L’Ancora: n. 1 – gennaio 1969 – pag. n. 1-4

Conoscere il mistero di Cristo significa rendersi prima di tutto consapevoli che il Figlio di Dio, in ora ben precisa e registrata dalla Storia di tutti i secoli, si è incarnato nel Seno purissimo ed immacolato di Maria Santissima.
“Vedendo che i sacrifici dei tori e delle giovenche non Ti erano graditi allora ho detto, vengo io ?” (Ebrei XI, 9). Tale conoscenza comporta capire lo scopo della Sua incarnazione e approfondirne le sue conseguenze nei riguardi della umanità. Lo Spirito Santo è colui che ci manifesta questa spontanea ed eterna offerta fatta dal Figlio al Padre per amore dell’umanità caduta e nella assoluta impossibilità di rialzarsi.
Comprendere il mistero di Cristo significa vedere sulla linea degli Evangelisti, I primi ed autentici storiografi di Gesù Cristo, come Egli abbia realizzato nel tempo la Sua offerta ed abbia lasciato a noi la possibilità di continuarla e completarla.
I panorami a questo punto si allargano ed appaiono i riflessi abbaglianti e sempre più vivi della insondabile carità del Cuore di Gesù, toccano la sostanza e la forma della Redenzione. Si è annientato nel Seno Verginale dell’Immacolata e volontariamente ha concluso la Sua offerta sul Calvario, dandoci, quale frutto dolce dell’albero della Croce, la possibilità di nuovamente essere figli di Dio per mezzo dell’acqua e dello Spirito Santo (Giov. Il, 5).
Conoscere il Mistero di Gesù significa approfondire il miracolo dell’amore, l’Eucarestia.
In questo sacramento il Cristo continua ad offrirsi con la medesima efficace interezza del Calvario e nello stesso tempo resta tra di noi nelle santissime Speci eucaristiche fino alla Sua seconda venuta, alla fine dei tempi. Al sacrificio dell’altare siamo chiamati a parteciparvi, unendo alla Sua offerta sacrificale anche la materia del nostro sacrificio, i dolori, il lavoro, le preoccupazioni della vita che costituiscono il patrimonio penitenziale della nostra esistenza. Dalla partecipazione del Sacrificio dell’Altare ritorniamo fortificati e trasformati perché non siamo stati soltanto degli spettatori ma degli offerenti con l’unico e necessario Mediatore, cibandoci delle Sue carni immacolate. Approfondire questo aspetta amore del Cristo si comprendere che in terra è possibile possedere un lembo di cielo, essendo nel Tabernacolo lo stesso Gesù che costituisce in Cielo la delizia dei Santi.
Esiste però ancora un aspetto che va profondamente studiato da ogni cristiano ed è che egli è chiamato a vivere nel tempo lo stesso mistero del Cristo con i medesimi Suoi sentimenti con le Sue stesse idealità, per mezzo dell’inserimento operato di ciascuno di noi In Lui con il Santo Battesimo E’ una vera trasformazione che si è operata con il Battesimo in noi, mediante la quale non viviamo più per noi stessi ma per Iddio e Cristo vive in ciascuno di noi, costituendo un nuovo organismo che si chiama Corpo Mistico.

CHE COSA SIGNIFICA “CORPO MISTICO”

San Paolo, il grande dottore delle genti, considera Gesù Cristo sotto due aspetti che si identificano però totalmente in lui:
1) Il Cristo “nato da Maria Vergine, morto, seppellito, risorto ed asceso al Cielo” che è passato su questa terra insegnando, provando con i miracoli la Sua missione redentiva.
2) Il Cristo mistico che è lo stesso Gesù considerato non soltanto nella sua persona umana e divina ma nella unione da lui realizzata tra sé ed i credenti mediante la grazia, frutto del battesimo. Salvati non per attribuzione o liberazione dal peccato per pura benevolenza del Redentore, ma per intrinseca trasformazione mediante la quale abbiamo una vita nuova, diventando “uomini nuovi” (Efes. Il, 15). L’espressione “Corpo Mistico di Gesù Cristo” presenta una misteriosa, ma tuttavia quanto mai reale, unione di vita con Cristo, che ha per fondamento la vita di Dio diffusa in noi attraverso i Sacramenti. In tale espressione non viene soltanto indicato un rapporto morale, di amicizia con Cristo, ma viene proclamata l’unità che nel vincolo della grazia si stabilisce tra il Redentore ed i redenti. Il Cristo Mistico è quindi una realtà di ordine soprannaturale, che indica l’insieme dei fedeli uniti tra loro nel medesimo vincolo di salvezza, in Cristo Gesù, loro Capo e loro Salvatore. E’ questa una realtà diversa dalle realtà della persona fisica di Gesù Cristo e dalla realtà del Cristo vivo e vero nel Sacramento Eucaristico; è una realtà a se stante derivante dall’applicazione della redenzione.

L.N. (continua)