Parole e pensieri dalla rubrica del lunedì

Raccogliamo in sintesi i contributi offerti per la rubrica SE SIETE RISORTI, pubblicata on line sul sito dell’Associazione, nei lunedì del Tempo di Pasqua.

Il testi di riferimento sono Luca 24,13-53 (discepoli di Emmaus) e Gv 10,1-10 (Gesù porta e pastore delle pecore).

 

Alberto: Papa Francesco ha ribadito che se siamo tutti di Cristo, dovremmo far parte con rispetto del suo “gregge”.

Teresa: La tristezza esclude, si diventa abitudinari, non si è accoglienti, non c’è incontro… Partecipare da protagonisti alle celebrazioni.
Concelebrare=essere coinvolti con tutte le parti del corpo, con tutti i sensi, per dare il giusto significato alla celebrazione.
Dopo l’incontro con il risorto cambia tutto, è come essere rinati, rigenerati, persone nuove, più sicure e più generose. Come i discepoli di Emmaus pronti ad andare incontro all’altro.

Maria Letizia: In confidenza, mi identifico con il recinto delle pecore, che riconosco come luogo protetto (cioè la Chiesa) ove il guardiano veglia.
Come il Pastore che ci chiama per nome… mi commuove.

Luciana: Io mi sento una pecora-guardiano, perché in questo tempo di pandemia ho cercato di ascoltare il rumore giusto.
Mai come in questo periodo ho potuto pensare, meditare, scegliere, accogliere il Vangelo, le omelie, i vari solleciti virtuali che certamente mi servono per superare la PORTA GESÙ e per sentirmi pecora nel recinto della vita ben chiusa, protetta, amata dal suo pastore.

Lory: Io non sono ancora in grado di vivere la risurrezione perché sto vivendo in pieno la passione, guardando il crocifisso.

Paola: La porta è Cristo; la vita del cristiano è in Cristo. Dobbiamo seguirlo senza guardare a destra e a sinistra.
È importante per me esaminare nella nostra vita i segni che il Signore ci manda per farci capire come dobbiamo orientarci.

Loris: Il buon Pastore è mite. Conosce le pecore una ad una. Questa idea del gregge è un annuncio pasquale. Domenica di gioia e di pace mettendomi in ascolto di chi incontro.

Paola: Provengo da una famiglia provvista di fede profonda e molto unita con diciotto nipoti e ventidue pronipoti.
Nella famiglia abbiamo imparato da sempre a perdonare molto e continuiamo a farlo anche se abbiamo pagato un prezzo molto alto.

Anna: Gesù è la porta per passare e continuare a seguirlo nel suo stile e nella sua mitezza. Egli mi aiuta ad attraversare la porta stretta.

Emilia: Riconoscere la voce del pastore che entra dalla porta dell’ovile fa sì che le pecore lo seguano perché di lui si fidano e sanno che il guardiano le custodirà dando loro il bene della vita.
Anche noi non cadiamo nella tentazione di seguire chi entra saltando il recinto ma, come le pecore, con l’istinto e con l’anima entreremo nel regno di Dio che è amore.
Così credo che potremo risorgere passando dal male al bene, dal dubbio alla coscienza, dalla solitudine all’amore con Dio e alla speranza.

Laura: Se non crediamo nella risurrezione la nostra religione non ha fondamento, è vana.
Per realizzarla nella mia vita do una mano ad un mio giovane vicino con la moglie invalida che non arrivano mai a fine mese perché disoccupato; faccio compagnia ad anziani; sono disponibile alle richieste di servizi diversi alle sorelle dei SOdC della mia città, compatibilmente con il mio lavoro.

Rosina: Sono una pecora libera, posso uscire dal recinto per diventare io stessa porta per gli altri. La missione che ci dà Gesù è portare il suo Vangelo ai fratelli, fare loro sperimentare la gioia e la letizia che ci mette nel cuore.

Vilma: Il Signore raduna le pecore; vuol dare loro tutto l’amore che desidera trasmettere.
Siccome le conosce molto bene, le porta fuori nel mondo e le spinge a portare l’amore che hanno ricevuto alla altre pecore che incontrano. Le pecore non possono fare a meno di seguire la sua voce perché è piena d’amore.

Eugenio: Cristo, buon pastore, ha poi preparato noi pecore del suo gregge a uscire in questa seconda fase e così da oggi, per la prima volta, come dice il salmo 22, ci fa andare in campi erbosi a pascolare tutto l’anno, in sentieri, verso questa vita nuova con una prospettiva più interiore, volta all’essenziale.

Valda: Se guardo in me e anche attorno a me, il tentativo di isolarsi, di rintanarsi, di rinunciare si affaccia spesso e non solo a me.
Ci annichiliscono le ostilità, la diffidenza, il giudicare l’altro dall’apparenza. Ecco, il buon pastore mi spinge, sì, ma con sorprese piacevoli verso nuovi orizzonti.

Rosaria: Chi sono io? La pecorella non sempre mansueta… scherzo! La pecorella ha ben compreso chi è il suo pastore, buono, che la ama incondizionatamente e vuole la sua salvezza.
Una pecorella che fa di tutto per seguire il suo pastore, chiedendo aiuto alla Madonna, che per me non è tanto la porta, ma il mio sostentamento e la mia compagna di vita.