L’Ancora: n. 1/2 – gennaio/febbraio 1956 – pag. n. 1-8

In questi anni di apostolato lo letto migliaia e migliaia di lettere d’infermi: lettere di tutti i generi, scritte da tutte le categorie di persone, però mai mi è capitato di leggere lettere così commoventi come durante l’iniziativa dell’omaggio di riconoscenza da parte dei sofferenti alla Madonna.
Gli infermi amano profondamente la Madonna.
Sentono di essere Suoi figli prediletti e perciò hanno compreso in particolare modo l’iniziativa che era stata loro proposta.
Il cuore dei sofferenti è pieno di gratitudine verso Maria Santissima; ogni parola che esce dalla loro penna sembra intrisa nel fuoco del loro amore vero Colei che liberamente ha accettato di restare presso la loro croce, come vicino alla croce di Gesù.
L’iniziativa diretta a raccogliere i fondi per il pagamento delle fondamenta della costruzione della casa “Cuore Immacolato di Maria”, che si sta costruendo a Re, ha fruttato esattamente £. 4.200.000.
Cifra che potrebbe sembrare rilevante in se stessa, che però è ancora molto lontana dal sopperire al reale fabbisogno, 24.000.000.
Unitamente alla somma tangibile vi è stata pure l’adesione di 900 ammalati che si sono impegnati a pregare e ad offrire le proprie sofferenze fino a che la Casa di Re non sia terminata.
Da queste cifre non dobbiamo fare alcune esperienze e trarre alcune conclusioni:
1° esperienza. – La cifra raccolta è vistosa se considerata in se stessa, tanto più che essa è stata raggranellata da tanti sofferenti, che si sono privati anche del loro necessario pur di essere presenti nell’offerta alla cara Vergine Immacolata.
Questa iniziativa è stata in maggior modo attuata dagli infermi: era diretta a loro, scaturita dai loro progetti, primato di offerta alla Vergine Santa.
Se consideriamo invece la somma raccolta in proporzione al fabbisogno ed anche all’aspettativa che si nutriva bisognerebbe dire che l’iniziativa avrebbe potuto avere esito migliore.
Però sarebbe difficile fare una valutazione netta e precisa se non si tenesse conto di tanti fattori:
a) molti ammalati non sono in grado di inviare anche la più piccola somma, né si sentono di poter pressare, sia pure per un’iniziativa bella e santa, su chi abitualmente già sostiene le spese della loro malattia.
Tutti questi ammalati che per un motivo o per un altro non possono fare affidamento su chi avvicina il loro letto, si sono però fatti vivi nel bel giorno dell’Immacolata con l’adesione dell’offerta delle proprie sofferenze.
In questo caso l’offerta di preghiera e di dolore certamente non è meno costruttiva dell’offerta dei mezzi materiali.
Si è detto tante volte che senza una profonda base di preghiera e di sofferenza è assolutamente impossibile costruire la casa della Madonna.
b) Parecchi iscritti al Centro invece non hanno per nulla risposto all’appello, né in un modo, né in un altro.
Per essi l’iniziativa è stata lettera morta.
Esiste infatti un numero di nominativi che non dimostra di menomamente partecipare alla vita dell’apostolato che hanno abbracciato.
Nominativi che potrebbero anche influire sul numero della massa, ma che invece di influire in senso positivo, restano un peso morto, perché non dimostrano di partecipare al programma d’azione, come deve necessariamente essere stabilito.
c) Tutti i nominativi, che in nessuna maniera si sono fatti vivi, sono per noi un punto interrogativo.
Non si sono essi fatti vivi per impossibilità, oppure forse, per trascuratezza?
Non si è forse sufficientemente detto che quello che conta è la presenza della preghiera e della sofferenza per la costruzione della casa della Madonna, sicuri che la Madonna avrebbe poi fatto il resto?
Se questi nominativi corrispondono a persone inferme, che non comprendono il valore costruttivo della sofferenza, veramente c’è da rammaricarsi! Sono anime inutili nel bilancio della ricostruzione morale della Società, sono esseri doppiamente sofferenti nell’anima e nel corpo. Dinanzi a queste anime viene da dire dal più profondo del cuore: comprendi, una volta tanto, la funzione della tua vita.
Non sei isolato, non sei inutile, la sofferenza è un’attività come un’altra, tutto però è condizionato alla vita della grazia che deve rigogliosamente vivere e svilupparsi in te. La società ha bisogno del tuo apporto spirituale, come ha bisogno dell’apporto materiale per il suo perfetto sviluppo.
2° esperienza. — E’ impossibile stabilire una data unica per tutti, per l’invio dei mezzi.
Molte lettere infatti sono giunte, chiedendo di non volere ancora chiudere l’iscrizione del proprio contributo, perché si vuole che l’onore del pagamento delle fondamenta della casa della Madonna resti realmente agli ammalati.
Ci hanno scritto in questa forma anime generose, anime che non dispongono d’altro se non della preghiera e del dolore, ma che si sentono di voler fare ancora qualcosa di più per l’onore della Vergine Santa, vogliono dimostrare all’umanità quanto gli ammalati amino la Madonna.
Sarà questa certamente una pagina storica nella valorizzazione del dolore, che indelebilmente resterà nei secoli. Dinanzi a tali desideri non ci rimane che di cedere alle pressioni e di non chiudere l’iniziativa, che è stata inaugurata con 1’8 dicembre, fino a che la cifra di 24.000.000 non sia stata completata.
Abbiamo sofferenti in tutte le regioni d’Italia, in tutte le province, che in questa occasione hanno eroicamente risposto all’invito loro rivolto.
Ci sono Sacerdoti che hanno corrisposto a questa iniziativa con vero senso di primato filiale, degno dei figliuoli prediletti della Vergine Santa.
Persino Eccellentissimi Vescovi si sono a noi uniti per sostenere gli infermi in questa santa emulazione.
La casa « Cuore Immacolato di Maria », che si sta costruendo a Re, dovrà essere una casa tecnicamente perfetta, grande, capace di ospitare laboratori di ex ammalati, Sacerdoti infermi che si dedicano alla valorizzazione del dolore, turni a rotazione continua di esercizi spirituali di almeno 200 persone ammalate e personale d’assistenza.
La casa « Cuore Immacolato di Maria » deve essere la prima casa modello che sorge per ammalati e dovrà dire nei secoli quanto gli ammalati hanno fatto per realizzare le richieste della Madonna.
Sarà la Casa di Re il monumento dell’amore degli infermi verso Maria Santissima.
Meritano un ricordo particolare parecchi infermi. Ci duole di non poterli citare tutti ad uno ad uno, perché i nominativi sono tanti.
I nomi di questi cari fratelli sofferenti sono però scritti a caratteri indelebili nel Cuore della nostra Madre Celeste.
Al raggiungimento della Cifra (24.000.000) pubblicheremo in un volume tutti i nominativi di coloro che hanno partecipato al pagamento delle fondamenta della Casa.
In Paradiso vedremo quanto ciascuno di noi ha fatto per l’attuazione della ‘Casa della comune Mamma Celeste.
Cristiano Pavan, cieco e paralitico, che è stato un vero centro di attrazione per la Madonna, nonostante la sua immobilità, così ci scrive:
— Non disarmiamoci di fronte alle difficoltà. Sento che la Madonna vuole quanto noi stiamo facendo per stabilire a Re un Centro di valorizzazione del dolore.
Se non abbiamo raggiunto quanto ci eravamo proposto, vuol dire che abbiamo fatto troppo poco. Dobbiamo pregare di più e soffrire di più; la Vergine poi farà il resto.
Giunio Tinarelli, volato ai Cielo il 14 gennaio, a sentire il resoconto dell’iniziativa ha esclamato:
— Bisogna fare sul serio, bisogna fare di più. E proprio in questa occasione è uscito nell’espressione che vorrebbe essere un programma non appena raggiunto il Paradiso.
Prestinari Pierino di Novara, cieco, non disarma dinanzi a difficoltà e continua a mandare liste di sottoscrizioni, con una tenacia ed una perseveranza veramente degne del più grande encomio.
Un’ammalata ha perso la mamma da due mesi. L’unico ricordo che le era rimasto della propria madie erano due orecchini d’oro.
Li manda al Centro. Un bigliettino di accompagnamento:
— Sono per la Casa di Re.
Il ricordo della mamma terrena viene così cesellato nella costruzione che dirà l’amore della figlia verso la Mamma Celeste.
Modo sicuro questo per assicurarsi la continua protezione della Mamma del Cielo.
Un’altra ammalata così scrive:
Di mia proprietà posso offrire sole L. 500 è il guadagno per aver cucito un grembiule.
Le altre offerte le ho raccolte da persone di mia conoscenza.
Unita a queste sempre presente è la mia preghiera e sofferenza.
In questa iniziativa non sono mancati i « Fratelli degli Ammalati » ed « i sofferenti » della Svizzera.
Offerte di preghiera e di sofferenza di ammalati ticinesi, che sono già venuti a Re in altre occasioni, e che hanno partecipato agli esercizi spirituali, sono venute ad aumentare l’offerta dei fratelli italiani.
Essi amano la Vergine del Sangue, che si venera nella Val Vigezzo.
Essi vedono con tanta simpatia quest’opera che cresce vicino al Santuario della Madonna di Re.
Vedono in quest’opera un programma che affratella ed allaccia tutte le nazioni e perciò la loro presenza non è stata trascurabile in questa circostanza.
Un carissimo Barelliere ticinese così scrive:
— Esattamente dodici anni dopo la morte della povera Mamma ho perso anche il Papà.
Ne siamo addoloratissimi ed offriamo anche questa prova, che il Signore ci ha voluto mandare, per la Casa della Madonna.
Altra piccola goccia nel mare infinito di migliaia di offerte di dolore, sacrifici e rinunce, che in coro salgono alla Madonna per la Sua Casa che sta sorgendo a Re.
La Madonna a Lourdes ed a Fatima ha parlato a tutti gli ammalati del mondo.
Tutti gli ammalati del mondo sono riuniti per la costruzione di questo grandioso monumento d’amore e di riconoscenza alla Vergine Immacolata.
Luciano Cimini di Roma scrive:
— L’iniziativa meravigliosa di Re, che dà la possibilità agli ammalati di rendersi indipendenti mediante laboratori e di realizzare un ideale spirituale, va sostenuta.
Comprendo che di ostacoli ce ne sono molti ed il più grande è costituito dalla mancanza dei mezzi.
Ho però tanta fiducia nella Madonna che farà di tutto per mandarli. Io farò del mio meglio per lavorare sempre di più e con maggiore impegno e così faranno certamente i miei fratelli ammalati ed sani.
Una Capo-gruppo scrive:
— L’iniziativa era un po’ troppo vicino alle feste natalizie, a fine d’anno, nelle quali tante opere di carità vengono a battere alle nostre porte. Realizzare altre iniziative di fronte all’assenteismo? Certo non tutti i volontari dormono… e quelli che sono svegli e che desiderano fare perché non devono lavorare? Abbandonare l’iniziativa di Re?
Nemmeno per sogno! Noni da eroi lasciare le armi alle prime battaglie. Anche se siamo state apparentemente un po’ sconfitte dal maligno, che fa e farà di tutto per mandare in rovina la casa di Colei che non vuol vedere trionfare, noi non dobbiamo disertare. Non dimentichiamo che il maligno sta sotto i piedi della Vergine Immacolata; esso potrà alzare fino ad un certo punto la coda, la testa mai.
Vogliamo fare una nuova prova? Diciamo ogni giorno un Magnificat di ringraziamento come se i milioni fioccassero ogni giorno e la costruzione della nuova casa procedesse senza ostacoli. Questo Magnificat, se recitato con vera fede, farà miracoli. Lo dico per esperienza, ringraziare prima di ottenere si ottiene più facilmente, perché diamo prova di gran fede.
Anche da un’altra fonte viene raccomandato di usare lo stesso mezzo; è un’altra Capo-gruppo di Roma:
— Ringraziare prima di ricevere. Ringraziare vuol dire obbligare ad intervenire.
Un’altra inferma scrive:
— Ho pensato che la Madonna non abbia scosso tutti i volontari per provare la nostra fede e la nostra fiducia in Lei, nel Suo Cuore generoso e comprensivo. Le assicuro che dal canto mio moltiplicherò preghiere ed offrirò sofferenze, affinché coloro che ancora non hanno risposto compiano presto il loro dovete.
Questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede. Avere fede vuol dire essere certi che quanto noi chiediamo ci sarà accordato. E’ parola divina: « Tutto quello che voi chiederete in Nome mio, il Padre Celeste ve lo accorderà ». Ed ancora Gesù ci ha detto: « Quando due o tre sarete riuniti in preghiera io sarò con voi ». Che dire allora quando migliaia di ammalati sono riuniti in fervida preghiera dinanzi al Trono della Santissima Trinità, per domandare che la Casa, che vuole essere la centrale della valorizzazione della sofferenza, sorga e presto per riunire tutti gli ammalati ‘del mondo, per la salvezza del inondo e per la maggior gloria di Dio?
Siamo certi dunque di essere ascoltati. Non dubitiamo affatto.
La Vergine Santa è con noi. Questa certezza scaturisce dal fatto che noi siamo con Lei. Noi abbiamo accettato le Sue richieste. Fintanto che noi siamo fedeli nell’attuazione delle Sue richieste noi abbiamo la certezza che la Vergine Santa è la nostra Condottiera, la nostra guida, la nostra assistenza.

L.N.