L’Ancora: n. 6 – giugno 1982 – pag. 1-7

Il pellegrinaggio del Santo Padre a Fatima, a 65 anni dalle apparizioni della Vergine Santa ai tre Pastorelli di Aljustrel, addita con l’autorità di Pietro il Messaggio della Vergine, mentre ne sottolinea la necessità e l’urgenza per la salvezza della società.
Non commenti alla parola del Vicario di Cristo, ma ascolto, meditazione e consapevole realizzazione delle mete che ci addita.
Dall’avvio dato al nostro apostolato nel 1947 da Pio XII fino all’attuale Pontefice felicemente regnante; dalla approvazione di Giovanni XXIII con il Breve Apostolico “Valde Probandae” del 1960, alle parole dell’attuale Pontefice, comprendiamo con intima commozione 1’esortazione rivoltaci da Pio XII di f.m. nel 1956: “Lo vuole il Signore!” (Lettera della Segreteria di Stato del 5 dicembre).
Le parole di Papa Giovanni Paolo II, pellegrino a Cova de Iria, ci rinfrancano e ci scuotono. Ci siano sprone, guida, luce nel nostro lavoro.
E fissando lo sguardo in Colui che sempre abbiamo cercato di seguire, sperimentiamo la profonda soddisfazione e sicurezza che ispirano le parole della Sapienza applicate alla Vergine Santa: “Chi mi esalta non patirà vergogna”.
Citiamo, per ora, alcuni passi fondamentali, tratti dai discorsi del Santo Padre a Fatima.
Nell’omelia pronunciata il 13 maggio durante la S. Messa, il Papa afferma: “Il Messaggio di Fatima si comprende alla luce dell’amore materno di Maria”.
Il Messaggio di Fatima – Preghiera e Penitenza – è identico all’insegnamento evangelico.
La Chiesa ha sempre insegnato e continua a proclamare che la rivelazione di Dio è portata a compimento in Gesù Cristo, il quale ne è la pienezza, e che “non è da aspettarsi alcun’altra rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore” (DV 4). La Chiesa valuta e giudica le rivelazioni private secondo il criterio della loro conformità con tale unica Rivelazione pubblica.
Se la Chiesa ha accolto il messaggio di Fatima è soprattutto perché esso contiene una verità e una chiamata, che nel loro fondamentale contenuto sono la verità e la chiamata del Vangelo stesso.
“Convertitevi, (fate penitenza) e credete al Vangelo” (Mc 1,15), sono queste le prime parole del Messia rivolte all’umanità. Il messaggio di Fatima è nel suo nucleo fondamentale la chiamata alla conversione e alla penitenza, come nel Vangelo. Questa chiamata è stata pronunciata all’inizio del ventesimo secolo, e, pertanto, a questo secolo è stata particolarmente rivolta. La Signora del messaggio sembra leggere con una speciale perspicacia i “segni dei tempi”, i segni del nostro tempo.
L’appello alla penitenza è materno e al tempo stesso, forte e deciso. La carità che “si compiace della verità” (cfr. 1 Cor 13,6), sa essere schietta e decisa. La chiamata alla penitenza si unisce, come sempre, con la chiamata alla preghiera. Conformemente alla tradizione di molti secoli, la Signora del messaggio di Fatima indica il Rosario, che giustamente si può definire “1a preghiera di Maria”: la preghiera, nella quale Ella si sente particolarmente unita con noi. Lei stessa prega con noi. Con questa preghiera si abbracciano i problemi della Chiesa, della Sede di San Pietro, i problemi di tutto il mondo. Inoltre, si ricordano i peccatori, perché si convertano e si salvino, e le anime del purgatorio.

E’ un Messaggio materno, forte e severo come quello del Battista.

Alla luce dell’amore materno comprendiamo tutto il messaggio della Signora di Fatima. Ciò che più direttamente si oppone al cammino dell’uomo verso Dio è il peccato, il perseverare nel peccato, e, infine, la negazione di Dio. La programmata cancellazione di Dio dal mondo dell’umano pensiero. Il distacco da Lui di tutta la terrena attività dell’uomo. Il rifiuto di Dio da parte dell’uomo.
In realtà 1’eterna salvezza dell’uomo è solo in Dio. Il rifiuto di Dio da parte dell’uomo, se diventa definitivo, guida logicamente al rifiuto dell’uomo da parte di Dio (cfr. Mt 7,23; 10, 33), la dannazione,
Può la Madre, la quale con tutta la potenza del suo amore, che nutre nello Spirito Santo, desidera la salvezza di ogni uomo, tacere su ciò che mina le basi stesse di questa salvezza? No, non lo può!
Per questo, il messaggio della Signora di Fatima, così materno, è al tempo stesso così forte e deciso. Sembra severo. E’ come se parlasse Giovanni Battista sulle sponde del Giordano. Invita alla penitenza. Avverte. Chiama alla preghiera. Raccomanda il rosario.
Questo messaggio è rivolto ad ogni uomo. L’amore della Madre del Salvatore arriva dovunque giunge l’opera della salvezza. Oggetto della sua premura sono tutti gli uomini della nostra epoca, ed insieme la società, le nazioni e i popoli. Le scelte minacciate dalla apostasia, minacciate dalla degradazione morale. Il crollo della moralità porta con sé il crollo della società.

Significato della consacrazione del mondo.

Il Cuore Immacolato di Maria, aperto dalla parola: “Donna, ecco il tuo figlio”, si incontra spiritualmente col cuore del Figlio aperto dalla lancia del soldato. Il Cuore di Maria è stato aperto dallo stesso amore per l’uomo e per il mondo, con cui Cristo ha amato l’uomo ed il mondo, offrendo per essi se stesso sulla Croce, fino a quel colpo di lancia del soldato.
Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa avvicinarci, mediante l’intercessione delta Madre, alla stessa Sorgente delta Vita, scaturita sul Golgota. Questa Sorgente ininterrottamente zampilla con la redenzione e con la grazia. Continuamente si compie in essa la riparazione per i peccati del mondo. Incessantemente essa è fonte di vita nuova e di santità.
Consacrare il mondo all’Immacolato Cuore delta Madre, significa ritornare sotto la Croce del Figlio. Di più: vuol dire consacrare questo mondo al Cuore trafitto del Salvatore, riportandolo alla fonte stessa della sua Redenzione. La Redenzione è sempre più grande del peccato dell’uomo e del “peccato del mondo”. La potenza della Redenzione supera infinitamente tutta la gamma del male, che è nell’uomo e nel mondo.
Il Cuore della Madre ne è consapevole, come nessun altro in tutto il cosmo, visibile ed invisibile.
E per questo chiama.
Chiama non solo alla conversione, chiama a farci aiutare da Lei, Madre, per ritornare alla fonte della Redenzione.
Consacrarsi a Maria significa farsi aiutare da Lei ad offrire noi stessi e l’umanità a Colui che è Santo, infinitamente Santo; farsi aiutare da Lei – ricorrendo al suo Cuore di Madre, aperto sotto la croce all’amore verso ogni uomo, verso il mondo intero – per offrire il mondo, e l’omo, e l’umanità, e tutte le nazioni, a Colui che e infinitamente Santo. La santità di Dio si è manifestata nella redenzione dell’uomo, del mondo, dell’intera umanità, delle nazioni: redenzione avvenuta mediante il Sacrificio delta Croce. “Per loro io consacro me stesso”, aveva detto Gesù (Gv 17,19).
Con la potenza della redenzione il mondo e l’uomo sono stati consacrati. Sono stati consacrati a Colui che è infinitamente Santo. Sono stati offerti ed affidati all’Amore stesso, all’Amore misericordioso.
La Madre di Cristo ci chiama e ci invita ad unirci alla Chiesa del Dio vivo in questa consacrazione del mondo, in questo affidamento mediante il quale il mondo, l’umanità, le nazioni, tutti i singoli uomini sono offerti all’Eterno Padre con la potenza della Redenzione di Cristo. Sono offerti net Cuore del Redentore trafitto sulla Croce.
La Madre del Redentore ci chiama, ci invita e ci aiuta ad unirci a questa consacrazione, a questo affidamento del mondo. Allora infatti ci troveremo il più vicino possibile al Cuore di Cristo trafitto sulla Croce.
Il contenuto dell’appello delta Signora di Fatima è così profondamente radicato net Vangelo e in tutta la Tradizione, che la Chiesa si sente impegnata da questo messaggio.

Gli uomini di oggi camminano in direzione opposta a quella indicata dal Messaggio di Fatima

Con che cosa si presenta, oggi, davanti alla Genitrice del Figlio di Dio, nel suo Santuario di Fatima, Giovanni Paolo II, successore di Pietro, prosecutore dell’opera di Pio, di Giovanni, di Paolo, e particolare erede del Concilio Vaticano II ?
Si presenta, rileggendo con trepidazione quella chiamata materna alla penitenza, alla conversione: quell’appello ardente del Cuore di Maria risuonato a Fatima 65 anni fa. Sì, lo rilegge con la trepidazione nel cuore, perché vede quanti uomini e quante società, quanti cristiani, siano andati nella direzione opposta a quella indicata nel messaggio di Fatima. Il peccato ha guadagnato un cosi forte diritto di cittadinanza nel mondo e la negazione di Dio si è cosi ampiamente diffusa nelle ideologie, nelle concezioni e nei programmi umani!
Ma proprio per questo, l’invito evangelico alla penitenza e alla conversione, pronunciato con le parole della Madre, è sempre attuale. Ancora pio attuale di 65 anni fa. E ancor più urgente.

La Madonna, dono di Dio all’umanità

Ma finora “il cielo di prima e la terra di prima” perdurano intorno a noi e dentro di noi. Non possiamo ignorarlo. Questo ci consente però di riconoscere quale immensa grazia è stata concessa all’uomo quando, in mezzo a questo peregrinare, sull’orizzonte della fede dei nostri tempi si è acceso questo “Segno grandioso: una Donna!” (cfr Ap 12,1).
Sì, veramente possiamo ripetere: “Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra!
“… comportandoti rettamente, davanti al nostro Dio,
“… hai sollevato il nostro abbattimento”.
Veramente! Sei benedetta!
Sì, qui e in tutta la Chiesa, nel cuore di ogni uomo e nel mondo intero: sii benedetta o Maria, Madre nostra dolcissima!

Il Papa chiede la collaborazione dei sofferenti per la salvezza delle anime.

Quanto ci fa male che molti partecipino cosi freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che cosi insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).
Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr Gv 2, 5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo.

L.N.

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“I fedeli tutti, poi, nei quali non sia interamente spento il salutare richiamo del santo timor di Dio, guardino all’esempio di questa sofferenza orante e si lascino docilmente indurre a propositi di vera vita cristiana e di penitenza espiatrice. Lo vuole il Signore! E questa sua divina Volontà – già annunziata da Giovanni il Precursore, proclamata dal Messaggio evangelico e consacrata dal Crocifisso sul Calvario – è risuonata ancora, solenne, ammonitrice, e in tempi a noi recenti, per bocca di Maria SS.ma, a Lourdes e a Fatima”.

(Lettera della Segreteria di Stato a Mons, L. Novarese il 5 dicembre 1956)