Che cos’è il deserto? Luogo solitario, privo delle impronte dell’intelligenza umana, abitato da fiere, scarsissima vegetazione. Nel deserto l’uomo veramente si sente sperduto nell’immensità; l’uomo necessariamente si protende verso qualcuno che è in alto, si protende al cielo. Sa che dalla terra non può avere nessun conforto. L’uomo è esposto alle intemperie, trova soltanto forza in se stesso e se guarda verso l’alto trova comprensione e conforto. Se nel deserto l’uomo vuole vincere, deve interiorizzarsi, appoggiandosi sulla forza non della natura, ma di Dio stesso. Nel deserto l’anima deve trovare la via del proprio cammino.
Il deserto esternamente è distacco dalle creature; il deserto internamente è positivo isolamento da me creato per tendere soltanto a Dio e affrontare in Dio tutte le mie difficoltà.
Spiritualmente parlando, ogni anima deve avere il proprio deserto; parlando come Associazione dobbiamo avere la nostra tenda, dobbiamo creare il vuoto dentro di noi, quindi via tutte le impalcature di costruzione, via tutti gli interessamenti, via tutti i legami, via tutte le possibili fantasie; perché nel deserto non si può fare proprio nulla di questo. E ciò che è deserto esteriore deve diventare deserto interiore.
Più restiamo nel deserto interiore più restiamo nella scuola del Cuore di Cristo. Restare nel Cuore di Cristo vuol dire entrare nel deserto della Divinità, dove non si trova nulla di umano, dove non si trova nulla che possa attirarci, dove troviamo soltanto la volontà del Padre. Nella scuola del Cuore di Cristo non c’è altro. Dove si impara un’arte sola e – bisogna essere ben distaccati da tutto – per imparare ad essere miti e umili di cuore perché se ci teniamo ancora le opinioni altrui, se ci crediamo di essere qualche cosa, che abbiamo qualcosa da difendere o qualche punto di interesse, non siamo nel deserto del Cuore di Cristo, siamo fuori di Lui.
[Fonte: Luigi Novarese – Pensieri]
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