Una riflessione sulla bimba senza nome, vittima del naufragio a Cutro (Kr) indentificata con la fredda sigla kr14f9
Certo è veramente assurdo, inconcepibile, orripilante assistere a tragedie come quella avvenuta sulle coste calabresi, ma ancora più doloroso e sconcertante è vedere il corpo esanime di una bambina codificato come KR14F9, senza nome, senza più neanche la dignità di un nome.
Una creatura a cui è stato negato il futuro, negati i sogni della sua età e finanche la sua identità.
Un mondo osceno che si fregia di essere moderno ma che invece e intriso di indifferenza, utilitarismo, una patetica civiltà dell’immagine e del futile dove imperano le diseguaglianze e dove, purtroppo, ancora esistono persone di serie A e persone di seconda serie, emarginate, dimenticate, sfruttate, vilipese nella loro dignità di esseri umani.
La bimba identificata con la sigla Kr14f9 è e resterà il simbolo di cosa possano generare la disumanità, il cinismo, l’interesse economico, il falso patriottismo, la stupidità umana.
Mentre siamo nelle nostre confortevoli abitazioni, ebbri di notizie e di futilità mainstream, dedichiamo qualche minuto di raccoglimento, di preghiera per questa bambina senza nome, vittima innocente della ferocia umana che, si spera, possa trovare lassù l’abbraccio di Dio e la sua luminosa porzione di meritato Paradiso. (DG)


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