Memoria dell’umile ragazza che, dopo aver visto la Vergine Maria, ha saputo vivere fra la terra e il cielo.
A suor Madeleine Bounaix che le diceva: “Quanto deve essere bella la festa in cielo, e quanto bella deve essere anche la Madonna.”, rispondeva: “Oh sì. Quando la si è vista non si può più essere attaccati alla terra!”.
In pieno tempo pasquale, quando le letture del tempo liturgico ci avvertono di rivolgere i nostri pensieri alle cose di lassù (Col 3,2), Bernadette ci testimonia una sapienza umile nell’accogliere il richiamo di Dio, la bellezza della semplicità e l’onestà di una vita vissuta senza fronzoli e senza timori.
“Le ginocchia erano attaccate alla fredda pietra ma Bernardetta sembrava tutta protesa verso l’alto e nel vedere quella bellezza che l’attirava si sarebbe detto che era pronta a sollevarsi. Ciò che tutti sentivano è che ella era felice di una felicità sconosciuta; e che, per lei, in quel momento la terra non contava nulla”. (Luigi Novarese, Bernardetta segno di credibilità nelle apparizioni di Lourdes – L’Ancora n. 7 – luglio 1977 – pag. n. 3-)

Per mettere sui tuoi passi i miei passi troppo incerti,
per favore, Bernadette, prestami i tuoi zoccoli.
Andavi a raccogliere la legna che arde
e riunisce gli uomini per riconfortarli.
Perché possa anch’io riscaldare coloro che cercano
un sorriso, una parola, un sostegno, il silenzio,
per favore, Bernadette, prestami i tuoi zoccoli
E se sono troppo piccoli, che mi rendano umile,
che io cammini , cadendo e rialzandomi,
a piccoli passi, sapendo che sono limitato …
per favore, Bernadette, prestami i tuoi zoccoli.
Per andare verso Maria con più di fiducia,
per scoprire l’acqua viva offerta agli assetati,
per andare alla mensa alla quale ci invita il Signore
per condividere la sua parola e il suo pane,
per favore, Bernadette, prestami i tuoi zoccoli

Marie Louise Pierson