Pietro Gerosa, detto Pierino, nacque a Milano il 6 aprile del 1926.
Per due anni visse un’esperienza di malattia nel sanatorio di Busto Arsizio, in provincia di Varese, ed è lì che entro in contatto con alcuni estremisti con i quali imbastì una buona amicizia ostacolando inizialmente anche l’attività del cappellano all’interno del sanatorio. Pierino non andava più in Chiesa e aveva perso completamente la fiducia nei confronti di Dio, considerando la sua malattia un qualcosa che nessuno poteva togliergli. Ma il Signore lo attendeva e pian piano lo portò all’incontro proprio con padre Roberto il cappellano del sanatorio il quale, di sera, leggeva il breviario e recitava il santo rosario. Pierino vide queste scene e iniziò a farsi delle domande finché un suo carissimo amico non gli chiarì le idee in modo definitivo: quando don Roberto prega, non prega solo per lui ma per tutti coloro che soffrono e hanno bisogno. Lui è un intermediario fra Dio e gli uomini. Compreso ciò, Pierino iniziò a ritornare in Chiesa comprendendo che la fede, la vera fede, è unico sostegno dell’ammalato. La fede è necessaria per portare la Croce, per poterla valorizzare. Le parole, le ideologie, le ribellione non servono a nulla. La fede riapre l’orizzonte e lo fa amare.
Dimesso dal Sanatorio ormai ristabilito, Pierino entra in contatto con l’Associazione Centro Volontari della Sofferenza aderendovi subito. Successivamente dopo una concreta attività di apostolato, decide di entrare a far parte dei Silenziosi Operai della Croce portando con sé tutte le caratteristiche del vero convertito: la voglia di pregare, di vivere l’obbedienza, di donare tutto se stesso nell’aiutare e sostenere il prossimo.
Il beato Luigi Novarese chiamava spesso Pierino presso di sé per farsi raccontare, nelle ore di svago, le barzellette che sapeva presentare con una mimica prestigiosa.
Durante un pellegrinaggio a Lourdes dei sacerdoti ammalati nel 1962 venne conferita a Pierino una medaglia per il buon servizio prestato.
Negli ultimi anni della sua vita, Pierino fu segnato da tante sofferenze che accettò senza fare tragedie anzi, volgendole in gioia.
Morì quasi improvvisamente, mentre si trovava ricoverato nell’ospedale di Rocca Priora. Aveva superato una crisi cardiaca e doveva essere dimesso. Si alzò per radersi e prepararsi, scherzando con i suoi compagni di stanza: improvvisamente avvertì un malore. Il medico arrivò quando lui ormai aveva cessato di vivere.
Era il 29 aprile 1988.
Pierino riposa presso la tomba dei Silenziosi Operai della Croce nel cimitero di Montichiari (BS).