“Le sfide prossime venture. Scenari e modelli di intervento” è il tema dell’incontro “La Chiesa italiana e la salute mentale 3”,
promosso sabato 23 novembre a Roma dal “Tavolo per la salute mentale” coordinato dall’Ufficio nazionale per la pastorale
della salute della Cei. L’appuntamento (Pontificia Università Lateranense, ore 9-17) fa seguito ai due precedenti ed è rivolto
ad associazioni, istituti cattolici, professionisti che si occupano di salute mentale e a quanti si occupano di pastorale della salute.
Obiettivo, si legge nella presentazione, “promuovere una discussione sulle sfide prossime venture, illustrando dati attuali,
problematiche e modelli di intervento, con particolare riferimento a depressione, dipendenze, tema della crudeltà e funzione
della tecnologia anche in senso positivo, come per esempio in campo riabilitativo”. Secondo l’Oms, i sistemi sanitari di tutto
il mondo avranno come principale “fardello” le problematiche inerenti la salute mentale e, ulteriore elemento di preoccupazione,
l’incremento di condotte crudeli e aggressive, in particolare tra bambini e adolescenti, in cui rabbia e istintività sembrano predominare
sulla razionalità in una società ipertecnologica, in cui le nuove tecnologie hanno determinato non solo cambiamenti psicosociali,
ma anche lo sviluppo di nuovi ed efficaci modelli di trattamento riabilitativo. Al saluto di mons. Carlo Roberto Maria Redaelli,
arcivescovo di Gorizia e presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute, seguirà l’apertura dei lavori
di don Massimo Angelelli, direttore del citato Ufficio Cei. Quindi gli interventi, fra gli altri, degli psichiatri e componenti del Tavolo
Alberto Siracusano, Luigi Janiri, Stefano Vicari, Tonino Cantelmi.
scusatemi ! Ho visto solo ora alcuni errori di scrittura e parole mancanti..
Molto interessante questo Convegno. Non sono un’addetta ai lavori (solo un’insegnante di sostegno prossima alla pensione) ma mi piacerebbe sapere se qualcuno dei relatori richiamerà alla emergenza educativa in cui ci troviamo. Temo che purtroppo pochi si stiano rendendo che sarebbe necessario uno sguardo ampio su ciò che è in essere nell’individuo, PRIMA della malattia o dipendenza. La società, cioè la scuola ha da tempo abdicato al ruolo educativo al quale, insieme alla famiglia, sarebbe preposta. La fragilità dei ns giovani e le dipendenze di tutti i generi, penso siano figlie di una mancanza educativa. Lavoro con bambini dai 3-6 anni attualmente ed è evidente che i genitori non si preoccupano di formarli alla ‘fatica’, alla tenacia di portare a termine una cosa, al superamento della tentazione di dire ‘ma tanto non sono capace e quindi non ci riuscirò”; senza parlare dell’incapacità di dire un NO da parte degli adulti. E’ l’età in cui si costruisce la personalità del ragazzo che avverte di Altro tema: abuso di farmaci (si crea, la dipendenza). E’ scandaloso il farmaco prescritto come acqua fresca ai bimbi iperattivi (ci sarebbero tante soluzioni più semplici e meno dannose)- Novarese ha costruito tanto in termini di autostima con gli ammalati facendo scoprire il valore terapeutico della propria forza di volontà. Spero sia presente Mauro Anselmo che su questo tema ha già ampiamente argomentato l’attualità del tema, collegato alle scoperte delle neuroscienze.
vedo che i temi vanno oltre al titolo Chiesa e Salute Mentale
… sono incontri dove si amplia l’orizzonte delle problematiche esistenti
fanno molto bene … si riflette oltre gli orizzonti conosciuti
e mi pare che sia strettamente diretto agli operatori a vario titolo
mi piacerebbe partecipare
Cinzia