Si terranno dal 17 al 19 febbraio, nell’Aula Paolo VI, i lavori di un Simposio organizzato dalla Congregazione per i Vescovi e dal Centro di Ricerca e di Antropologia delle Vocazioni dal titolo: “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”. Parteciperanno all’incontro cardinali, preti, laici, religiosi
Una riflessione a trecentosessanta gradi sul tema del sacerdozio, ricordando carisma e tradizione, ma anche analizzandone le derive come abusi o clericalismo, e ancora studiando le istanze emerse negli ultimi Sinodi o in percorsi sinodali nazionali su questioni come celibato e vocazione. Saranno comunque tre giorni intensi di riflessione e approfondimento che saranno aperti da Papa Francesco giovedì 17 mattina, alle 9.10.
E proprio a partire dalle parole del Papa – “Dio chiama a un particolare stato di vita: a donare noi stessi nella via del matrimonio, in quella del sacerdozio o della vita consacrata” – che si snoderanno gli interventi dei relatori invitati: vescovi, teologi, sacerdoti, laici, religiosi. Tutti riuniti in nome di quella “sinodalità” voluta da Francesco per “accrescere nel popolo di Dio la partecipazione, la comunione e la missione”.
Tre i filoni principali che affronteranno i relatori: “Tradizione e nuovi orizzonti”, “Trinità̀, missione, sacramentalità̀”, “Celibato, carisma, spiritualità̀”. Presentando il Simposio in Sala Stampa vaticana, il 12 aprile 2021, lo stesso Ouellet chiariva che non si sarebbe trattato di “un Simposio sul celibato sacerdotale” bensì di una occasione “per svolgere una riflessione profondissima sul tema del sacerdozio” partendo da vocazione e formazione e finendo con la questione degli abusi, che sarà “certamente un tema di riflessione profondissima”. Questa piaga nella Chiesa che, evidenziava in quell’occasione la teologa Michelina Tenace, professoressa della Pontificia Università Gregoriana, al banco dei relatori, “ha reso ancor più urgente ripensare sia il discernimento vocazionale che la formazione dei seminaristi”.
L’incontro soprattutto vuole inserirsi nel solco del Concilio Vaticano II che aveva messo in rapporto il sacerdozio dei battezzati rivalutato dai Padri e il sacerdozio di ministri, vescovi e preti, di cui la Chiesa cattolica ha sempre affermato la specificità.


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