L’Ancora: n. 10 – ottobre 1951 – pag. n. 8-9

L’OFTAL ha effettuato, ad Oropa dal 6 al 10 settembre corrente, il suo ultimo pellegrinaggio annuale. trasportandovi ben 250 ammalati tra barellati, mobili e semimobili.

Si sta sempre bene vicini alla Madonna! Stanno bene i sani e, in modo particolare, i sofferenti. Essi sperimentano in sé la dolcezza materna del Cuore Immacolato di Maria Santissima.
– E’ contenta di essere venuta fin quassù? – chiedeva un sacerdote ad un’ammalata.
– Valeva la pena essere malati per poter essere trasportati ad Oropa!

Ed un’altra:
– Parto mal volentieri, perché qui mi sento la Madonna più vicina.
Un uomo così suggellava il suo pellegrinaggio: – Ho trascorso accanto alla Madonna i più bei giorni della mia vita.
Si direbbe infatti che la Madonna, nei Suoi Santuari, ammetta i suoi figli doloranti a partecipare più intensamente alla sua missione di corredentrice.

Quanta soave carità, sia nel personale che tra gli ammalati, in quella stupenda conca di montagne.
Il tempo fu sempre bello. La natura si univa a rasserenare gli animi di tanti figli che non hanno la possibilità di uscire di casa durante l’anno, facendo corona di superba bellezza all’augusta Regina dell’Universo.
Non una voce sguaiata, non una parola forte vennero a turbare il vincolo di carità del pellegrinaggio: tutto si svolgeva con normale semplicità e prontezza. L’altoparlante trasmetteva agli infermi un susseguirsi di Ave Maria. e parole di istruzione e di conforto.

Lourdes parla da sé al cuore di chi soffre; ma Oropa non è inferiore a Lourdes.
E’ sempre la stessa Mamma Celeste che parla al cuore dei figli, sia pure in maniera diversa.
A Lourdes c’è il bagno nelle piscine; a Oropa c’è la Benedizione della Madonna al singolo ammalato, che sfila dinanzi alla Sua effige, invocandola Salute degli infermi e Regina del Monte di Oropa.
A Lourdes c’è l’acqua prodigiosa che lava; ad Oropa c’è lo sguardo materno di Maria che si incontra con quello del figlio; sguardo che solleva, illumina e trasforma.

La processione del SS. Sacramento si svolge come a Lourdes. Si fanno le stesse invocazioni e si cantano gli stessi inni. La stessa atmosfera di sublime carità pervade sani ed ammalati al passaggio del Divin Salvatore.
Come si comprendo la carità dall’amore di cui è animato il personale! Si direbbe che la silenziosa e spontanea carità sia il distintivo dell’Oftal, carità che tanta soave attrattiva esercita sul cuore chiuso dei sofferenti.

Le vette delle montagne che circondano il santuario, posto a 1200 metri sul livello del mare, sembrano voler presentare al Signore le offerte di tutti i pellegrini, purificate dalle scorie umane.
Pellegrinaggi di infermi: nuovi incontri, nuove grazie attirate dalla reciproca carità, nuova spinta a valorizzare il grande tesoro che l’uomo possiede, il dolore.

La partenza degli ammalati è un semplice arrivederci da loro dato al personale di assistenza, perché essi restano in collegamento col centro dell’Opera, che con tanto amore li trasporta ai santuari mariani, mentre la Madonna resta perennemente vigile accanto ai Suoi figli ammalati.

L. N.