Conosciamo il volto della nostra Madre spirituale
Parlando di Maria SS.ma quale via che ci deve portare ad una vera ripresa di vita cristiana, viene spontaneo domandarci quale sia la sua fisionomia morale, proprio per poterla considerare, studiare, imitare. In questo incontro ci sforzeremo ci comprendere qualcosa sulla bellezza del Suo Cuore materno; un Cuore ripieno di grazia, un Cuore Immacolato.
Che significa essere ripieni di grazia, fin dal primo istante di concepimento?
Questo è il primo punto della nostra meditazione.
Essere ripieni di grazia fin dal primo istante di concepimento negativamente significa essere immuni da qualsiasi ombra di colpa e da qualsiasi sua conseguenza.
Positivamente, invece, significa essere fin dal primo istante di vita amici di Dio.
Conseguenze immediate: per la parte negativa, significa essere anche immuni dalla concupiscenza; per la parte positiva, vuol dire avere assieme alla vita di Dio, anche le virtù infuse teologali e cardinali.
Nella storia dell’umanità una soltanto è la creatura che, dopo la caduta dei nostri progenitori nel Paradiso terrestre, sia stata concepita immacolata, ed è Maria Santissima.
Tutti noi, al contrario, veniamo alla luce con le conseguenze funeste del peccato, tra cui oltre la privazione della vita di Dio, abbiamo pure la concupiscenza: nel desiderio interiore disordinato che ci spinge a indebitamente ricercare al di fuori dell’ordine stabilito da Dio, l’esaltazione del nostro io, l’appagamento dei sensi, l’attaccamento alle cose della terra.
Alla base della concupiscenza sta la superbia, come alla base dell’ubbidienza sta la carità. Nella superbia ci sono le radici dei sette vizi capitali, come per opposto nella carità ci sono le radici di ogni virtù. In Maria SS.ma l’aspetto negativo non esiste.
Il Signore – ha proclamato Ella stessa – ha fatto in me grandi cose. Ma queste grandezze hanno la loro naturale origine in Dio, mio Salvatore, perché egli ha riguardato la bassezza della sua serva e per di più la sua misericordia, che è restrizione di amicizia tra Dio e l’uomo, si estende di generazione in generazione fino alla consumazione dei secoli.
Il Cuore della nostra Madre spirituale, adunque, quale conseguenza del Suo stato di elezione, è stato arricchito di ogni virtù, quindi di ogni bellezza da parte di Dio Padre che così, con decreto eterno, l’ha voluta in vista della sua partecipazione attiva al piano di salvezza.
Il candore della Madre è l’ornamento naturale del suo Divin Figlio che in Lei ha preso carne.
Ma chi potrà mai commisurare il cumulo di santità e quindi il consequenziale aumento di virtù che avvenne in Lei, nel momento in cui lo Spirito Santo l’adombrò, rendendola vero tabernacolo dell’Altissimo?
Lo Spirito Santo, autore dell’umana santità, ha fatto del cuore di Maria Santissima il cuore tipo della carità umanizzata di Dio, riflesso perfetto della carità del Cuore di Gesù.
La comunanza di vita poi con il Divin Figlio ha causato in Lei ampiezze di carità costruttiva, ampiezze di vedute, di sensibilità, di disponibilità, di solidarietà che nessuno di noi potrà mai corrispondere.
Basti pensare ai nove mesi trascorsi dal Verbo Eterno nel seno della Vergine Santa, mesi in cui si è stabilita una comunanza di vita e di sentimenti tali che gradatamente portarono la Madre a maturare nella carità del Figlio fino al punto, proprio in forza dell’amore di cui era ripiena, di maternamente acconsentire al sacrificio del Suo unigenito. Mesi quindi in cui si è realizzata la vera promozione di tutta l’umanità.
Dinanzi a tale splendore di santità non ci rimane che ripetere, con piena soddisfazione, dal più profondo del cuore, “Tutta bella veramente sei, o Maria, e nessuna macchia vi è in te”.
Il tuo splendore e la ricchezza dei tuoi tesori sono però anche nostri e per noi tu sei stata costituita madre, avvocata, ausiliatrice. Per questo tutte le genti giustamente ti chiameranno beata.
Nel secondo punto consideriamo il Cuore Immacolato della nostra Madre spirituale proteso a liberamente realizzare la divina volontà in se stessa senza mai badare alla propria persona.
Non abbiamo noi mai pensato a quanto importante e nello stesso tempo difficile per un apostolo sapersi dimenticare nell’esecuzione dei progetti, nelle prospere ed avverse circostanze, nei successi e negli insuccessi, nella malattia e nella salute, nell’isolamento o nella popolarità.
Questa nota caratteristica è la misura dell’adesione della volontà umana con la volontà divina; è la misura della fede in Dio; è la misura della morte del proprio io.
Maria SS.ma ci offre meravigliosi esempi di distacco da se stessa; cogliamone uno, l’Annunciazione.
In tale circostanza la Vergine benedetta non pensava alla propria persona; non pensava nemmeno a Giuseppe, creatura da Lei amata, scelta per diventare suo sposo. Creatura a cui sarebbe Ella rimasta unita non soltanto per comunanza di vita, ma ancor più per la condivisione delle scelte fatte: in patto di verginità totale e di completa donazione a Dio aveva unito e saldato il loro cuore.
Nel giorno del colloquio con l’Angelo, dinanzi a Lei c’erano soltanto la carità di Dio che pulsava al cuore della creatura con il suo immenso amore di redimerla; l’offerta del Figlio minutamente descritta dai Profeti nella sua realizzazione; l’ardore dello Spirito Santo che voleva ancora stabilire nel cuore dell’uomo la sua abitazione; il bisogno per l’umanità di essere redenta.
La Vergine umile allora non badò più alle proprie scelte, ma con infinito abbandono pronunciò il suo “si” pur sapendo che una spada le avrebbe trapassato il cuore e che Ella sarebbe stata la madre dell’Uomo dei dolori.
Dimenticò se stessa sempre, la nostra carissima Madre, per darci l’esempio del distacco con cui dobbiamo servire il Signore, diventando sul suo esempio intenti soltanto a ricercare sempre la sua divina volontà anche se ciò per noi, come lo fu per Lei, significa fare della nostra vita un solo sacrificio con quello del Cristo.
Nella terza parte di questo incontro consideriamo come il cuore della Madre spirituale sia stato un cuore attento ai movimenti della grazia.
Un cuore amico di Dio, che il Lui confida ed a Lui tende, necessariamente deve essere un cuore attento ai movimenti della grazia per fare sempre la divina volontà a qualunque prezzo.
La vita di Dio in noi è principio vitale d’azione; un principio che vuole continuamente lievitare, proprio perché favilla dell’immensa ed eterna carità operativa di Dio.
Quanto sbagliano coloro che pensano che il cristianesimo sia una trincea di “no” che scatta attorno al cuore di chi stabilisce di fare della propria vita una gioiosa donazione a Dio ed al prossimo per la sua salvezza. Proprio perché la vita cristiana è partecipazione alla vita divina, il fedele, sospinto dalla grazia, protende a tutto ciò che è bello, onesto, santo, ordinato, pudico, caritatevole anche a costo di sacrifici grandi, costosi, che per costosi che siano, sono sempre inferiori al sacrificio totale di se stesso compiuto da Nostro Signore Gesù Cristo sul Calvario assieme alla Sua e nostra Madre.
Quanto il nostro cuore è diverso dal Cuore della nostra Madre spirituale, quante brutture, quanti compromessi noti e nascosti, conosciuti soltanto da Dio.
L’Immacolata col suo fascino di grazia, di bontà, di candore è lì dinanzi a noi, invitandoci a seguirla per il difficoltoso sentiero della perfezione che, se da una parte è circondato da difficoltà, è però illuminato dalla divina grazia ed è pegno di vera ed inalterabile gioia e non soltanto nell’altra vita.
Alla nostra Madre spirituale adunque affidiamo le sorti dell’anima nostra disposta a seguire le sue materne ispirazioni per diventare sul Suo esempio vere trasparenze del Cristo.
[Beato Luigi Novarese – Il Cammino dell’anima]


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