Nei Vangeli, la Madonna parla soltanto sei volte pronunciando 154 parole in tutto e sempre con frasi brevissime: “Avvenga di me come tu hai detto”, “Fate tutto quello che Egli vi dirà”. Ebbene, di queste 154 parole, ben 102 appartengono a una sola preghiera: il Magnificat. È un canto per solista e coro e un ottimo modello di preghiera personale e comunitaria perché da un lato c’è l’esperienza personale, contrassegnata dalla ripetizione dell’aggettivo possessivo “mio”, e dall’altro quella dei fedeli che elencano le sette azioni di Dio: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Infine, c’è un’altra preghiera di Maria che è senza parole e si svolge sul Calvario, ai piedi della Croce, dove parla solo Gesù e le dice: “Donna, ecco il tuo figlio”. Maria resta in silenzio. Questo significa che esiste anche una preghiera muta e Dio la ascolta quando sale a Lui nel momento estremo della desolazione e del dolore. Non a caso, Lutero, commentando il libro di Giobbe affermava che “Dio gradisce di più le bestemmie dell’uomo disperato che non le lodi compassate del benpensante la domenica mattina nel culto”».

[Card. Gianfranco Ravasi, da Famiglia Cristiana]