Manca poco alla partenza del pellegrinaggio pasquale a Lourdes organizzato dai Silenziosi Operai della Croce in collaborazione con il Centro Volontari della Sofferenza di Brescia, le due associazioni fondate dal beato Luigi Novarese (nt a Casale M. nel 1914 – mt a Rocca Priora nel 1984). Il pellegrinaggio, che quest’anno si svolgerà dal 16 al 23 aprile, da oltre 40 anni conduce in treno a Lourdes, nei sette giorni della Settimana Santa, più di 560 persone fra fedeli, malati (molti in barella e in carrozzella), volontari, medici e religiosi.
A guidare le meditazioni e le preghiere quest’anno sarà Sua Eccellenza mons. Domenico Sigalini, che porterà i fedeli al riflettere sul tema “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” (Lc 6,20).
“E’un momento di grande fraternità e comunione – spiega don Janusz Malski, moderatore generale dei Silenziosi Operai della Croce –. Si crea sinergia fra le persone sane e malate: le prime che vengono per aiutare mettendo a disposizione gambe e braccia, le altre che mettano a disposizione del Signore la propria vita segnata dal dolore”.
Durante le giornate saranno presenti le Stampelle che sorreggevano il beato Luigi Novarese durante gli anni della malattia. “Due stampelle possono sembrare una reliquia strana – dice Maria Teresa Neato, Sorella dei Silenziosi Operai della Croce -. Sapendo il cammino di santità che hanno sostenuto, diventano però preziose per noi che vogliamo solcarne le orme. Questa realtà di vita sui passi di Cristo sofferente e risorto, condivisa con tanti fratelli in cerca del senso e del valore di un’esistenza che pareva troppo fragile anche per reggersi da sola, ha plasmato l’esistenza e le opere del nostro fondatore”.
La reliquia dal primo aprile è stata ospitata nella cappella della casa dei Silenziosi Operai della Croce a Montichiari, dove vari gruppi di aderenti al Centro Volontari della Sofferenza di Brescia e molti fedeli si sono avvicendati in preghiera per comprendere l’insegnamento spirituale del beato Novarese. Egli, infatti, sapeva che cos’era la sofferenza. Non per sentito dire, ma perché l’aveva vissuta durante la giovinezza. Malato di tubercolosi ossea, dato per spacciato dai medici perché nella prima metà del Novecento non esistevano cure efficaci, sopravvisse alla malattia grazie a una guarigione avvenuta per grazia divina che i dottori definirono “scientificamente inspiegabile”. E nell’infermità trovò la strada.
“L’individuo può essere inchiodato su un letto o a una carrozzella, potrà vivere in un ricovero o in un sanatorio, ma l’anima può svolgere la sua attività anche se il corpo è materialmente inefficiente (…) Soltanto in questo modo anche se si è chiusi fra quattro pareti, gli orizzonti si allargano, le possibilità si moltiplicano, si diventa forti, costruttivi e invincibili come diceva san Paolo: quanto più sono debole, tanto più sono potente” (Luigi Novarese da “A servizio di Maria Santissima”, Edizioni CVS).
Sotto questo aspetto Novarese si rivelò l’esploratore delle risorse dello spirito nei limiti del corpo sofferente e, su questo tema, si confrontò con la medicina del suo tempo dimostrando come la vita spirituale del malato possa assumere un ruolo importante nel modo di affrontare la malattia.
Il viaggio si svolgerà in treno, attrezzato al trasporto di malati ad esempio, di SLA, quelli affetti da decalcificazione alle ossa, ai traumatizzati per gravi incidenti, e ai disabili gravi.
“Il pellegrinaggio ci aiuterà a vivere il triduo pasquale a Lourdes – spiega sorella Eleonora Cocca, Silenziosa Operaia della Croce, che da anni segue la preparazione del pellegrinaggio – ed è un’occasione speciale per tutti coloro che, a causa della malattia, sono costretti a vivere le celebrazioni in TV. Ci saranno medici e infermieri che se ne prenderanno cura”.
Un legame quello tra il beato Novarese e il santuario mariano molto solido. Nell’Accueil, infatti, l’ospedale che ospita i malati in pellegrinaggio a Lourdes, dal 2012 è presente il ritratto di Novarese, raffigurato con le mani giunte in preghiera davanti alla Grotta. “Un anno prima della beatificazione di Monsignore (2013, ndr), – dice don Luigino Garosio, primo successore alla guida dei Silenziosi Operai della Croce dopo la morte del fondatore – Lourdes ha deciso di dare questo riconoscimento al nostro Padre per ricordarne la santità, ma anche per sottolineare la vitalità di un insegnamento che continua a dare frutti”.
Scrivi un commento