Pensieri sulla pace e sulla guerra del Beato Luigi Novarese. Preziose riflessioni per la preghiera personale
Il pericolo della guerra atomica non è fantasia di cuori agitati, ma è realtà vera ed incombente.
Ed è proprio in questo preciso punto che noi ammalati dobbiamo sentire la nostra responsabilità storica perché con l’offerta delle nostre sofferenze e con le nostre instancabili preghiere possiamo ottenere forse ciò che i potenti del mondo non possono.
É dovere pregare; è dovere offrire; è dovere moltiplicare i gruppi e dinamicamente vivere la vita dei gruppo per moltiplicare le suppliche e le offerte: il mondo ne ha bisogno.
La prima opera infatti che dobbiamo realizzare in noi stessi è l’instaurazione del Regno di Dio; ma instaurare un regno sicuro, tranquillo, nella pace, anche se attorno a noi, o dentro di noi, imperversa la bufera, scatenata dai nostri difetti e dal male che ci circonda.
Comprenderai l’utilità preziosa che può acquistare anche il dolore, quantunque in se stesso resti pur sempre una nota negativa inserita dal peccato nel pulsare dell’esistenza.
Nel silenzio abbrevierai le distanze, sarai col cuore nel bel mezzo della vita perché proprio da tale tuo inserimento in Cristo dipenderà la salvezza dei popoli, la pace tra le nazioni, la ripresa della Chiesa militante.
Rendete vivo il vostro dono, offrendo il vostro penare con parole vostre che sgorgano dal vostro cuore. Chiamate la Madonna presso di voi affinché sappia essa valorizzare tutto il vostro corredo di meriti. La Madonna sarà vicino al vostro letto, sarà la vostra alleata che dirigerà tutti i vostri meriti al Cuore del suo amatissimo Figlio per dissipare il pericolo di una guerra.
Che nessun ammalato abbia il rimorso di essere stato un disertore e di non avere fatto del tutto per stabilire nel mondo la vera pace.
La preghiera sola sbaraglia le potenze infernali, creatrici di tanto male e di tanto dolore.
Mentre la società sempre maggiormente estranea al suo vero benessere, corre agli armamenti, gli ammalati invece sono già armati, costituendo essi le realtà già pronte per la vera guerra, più impegnativa e più decisiva, quella da cui dipende l’eternità di un individuo.
Non temete quelli che possono uccidere il corpo. Temete piuttosto quelli che possono perdere l’anima e il corpo.
Ma quale è quel Capo di Stato ai nostri giorni che si sia veramente posto a disposizione dei belligeranti con una idea di spassionata giustizia e fraternità per far cessare la guerra? Se questo sforzo poi lo inseriamo nella giusta luce che ben gli compete del mandato apostolico, allora vediamo la continuità della missione caritativa dei Cristo, a beneficio dell’umanità.
A Fatima, celebrando nel luogo delle apparizioni a Cova de Iria, pregando, ove l’Angelo apparve ai tre bambini di Aljustrel ed inginocchiandoci sulle tombe di Giacinta e di Francesco, abbiamo visto la necessità di fraternamente insistere su questo pressante e programmatico messaggio, presentato da Colei che unica, in questo momento di desolazione e di guerra, può intervenire.
[Dagli scritti del Beato Luigi Novarese- Fondo Novarese Causa di Beatificazione]
Risuono con piena adesione e collaboro nell’offrire con tutti gli ammalati del mondo.Non voglio essere un disertore ma un povero combattente in prima fila