Festa dell’Immacolata
dall’Omelia del Beato Luigi Novarese alla Santa Messa – Re, 8 dicembre 1976
Quali sono altre virtù fondamentali dell’Immacolata? L’umiltà, l’ubbidienza. Va da sé che non posso fare la predica o le prediche sull’umiltà in questa sera, però l’umiltà vuoi dire pigliare la statura che permette l’ingresso in Ciclo, perché il Ciclo ha una porta che non è spalancata come ci pare, ma è bassa, è piccola e in Paradiso entrano soltanto quelli che diventano come i bambini. Se non diventerete come questi bambini, non illudetevi, in Cielo non entrerete. Abbiamo già detto altre volte come si diventa come i bambini, come si comporta un bambino, come dobbiamo essere noi come i bambini nella vita comunitaria. Chi non l’ha sentito lo imparerà poco per volta, non si nasce maestri in un colpo solo. Ed allora dobbiamo imitare la Vergine Santa nella umiltà. Guardatela ai piedi della croce, guardatela nel dubbio di San Giuseppe, guardatela come si comporta accanto alla cugina Elisabetta, guardatela come si comporta quando dice che vuoi parlare col Suo Figlio e come lui risponde. Vedete la sua reazione; abbiamo da esercitarci, tutti.
Ubbidienza. L’ubbidienza è la virtù che la Madonna ha positivamente sottolineato con miracoli veri e propri nella vita associativa. Ubbidienza va (sottolineato dieci volte) osservata, vissuta, non è in teoria, è in pratica, dal come si sta a tavola, dal come bisogna servirsi per mangiare, perché si tende magari a mangiare poco o a mangiare troppo, e quindi l’ubbidienza avvolge tutta la persona. È così! Nella vita associativa l’ubbidienza avvolge tutta la persona, come ha avvolto tutta la persona del Cristo, come ha avvolto tutta la persona dell’Immacolata e così avvolge tutta la persona del Silenzioso Operaio della Croce. Ecco. Ed allora, osserviamo l’ubbidienza della Madonna e mi pare che abbiamo da imparare, via, io e voi, tutti assieme. L’ubbidienza nel ricercare la volontà di Dio, desiderio, protesa. San Bernardo, spiegando i sette gradi dell’ubbidienza dice che dobbiamo, mi pare nel terzo grado, dobbiamo essere protesi a capire la volontà del superiore e a gettarci ad attuarla. Oh, va’ da sé, senza ragionarci, senza discutere e senza nemmeno rispondere. Quelle sono cose inconcepibili in un’anima che voglia vivere la propria consacrazione. Quello lo faranno i mondani o le anime che credono di vivere l’ubbidienza a modo loro e se la vivono a modo loro e aumenteranno di spiritualità a modo loro. L’ubbidienza va vissuta con quella prontezza con cui l’Immacolata, appena sentito che il Signore le proponeva di diventare la madre del Suo Divin Figlio, immediatamente “sì, ecco la schiava tua”. Non ha detto: “per carità, ma io devo pensarci, è una cosa così grande, mi sento turbata, mi sento troppo piccola. Falsa umiltà. Mi sento inadatta ad un piano così grosso, è bene vedere magari se ce n’è un’altra al mio posto. Tutte storie! L’Immacolata appena ha capito la volontà di Dio: Sì e con che prontezza. Appena capito che la cugina Elisabetta aveva una necessità: sì. Centocinquanta chilometri a piedi, pronta! E altri cento cinquanta per il ritorno. E arrivando non la vittima che arriva stanca e fa pesare quello che ha fatto, no. Arriva, saluta e canta. La Madonna è gioiosa, non è un muso lungo quattro metri, perché cerca la volontà di Dio e attua la volontà di Dio. Tanto decisa che il Concilio dice che era consenziente sul Calvario condivideva a quello che facevano al suo Divin Figlio. È vero. Deve essere fatto così? L’accetto. Mi fa soffrire? È necessario, perché amo tanto anche gli altri figli che devono realmente essere salvati attraverso queste sofferenza e siccome lo vuole il Padre lo voglio anch’io e siccome lo vuole il Figlio mio lo voglio anch’io e quindi adesso tutti vogliamo questo. Siamo d’accordo. Vedete che razza di ubbidienza e che razza di donna è la Madonna. Non è una sentimentale qualunque, una mezza cartuccia, una persona che si fa tirare gli stivali per camminare. Sa quel che vuole ed allora ce la mette tutta e cresce nelle virtù fondamentali teologali. Cresce, si arricchisce per sé per noi, in maniera che attingiamo e dal Cuore inesauribile del suo Divin Figliolo e anche dai suoi meriti personali.
Mi fermo qui per questa sera, altrimenti faremmo un romanzo. Ho detto soltanto uno dei primi basilari impegni per una persona che voglia vivere la propria consacrazione. Se io voglio pensare come la Madonna, devo vivere con le sue idealità, devo amare col suo cuore, devo essere disponibile al Signore come era disponibile l’Immacolata, altrimenti, abbiate pazienza, io penso con la mia testa, lei pensa con la sua testa; io credo di essere al suo servizio e lei aspetta che io invece mi metta sul serio a sua disposizione. Quindi sforziamoci realmente di vivere il programma della crocifissione dei nostri difetti, della nostra sensualità. Per sensualità intendiamo dire tutto quello che è appagamento dei nostri sensi, combatterli, crocifiggerli e badate che non riusciamo a diventare padroni di noi stessi se non facciamo ogni giorno un po’ di sacrifici sulla nostra sensualità, vale a dire ciò che contrasta il nostro corpo. È necessario, proprio come tattica giornaliera. Quindi imitarla su quei punti, imitarla nell’umiltà, imitarla nell’ubbidienza.
Più noi diventeremo simili a Lei, più noi avremo peso sul Cuore di Gesù. Più noi siamo identificati con Cristo, più il Padre è in noi e lo Spirito Santo è in noi e la Santissima Trinità pone la sua tenda nel nostro cuore. Ed allora, più noi siamo uniti a Gesù, più noi domandiamo al Padre, più otteniamo. Ci conviene!
Guardate, consacrarsi e vivere a metà è un fallimento, anche naturale, non soltanto soprannaturale, anche naturalmente. È come un marito e moglie che vivessero a metà la vita della loro famiglia, uno a destra e uno a sinistra, non valeva proprio la pena sposarsi. E così un’anima che si consacri o viva realmente fino in fondo il proprio ideale o si rassegni ad andare incontro alla tiepidezza ed attendere di essere dallo Spirito Santo, e quindi anche dalla sua sposa, dall’Immacolata, vomitata da loro. Vale a dire allontanata dal proprio servizio. Ci conviene? Vogliamo bene sul serio alla Madonna fino al punto di consacrarci a Lei? E be’, facciamo quello che è necessario per piacere a Lei sul serio, impegniamoci, saremo realmente nelle finalità della nostra vita, non c’è dubbio! Raggiungeremo proprio la pienezza della nostra esistenza, ma saremo anche punti gravitanti, traenti di grazie per tutta l’umanità, perché tutto quello che noi domanderemo al Padre nel nome del suo Divin Figlio noi l’otterremo e se non basta la nostra faccia, la Madonna metterà la sua, perché siamo consacrati a Lei. Mi dispiace, ma formiamo una cosa sola con Lei, quindi non credo che lei sia disposta a vedere un suo figliolo che si proponga di imitarla in tutto e che chieda quello che è necessario per la vita eterna per sé e per gli altri che subisca un rifiuto. Se lui non è degno, lei è degna e siccome lei è la nostra padrona, oltre che madre, apparteniamo a lei e allora aggiungerà il peso della sua voce.
[Fonte: Fondo Novarese – Causa di Beatificazione]


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