati che sono loro i primi ad influire sui sani, perché si interessino dei problemi dei sofferenti. Se l’ammalato non fa la parte sua, non si può pretendere che il sano arrivi a comprendere e ad inoltrarsi in un settore, di cui ignora anche l’esistenza.
I Volontari della Sofferenza devono pregare per questo apostolato, devono offrire le loro sofferenze, ma in modo particolare per quanto è in essi, devono agire.
L’ammalato, per forza di cose, per la malattia stessa, è talvolta portato all’inazione.
Egli, in simili casi, si dovrà fare violenza per agire, per uscire fuori della propria cerchia e smuovere la massa dei fratelli di dolore, secondo la nostra precisa tattica d’azione, “l’ammalato per mezzo dell’ammalato”. Dobbiamo essere consapevoli che il tempo è realmente prezioso, per cui non c’è posto per i sospiri sterili e per i sogni e per i sentimentalismi. L’azione è la caratteristica del Volontario della Sofferenza.
Un’azione ordinata, che sia la risultante di una vita profondamente interiore e l’espressione di un amore forte verso la Madonna, al punto di essersi volontariamente posti alla Sua sequela per essere i Suoi strumenti operanti.

L. N.