Domenica, 23 febbraio u.s., papa Francesco si è recato a Bari per partecipare all’incontro di riflessione e spiritualità sul tema “Mediterraneo frontiera di pace”. All’incontro ha partecipato anche il CVS di Bari, Annalisa Caputo dei Silenziosi Operai della Croce invitata all’incontro come docente di scienze religiose e Floriano Scioscia, Responsabile del CVS barese.
Oltre a sottolineare l’importanza della diocesi di Bari da sempre impegnata a mantenere “vivo il dialogo ecumenico e interreligioso” Papa Fracesco ha ribadito l’enorme importanza del cosiddetto “Mare nostrum” è un luogo non solo fisico ma anche spirituale “nel quale ha preso forma la nostra civiltà, come risultato dell’incontro di popoli diversi”.
Ancora oggi, purtroppo, proprio il mare Mediterraneo costituisce uno spazio nel quale molte vite si perdono e molte speranze restano sepolte nei suoi abissi.
Attualmente l’area del Mediterraneo continua ad essere sfigurata da tanti focolai di guerra che ne determinano l’instabilità primo tra tutti il conflitto israelo-palestinese un’antica ostilità ancora che rimane tuttora irrisolta.
E’ necessario dunque impegnarsi a rendere questo spazio un vero territorio di pace, andando oltre le differenze etniche, culturali e religiose. Annunciare con vigore ed entusiasmo ilo Vangelo di Cristo favorendo una decorosa integrazione che vada al di là di quella tolleranza spesso intrisa di un deleterio buonismo di facciata. Ovviamente sono percorsi non facili e certamente l’innalzamento di muri mentali e fisici non aiuta minimamente nell’impresa.
Nelle battute finali del suo intervento, papa Francesco offre alla riflessione dei fedeli una sorta di invito rivolto a tutte le persone di buona volontà ad “elaborare una teologia dell’accoglienza e del dialogo, che reinterpreti e riproponga l’insegnamento biblico. Può essere elaborata solo se ci si sforza in ogni modo di fare il primo passo e non si escludono i semi di verità di cui anche gli altri sono depositari. In questo modo, il confronto tra i contenuti delle diverse fedi potrà riguardare non solo le verità credute, ma temi specifici, che diventano punti qualificanti di tutta la dottrina”.
Ancora una volta un invito ad considerare l’importanza di un sano ecumenismo come ingrediente fondamentale nella formazione di una vera e concreta cultura della pace, che vada oltre ogni differenza di razza, di cultura e di fede religiosa.