DIRE ci aiuta a prendere coscienza, a confrontarci con i nostri pensieri e desideri, decisioni o speranze… Cerchiamo di “dire”, esporre, mettere in gioco, le nostre riflessioni, le nostre emozioni, i tesori preziosi della nostra interiorità.

Un altro atteggiamento del nostro triduo post-pasquale riguarda il “dire”. È molto semplice, si tratta proprio del pronunciare, far risuonare, esprimere fuori di noi, una cosa che è dentro di noi.

Leggo ad alta voce: quello che era scritto risuona, si “materializza” fuori di me, per me e per gli altri.

Prego ad alta voce: recito una preghiera spontanea, inventata da me. Dicendola a voce alta prendo coscienza del suono, ne considero il senso, magari anche la bellezza (suona bene, suona male).

Partecipo ad una celebrazione comunitaria: rispondo insieme agli altri nel dialogo liturgico, ripeto il ritornello del salmo responsoriale, oppure molto semplicemente dico: “Amen.”

Se non sono in condizione di “dire”, posso esprimere comunque “fuori di me” il contenuto che è “in me”. Lo posso disegnare o scrivere (non ricopiare). L’importante è dare espressione, concretezza anche materiale a quel pensiero, quel desiderio, quella descrizione, quel sentimento.

Nel triduo post-pasquale, partecipando ad un atto liturgico comunitario, abbiamo certo modo di “dire” parecchie cose. Cerchiamo di porre attenzione a quello che diciamo, a come suona, cioè a come lo pronunciamo… Possiamo, in questo modo, scoprire qualcosa di più profondo e vero in quelle parole, in quei suoni. Li potremo correggere, migliorare… sostituire o tacere, se non li dovessimo più riconoscere come adeguati, utili alla nostra crescita personale e comunitaria.

Il “dire” accompagna anche la nostra preghiera personale. Magari ci mette un po’ a disagio parlare a voce alta mentre siamo da soli… Il motivo però è valido e quindi possiamo arrischiarci a dire delle cose ad alta voce, in occasione del nostro ritiro del triduo post-pasquale. Ad esempio, nel momento della giornata (o della settimana o quando sia) riservato al nostro ritiro, possiamo scegliere un salmo e leggerlo ad alta voce (meglio se riusciamo ad impararne a memoria almeno un versetto o una parte): recitiamolo, diamo senso ai suoni che emettiamo, poniamo più attenzione a cosa dice, di noi e per noi, quella Parola.

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    • Dire comunicare parlare sono tre atteggiamenti che sono molto comuni nella psiche umana, molte volte si desidera dialogare senza mettere al centro due strumenti che fanno Musica fra loro il Cuore e la preghiera. dire è un metodo  significativo di appartenenza all’essere umana  dove può aprirsi una valvola da cui emerge tutta la parte emotiva dell’essere umano. Il Signore con la sua modalità paterna desidera comunicare ogni giorno, senza possedere limiti atteggiamenti di Rabia aprendo così nuovi orizzonti di vita tutto ciò deve essere fatto attraverso la preghiera. Alex C.

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