Domenica 15 giugno 2025, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, si è tenuta la solenne celebrazione della beatificazione di Floribert Bwana Chui, giovane laico congolese ucciso nel 2007 per aver detto no alla corruzione. A presiedere la liturgia è stato il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, che ha proclamato ufficialmente Floribert beato a nome di Papa Leone XIV.
All’evento hanno partecipato la madre e i fratelli del nuovo beato, insieme a una numerosa rappresentanza della comunità congolese proveniente non solo dalla Repubblica Democratica del Congo, ma anche da tutta Italia e dall’ Europa. A condividere la gioia della beatificazione anche la Comunità di Sant’Egidio, alla quale Floribert apparteneva, presente il suo fondatore Andrea Riccardi.
Floribert aveva solo 26 anni quando, da funzionario doganale a Goma, si oppose al passaggio di un carico di riso avariato destinato al mercato. Non si piegò alle minacce né alle offerte di denaro. Scelse di difendere la salute della popolazione più povera, guidato dalla sua fede cristiana e da una profonda coscienza morale. Per questo gesto fu sequestrato, torturato e ucciso: un martirio che la Chiesa oggi riconosce come “in odio alla fede”.
La beatificazione di Floribert non è solo un atto di memoria, ma un segno profetico per il Congo, per l’Africa e per il mondo intero, dove la dignità umana è spesso minacciata dal potere del denaro e dalla cultura della corruzione.
Floribert è oggi simbolo di integrità, speranza e coraggio, un giovane che ha preferito morire piuttosto che tradire la propria coscienza e il Vangelo. Il suo esempio parla soprattutto ai giovani, chiamati a credere che la giustizia e l’amore sono più forti del denaro e della paura.
La sua vita, breve ma luminosa, ci ricorda che fare il bene costa, ma può davvero cambiare il mondo.
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