La Parola di Dio è una realtà immensa: vediamo come in essa si situano gli esercizi. Anzitutto esaminiamo i termini: che cosa intendiamo per esercizi e per Parola di Dio. Poi passeremo in rassegna tre aspetti tipici degli esercizi: cioè gli esercizi come ambiente, come attività dello spirito, come serie di meditazioni e contemplazioni. Metteremo infine ciascuno di questi tre aspetti a confronto con la Parola di Dio.
Anzitutto gli esercizi sono un ambiente: ritiro, cessazione di altre attività, per mettersi a disposizione di Dio durante un certo tempo (tre, cinque, otto o più giorni). Quest’ambiente di segregazione o di ritiro dalle altre occupazioni è espresso molto bene nell’annotazione ventesima degli Esercizi. Oltre che un ambiente, gli esercizi sono considerati attività: attività dello spirito, ben descritta nell’annotazione prima.
Infine il terzo aspetto, che è quello vero e proprio, riguarda il contenuto: la serie cioè delle meditazioni e contemplazioni che compongono la materia degli esercizi. Col termine Parola di Dio, che la Scrittura stessa usa molte volte ed è estremamente difficile definire, si intendono alcuni aspetti che cercheremo di sintetizzare. Anzitutto si intende il Verbo: Dio “dice” e “si dice”, cioè la Parola di Dio-Verità. Questo è l’aspetto rivelato, quindi fondamentale, in quanto fonda la comunicabilità di Dio. Tutto ciò che si può dire di Dio, o Dio dice di sé, o che noi conosciamo di lui, o che noi conosciamo di noi stessi attraverso di lui, tutto è fondato sul Verbo, cioè su questa Parola, sul fatto che Dio è comunicazione di se stesso.
Secondo significato: la Parola di Dio è per eccellenza Gesù Cristo, il Verbo in mezzo a noi, Dio detto e manifestato a noi. È Gesù in tutto l’arco della sua vita, che ci manifesta il Padre, e adempie anche la sua funzione di Logos ed esprime Dio-Parola. Quindi, ogni Parola di Dio va riferita a Gesù Cristo ed ha la sua efficacia creativa e normativa dal fatto che Gesù si è fatto uomo e ci ha detto Dio, ci ha manifestato il Padre.
Terzo significato: sono le parole dette nella storia della salvezza dai profeti e dagli apostoli per manifestare il piano divino presente in Gesù. Queste parole della predicazione profetica e apostolica, nel 95 per cento dei casi, sono nella Scrittura la “Parola di Dio”. Infatti, nella Bibbia, quasi sempre – quando si parla di Parola di Dio – ci si riferisce alla parola che un profeta ha detto in nome di Dio per manifestarne il disegno di salvezza tra gli uomini: una parola umana, che si ascolta con le orecchie, che si può ripetere e analizzare, ma sempre in riferimento diretto al Cristo e al piano di Dio Padre.
Quarto significato: sono le parole di tutti coloro che sono connessi con l’attività profetica e apostolica ed hanno scritto per ispirazione divina la Parola di Dio: saggi, cronisti, legislatori, sacerdoti ecc. Ed ecco la Bibbia. Infatti, solo a questo punto passiamo alla Parola scritta cioè alla Bibbia, vale a dire le parole degli apostoli e dei profeti messe in scritto per ispirazione di Dio, per manifestare il suo piano presente in Cristo che ci rivela la volontà del Padre. Possiamo notare qui che la Bibbia, pur essendo ciò che abbiamo detto, ha relazione immediata da una parte con la parola viva d’Israele e della Chiesa primitiva, e dall’altra con Cristo e con il Padre mediante lo Spirito che la ispira. È un momento privilegiato in quanto se fosse solo una messa per iscritto delle parole profetiche e apostoliche, potrebbe essere solo un documento storico: invece è in relazione da una parte con Israele e con la Chiesa viva e dall’altra con il Verbo per mezzo dello Spirito che la ispira. La Bibbia continua a vivere nella Chiesa, nella quale è nata, specialmente nella liturgia, come ci dice chiaramente il Concilio Vaticano II. Tuttavia non soltanto nella liturgia – specie se considerata in senso astratto, cioè solo come tempi specifici dedicati al culto divino –, ma in relazione con tutta l’attività della Chiesa. Da quale tipo di attività della Chiesa è nata la Bibbia? In particolare da quella del Nuovo Testamento: dalla predicazione, dalla catechesi, dalla riflessione, dalla esortazione (pensiamo alle lettere apostoliche), dall’educazione spirituale e sapienziale. La Bibbia rivive in tutte queste forme della vita ecclesiale.
Il significato del termine “Parola di Dio” non è ancora esaurito, in quanto nel Nuovo Testamento è anche “Parola di Dio” la parola della predicazione cristiana: e questo è il quinto significato. Perché Parola di Dio? Perché riferita immediatamente a tutti i termini precedenti (vale a dire Bibbia, predicazione apostolico-profetica, Gesù Cristo, disegno di Dio) e resa presente. Utile ricordare il capitolo 19 degli Atti, in cui vediamo la Parola essere in concreto la predicazione cristiana: “Paolo rimase per due anni a insegnare nella sinagoga cosicché tutti gli abitanti dell’Asia poterono ascoltare la Parola del Signore” (At 19,10). Questa Parola del Signore è la quotidiana parola di Paolo. Che cosa contiene questa Parola del Signore? Lo vediamo nello stesso capitolo al v. 8: “Paolo parlò con molta franchezza, discutendo e persuadendo su quanto riguarda il Regno di Dio”. Quanto riguarda il Regno di Dio può essere Parola del Signore. Oppure al v. 20: “La Parola di Dio cresceva e si consolidava”. Qui si vede quanti significati ha questa Parola. Praticamente è la Parola predicata da Paolo, ma che si identifica poi nella comunità stessa che cresce. La Parola di Dio a un certo momento è quindi identificata con la stessa Chiesa che la pronuncia e vive di essa. Al capitolo seguente, v. 20, abbiamo altri aspetti della Parola di Dio. Nel discorso di Paolo agli anziani di Efeso è detto: “Ho predicato e istruito in pubblico e nelle case, annunziando a giudei e greci la conversione e la fede in Cristo Gesù” (At 20,31). Questa è dunque la predicazione cristiana che annuncia la fede, la conversione e tutto questo rientra nella Parola di Dio. E ancora: “Vi ho annunciato tutto il disegno di Dio” (At 20,27), “annunciare Gesù” (At 9, 20). Tutta questa multiforme predicazione è Parola di Dio. E qui già siamo nel clima degli esercizi, dove si annuncia la fede, la conversione, Gesù Cristo attraverso la testimonianza degli stessi cristiani, non soltanto sulla base della Scrittura ma anche con la parola viva. Anche negli esercizi giunge qualcosa che si può veramente chiamare ed è, nel senso più vero, Parola di Dio, perché collegata a tutte le realtà precedenti e attualizzata dalla testimonianza di chi vive la Parola. Quest’ultimo punto merita una particolare attenzione, in quanto ci pone più a contatto con la parola viva della predicazione cristiana ed è quello che si esplica direttamente negli esercizi, nei quali la Parola influisce come libro e come testimonianza di predicazione.
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