L’Ancora: n. 5 – maggio 1981 – pag. 1-3

Penso possa essere per tutti interessante considerare la famiglia nell’azione positiva dell’Immacolata, ossia nei suoi precisi interventi a Lourdes ed a Fatima.
Mi limito a tracciare brevissime linee, lasciando a ciascuno di voi il compito di svilupparle.
Dinanzi al Cuore dell’Immacolata non esistono discriminazioni di sorta. Ella è Madre spirituale di tutti i redenti ed entra in ogni famiglia ed a tutti i membri fa sentire il calore del Suo amore e la gioia per il suo intervento.
A Lourdes entra nella povera famiglia dei Soubirous, che viveva al Cachot e chiama per un suo preciso disegno la piccola Bernadetta, gracile, piuttosto tarda negli studi, povera tra i poveri, il cui fratellino fu visto dalla sorella dello Storiografo Estrade, mangiare, d’inverno, la cera che nella chiesa parrocchiale era caduta per terra.
Alla Sua piccola prescelta l’Immacolata non promette sollievo dalla miseria, ma felicità “ nell’altro mondo “.
Consolazione vaga?
Dalla storia di S. Bernardetta dobbiamo dire proprio di no, perché la Vergine Santa ha tolto dall’anonimato la piccola veggente di Massabielle, e l’ha posta tra coloro che nella vita della Chiesa indicano una via sicura per il Cielo. E dietro la piccola fanciulla di Bartrees quante anime, che, nel suo insegnamento, trovano la stessa felicità che la Madonna promise a quanti seguono i Suoi Messaggi di ripresa spirituale!
A Fatima sono ancora due famiglie di modestissimi contadini che vengono visitate dalla Madonna ed i cui bambini trovano modo, proprio in seguito alle richieste dell’Immacolata, di sacrificarsi ancora di più di quanto l’ambiente familiare imponeva loro, privandosi anche del cibo, per fare ulteriori sacrifici per la salvezza del peccatori.
Il “ metro “ di cammino del bambini di Fatima era l’amore verso il Cuore di Gesù e verso il Cuore Immacolato, di Maria e, di conseguenza, verso le anime.
“ Non hai visto l’inferno dove vanno a finire le anime di tanti poveri peccatori? “, ripeteva sovente Francesco alla sorellina Giacinta ed alla cuginetta Lucia, invariabilmente concludendo: “ facciamo sacrifici per il peccatori! “.
Una mamma a Lourdes, nel periodo delle apparizioni, porta a Massabielle il proprio figlio febbricitante, e lo immerge nella gelida acqua miracolosa. I presenti pensano al delirio di una povera madre oppressa dal dolore; la sanità invece, ridonata al figlio da parte della Mamma di tutte le mamme, allieta il cuore di quella giovane sposa.
L’immacolata entra in tutte le case e si serve di tutti i suoi figli appartenenti a qualsiasi condizione sociale per l’attuazione del propri piani di misericordia e di salvezza.
Il questore Jacomet aveva proibito di recarsi alla Grotta e di prendere acqua alla fonte benedetta. I gendarmi, con ferma fedeltà all’ordine ricevuto, portavano in municipio tutti quelli che si recavano alla Grotta e davano multe. Una dama di corte dell’Imperatrice di Francia, moglie di Napoleone III, avendo intanto preso alla Grotta dell’acqua miracolosa, l’aveva portata al figlio dell’Imperatrice stessa gravemente ammalato il bambino, bevuta l’acqua miracolosa, istantaneamente guariva. L’Imperatore, riconoscente alla Madonna di Lourdes, con un telegramma mandato al Prefetto di Pau, ordina di togliere le stecconate poste alla Grotta e di lasciare libero corso alla gente di recarsi a pregare la Madonna sul luogo delle apparizioni.
Due estremi, come due fili nelle mani dell’Immacolata per l’affermazione e l’estensione del proprio messaggio: a Lourdes la Bernardetta ed il figlio di Napoleone III; a Fatima i pastorelli di Aljustrel e il miracolo del sole che provava la veridicità di quei tre bambini, gettati in carcere dal sindaco, come tre piccoli malfattori.
A Lourdes il cieco Bourriet, operaio minatore, riacquista alla piscina la vista, a Fatima migliaia di persone incominciano ad attuare l’invito di recitare il rosario per la pace nel mondo e la ricostruzione morale delle famiglie.
La Madonna segue l’itinerario di Dio, sceglie i più piccoli, i più deboli, coloro che non possono vantarsi proprio di nulla per realizzare i disegni dell’Eterno Padre.
Diventare piccoli, semplici, abbandonati nelle mani dell’Immacolata, con gli occhi rivolti verso il cielo è il più bel programma e la via più sicura per diventare strumenti del Signore, presentati dalla Vergine Santa ai nostri tempi cosi complessi e cosi agitati.
L’umile Bernardetta diceva spesso: “Se la Madonna avesse trovato una più ignorante di me, avrebbe scelto certamente quella “.
Poniamoci di fronte all’Immacolata, guardiamo all’interno di noi stessi e vedremo che, se qualcosa di buono è stato fatto, è tutto opera di Dio e della sollecitudine dell’Immacolata; se impareremo a non opporre resistenza ai disegni che Dio ha su di noi, l’Immacolata si servirà proprio di noi in modo sempre maggiore e sempre più impegnativo.
Non è la provenienza della casa o la dignità della famiglia che conta, ma la bontà del cuore e l’abbandono nelle mani dell’Immacolata per essere totalmente di Gesù.

Sac. Luigi Novarese