I fatti che hanno preceduto ed hanno accompagnato la morte del beato Luigi Novarese

 

La salute di Monsignore, da tempo debole, declina bruscamente ed in modo allarmante; si direbbe che una molla si era rotta nel suo organismo logorato, mantenuto però in piedi per la sua tenacia e ferrea volontà.

Monsignore diceva: “Solo gli alberi traballanti si lasciano abbattere dalla tempesta, ma quelli che hanno una profonda radice resistono agli assalti del vento”.

Il 20 luglio 1984, un venerdì, festa di Sant’Elia, a Rocca Priora (Roma), il suo cuore cessò di battere. Un cuore che si era sempre dedicato disinteressatamente agli ammalati, agli handicappati, ai bambini malati e distrofici, agli psichici. Per questo cuore non esisteva né giorno né notte. Fedele alla sua grande missione, questo cuore immenso non aveva che una sola preoccupazione: sollevare la sofferenza, addolcire la sorte del malato, del sofferente in genere, per fargli valorizzare la propria sofferenza, inserirlo nella società.

L’ammalato doveva essere un “soggetto di azione” e non più un oggetto di carità. Questa era la più grande preoccupazione di Mons. Luigi Novarese. Il 31 maggio 1984 chiede l’Olio degli Infermi, perché sentiva che la sua fine era prossima.

Un edema polmonare gli stroncò la vita. Monsignore prevedeva l’avvicinarsi della morte, infatti giovedì 19 luglio 1984 mi disse: “Sorella Elvira, lei crede che domani sarò ancora in vita?”, poi chiese di andare in cappella a far fare a tutta la comunità un’ora di Adorazione.

Seduto al penultimo banco guardava i novizi e sorrideva come se volesse offrirli tutti a Gesù solennemente esposto.

La mattina del 20 luglio, alle 7,30, mi chiamò e, con tanta tranquillità e serenità mi dette le sue ultime volontà: seguire la continuazione dell’opera. Prima di lasciarmi prese la statuetta della Madonna di Lourdes che si trovava sul suo comodino, la baciò, la pose sul suo cuore e, porgendomela, mi disse: “Anche lei, Sorella Elvira, faccia fino in fondo la volontà di Dio come l’ho fatta io”. Mi benedisse e, dopo aver recitato la consacrazione alla Madonna, guardò al lato della consolle, sorrise beato, chiuse gli occhi e spirò dolcemente.

Il suo viso si illuminò, come se fosse accarezzata da un raggio di sole.

 

[dal Profilo Biografico di Mons. Luigi Novarese redatto da Sorella Elvira Myriam Psorulla]