L’Ancora: n. 12 – dicembre 1955 – pag. n. 1-6

Non altrimenti si potrebbe definire l’entusiastico
Ed amorevole sforzo compiuto da tutti gli ammalati in vista di offrire, quale titolo di riconoscenza a Maria Santissima, il prezzo delle fondamenta della Sua Casa, la Casa Cuore Immacolato di Maria presso il Santuario di Re.
Proposito di sofferenti: rispondere con un atto di gratitudine alle innumerevoli grazie ricevute da Maria Santissima nell’ordine spirituale e materiale. E’ la prima volta negli annali della valorizzazione del dolore che gli ammalati si riuniscono per dire, tutti insieme, il loro grazie a Colei che essi con tanta fede invocano « Salute degli infermi — Consolatrice degli afflitti ».
Salute degli infermi, perché ci ha dato la vita, donandoci l’autore stesso della Divina Grazia, Gesù Cristo, Signore Nostro.
Salute degli infermi, perché quale Madre amorevole e pietosa tante volte è entrata nella nostra povera esistenza e ci ha ottenuto la guarigione dell’anima e del corpo.
Conforto degli afflitti, perché ogni parola che Lei ci ha fatto prevenire è stata a noi fonte di gioia e di consolazione.
Quanti motivi abbiamo noi per essere grati a Maria Santissima!
Quanti miracoli a Lourdes, a Fatima, a Loreto, in tutti i santuari a Lei dedicati che esistono sulla faccia di questa terra. Chi li può contare?
Ma chi può mai illudersi di essere talmente sano d’anima e di corpo da poter dire di non avere nessun motivo per essere riconoscente a Maria? Sarebbe uno stolto, un povero essere lontano dall’insegnamento vivo della Chiesa, perché tutto ciò che noi possediamo nell’ordine soprannaturale, tutto noi l’abbiamo avuto per mezzo di Maria Santissima. Per queste grazie, per tutte le grazie che la Madonna ci ha fatto, per tutte quelle che Ella ancora ci farà o farà ai nostri fratelli, noi abbiamo voluto darLe un segno sensibile della nostra riconoscenza, mediante l’offerta dell’equivalente della spesa per le fondamenta della Sua Casa.
Come è bella la pagina della riconoscenza che tanti ammalati già hanno voluto iniziare. Mai ci siamo sentiti così uniti come in questo periodo. Mai ci sono pervenute tante lettere di adesioni come in questi giorni.
Veramente la Madonna è Madre che riunisce i suoi figli.
Le lettere che ci sono giunte sono tra le pagine più belle della nostra vita d’apostolato. Da esse appare quanto gli ammalati amino la Madonna. Essi La amano intensamente, vivamente.
Quali espressioni commoventi nell’accompagnare il proprio contributo, magari piccolo in se stesso, ma così grande dinanzi agli occhi di Dio.
Quali accenti sono riusciti a trovare certi ammalati nel dire che loro saranno presenti soltanto con la preghiera e la sofferenza. Cari ammalati, voi che ci avete scritto che non siete in grado di inviare nessun contributo per la costruzione della Casa della Madonna non siete gli ultimi, affatto. Le vostre preghiere e le vostre sofferenze sono come il cemento che terrà legata tutta la costruzione della Casa, perché
voi vi siete impegnati a pregare ed a soffrire fino a che la Casa sia ultimata.
Abbiamo segnato atti di vera eroismo: un’offerta attesa da un infermo, per sopperire ad una veri necessità, posta invece da parte per la Casa della Madonna.
Per altri è stata invece una medicina non acquistata e, nel donare l’offerta è magari sfuggita una frase come questa, ma immediatamente raccolta dalla Vergine santa:
— Alla salute ci pensa la Madonna! Alla Sua Casa se non ci pensiamo noi ammalati (sic) chi ci pensa?
Una catenina d’oro; un paio di orecchini:
« Non avevo altro, vendete, il ricavato è per la casa della Madonna! ».
Gesto questo ripetuto anche da altre figliole:
— Non ho mezzi, offro un po’ d’oro, è per la casa Re.
Un’altra sorella di sofferenza invia il suo grazie alla Madonna, accompagnandolo con una piccola offerta, perché una nipotina era venuta, dopo tante ansie, ad allietare la famiglia. All’offerta dell’inferma si unisce quella dei due sposi riconoscenti.
Un fratello nostro si è aggravato, sta male, ce lo fa sapere. Andiamo a trovarlo; si scusa di non essere riuscito a fare di più e dice:
— Se vado in Paradiso voglio svegliare tutti i Volontari della Sofferenza ed i Silenziosi Operai della Croce che già sono lassù, per farli ritornare dalle ferie. È ora di lavorare per il Centro anche per quelli che sono in Cielo e che hanno appartenuto alla nostra Associazione.
Un’altra ammalata di Torino fa chiamare in fretta la Capo-gruppo:
— Sento che non arrivo all’Immacolata per inviare la mia offerta per la Cara Cuore Immacolato di Maria. Prendila, inviala tu. Dì al Centro che offro tutte le mie sofferenze per la Casa Cuore Immacolato di Maria.
Alla sera la cara sorella era già in Paradiso a dire alla Madonna che gli ammalati Le vogliono bene e che sono anche disposti ad offrire la propria vita per la realizzazione delle Sue richieste.
E i Sacerdoti?
Oh, sempre i primi a rispondere agli appelli che tornano a lode ed onore della loro augusta Regina.
Quali pagine di commovente carità da parte dei Sacerdoti:
— Sono povero, non ho che poche applicazioni di Sante Messe. Trovi per me un’applicazione di Santa Messa, io l’applicherò per la Casa di Re.
Un altro scrive:
— Sono religioso ed ho il voto di povertà; non posso dare nulla. L’Ordine mi permette la celebrazione di una Santa Messa al mese secondo le mie intenzioni. Metta Lei l’intenzione, per il 1956; io applicherà per la costruzione della Casa degli Esercizi spirituali.
Un altro sacerdote riesce a trovare 200.000 lire. Parte subito per Re. Lui stesso le vuole presentare alla Madonna. Ai ringraziamento, con gioia, risponde:
— E’ la Madonna che ha fatto tutto.
Un confratello ammalato scrive:
— Sono le mille lire delle quattro che oggi posseggo. Ma sarebbe gretto fermarsi a quanto richiesto dalla circolare, sarebbe come dire: fa questo per stare tranquillo. Voglio continuare per amore della Madonna.
Una suora carmelitana, tanto unita al Centro, dice:
— Come sento il legame del voto di povertà. Quanto vorrei poter fare per l’onore della Madonna.
E così potremmo ancora continuare ad enumerare le pagine d’oro della riconoscenza degli ammalati verso Maria Santissima.
Ma il capitolo della gratitudine verso Maria non è finito, non può e non deve essere finito.
Il via del canto della riconoscenza è ormai dato. A ciascun ammalato far continuare il canto di lode e di ringraziamento.
Ci sarà mai anche un solo iscritto al Centro che oserà restare insensibile a questa gara d’amore verso Maria Santissima? Se così fosse, perché?
Quale è la ragione per cui resta spettatore inerte in questo nobile concorso di tanti fratelli?
Nessuna scusa può esimere dal dire il proprio presente!
Tutti gli iscritti al Centro sono in grado di offrire preghiere e sofferenze per la Casa della Madonna. Qualunque sia il modo con cui ciascuno può dire il proprio ringraziamento compia questo atto doveroso verso la Madonna. Sarebbe troppo umiliante per il Centro se ci fosse un numero di fratelli che non si fosse fatto vivo in questa circostanza.
La Madonna potrebbe dire:
Sono contenta, siete tanti, ma e gli altri dove sono?
Da Me essi non hanno proprio ottenuto nulla? Hanno proprio nessun motivo che li leghi a Me?
Dio non voglia che questo rimprovero debba essere rivolto dalla nostra Celeste Condottiera. Sta a noi dare tutti nella forma più assoluta, numericamente tutti, la testimonianza del nostro ringraziamento.

L.N.