‟ Non so se è un caso, il fatto che questa bellissima struttura venga a compimento dopo questi mesi di sofferenza…! Forse, no…! Forse, era scritto che si dovesse concludere quest’opera in questo tempo…! Abbiamo avuto alle spalle mesi difficili, mesi di paura, mesi che hanno aiutato, spinto, ognuno di noi a ritrovare i valori umani fondamentali. Sono stati mesi nei quali ogni persona, di buon senso e responsabile, ha avuto modo di ricalibrare la gerarchia dei valori. Quando ognuno di noi ha avuto paura che potesse perdere la vita un suo caro, un suo nonno, un suo padre, egli stesso…, abbiamo capito le cose fondamentali della vita! Abbiamo capito che, senza questi valori umani permanenti, tutto il resto non conta nulla!”.
Sono le parole ‟ ispirate ”, direi quasi profetiche, il che non è poco per un laico, con cui ha esordito il Governatore della Campania, Vincenzo de Luca, che, invitato da mons. Arturo Aiello – vescovo della diocesi di Avellino, mercoledì 29 luglio 2020 – alle ore 18, ha inaugurato e tagliato il nastro della nuova struttura diocesana denominata “Polo Giovani” in via Morelli e Silvati ad Avellino, dopo la ferita del lockdown.
Dopo quasi 40 anni e quattro vescovi (Pierro, Forte, Marino e Aiello), ‟il sogno” – così lo definisce mons. A. Aiello, vescovo di Avellino – diventa realtà! Realtà, che ha cambiato più volte destinazione – progetto – forma!, e che, oggi, è riferimento per i giovani proprio dei valori pe0rmanenti!
Una struttura spiega don Marcello Cannavale – Direttore della Pastorale giovanile vocazionale della diocesi di Avellino – che nasce da una ferita, che provocò il crollo del Seminario: “Nasce da una ferita che è il terremoto del 1980. Il Seminario di Avellino era adiacente alla chiesa cattedrale. Dopo il terremoto e il crollo di quella struttura, si sentiva la necessità di realizzarla. Ci fu questa intuizione dei vescovi e dei sacerdoti dell’epoca, di dislocarla in quello che stava nascendo come ‟il Polo Scolastico”.
Un’intuizione santa, perché, oggi, abbiamo un ‟Polo per i Giovani” proprio nel cuore pulsante della città, dove i giovani vivono, soprattutto perché siamo nel ‟Campus Scolastico” della città di Avellino. E anche la genesi è diversificata: nasce all’inizio come Seminario e Casa per il Clero. Poi, la genesi ha fatto sì che la parte propriamente seminariale, intesa come formazione per i futuri sacerdoti, avesse poi una genealogia diversa. Questo il punto in cui, i sacerdoti e i giovani, possano incontrarsi in un luogo, come dire, che ci mette in una situazione di orizzontalità per tutti, era più necessaria ed importante per le nostre attività e per la nostra città”.
Il vecchio seminario, dunque, distrutto dal terremoto, ricostruito nell’area del ‟Campus scolastico del capoluogo irpino”, oggi, vede la luce! Ha un compito diverso da quello originario, sede dei futuri sacerdoti, ma la funzione è la stessa: accogliere, oggi, le nuove generazioni! Dare loro un punto di ritrovo, un luogo di riflessione. Anche papa Francesco fa pervenire un messaggio per la speciale occasione: ‟Nel giorno della inaugurazione del Polo Giovani, invio a tutti la benedizione. Siate bravi!! e pregate per me”, scrive di proprio pugno Sua Santità, benedicendo ‟il Polo” di Avellino. 12 sale, 1 Museo, 1 biblioteca, 1 laboratorio di restauro, le dimore per i futuri Sacerdoti e l’ampio giardino di ‟Parco Palatucci”, con annesse strutture sportive, fioriscono insieme a tale area verde, che, dal degrado nel quale quest’ultima era finita, oggi, a seguito della richiesta da parte del vescovo, è data in gestione trentennale, dal Comune capoluogo alla diocesi di Avellino.
Un progetto, dunque, di rinascita voluto dalla diocesi: in principio con il vescovo Mons. Gerardo Pierro; poi, con il compianto mons. Antonio Forte, di venerata memoria, cui è dedicata una sala della struttura; quindi, con mons. Francesco Marino, oggi Pastore a Nola (Napoli), presente all’inaugurazione ed infine, con il vescovo attuale mons. Arturo Aiello, che ha detto tra l’altro: ‟Noi poniamo i giovani al centro della nostra attenzione e della nostra missione. Senza di essi non abbiamo futuro. Assenza di lavoro e di speranza li condannano all’esilio e al conseguente depauperamento delle nostre terre. Ora, il Covid-19 è venuto a rimandarci, in maniera esponenziale, le cifre già drammatiche che coinvolgono i giovani e la loro occupazione. Il “Polo Giovani” non ha la presunzione di risolvere i problemi, che richiedono tavoli sempre più ampi di concentrazione, ma desidera proporsi come laboratorio di futuro. Perché le cose accadano ci vuole un luogo, ma affinché uno spazio diventi un luogo ci vogliono architetti di umanità! ”.
Hanno impreziosito questo momento, ‟in un tempo non certamente facile per noi, per l’Europa e per il mondo intero”, il prefetto dott.ssa Paola Spena, il sindaco di Avellino dott. Gianluca Festa, i sacerdoti, le autorità civili e militari. Ci sono, naturalmente, i giovani, che in questi mesi portano avanti ‟I campi estivi” per altri giovani, con il motto: ‟Era Ora!…”.
La Regione Campania, che ha contribuito alla riqualificazione della struttura, c’è con il Governatore Vincenzo De Luca. Mons. Aiello chiede allo ‟sceriffo” di deporre ‟il lanciafiamme” e dare una carezza ai giovani, che nella provincia Irpina vivono un deficit di futuro.
Il Pastore ricorda anche il triste primato dei suicidi, De Luca annuisce. Spiegherà, poi, nel corso del suo intervento che la sua è stata solo una metafora, ma che se il compito di un vescovo è recuperare anche l’ultima pecorella, il suo compito e di chi ha cariche di governo è di garantire l’ordine per tutti! Ai giovani De Luca dice tre cose: ‟ 1. non rinunciate mai all’autonomia e alla libertà! Siate donne e uomini liberi, padroni di voi stessi, liberi da droghe, devianze, dipendenze. La cosa più moderna è l’uomo, la sua umanità! Ce lo ricorda questo grande Papa! Cioè, il suo stare nella terra. Il suo esistere. Cristo era Dio nella terra. Era l’Essere nella terra. Esistere, essere a contatto con la terra, i problemi, le contraddizioni, le difficoltà. 2. La cosa più moderna rimane l’insegnamento che vi hanno dato i vostri padri. I vostri padri hanno vissuto in maniera ‟religiosa”. Per me la religiosità della vita è credere che ci sia qualcosa oltre la nostra esistenza individuale, è sacrificare qualcosa di sé per lasciarla a quelli che verranno, perché possano vivere meglio. Questa è una cosa straordinariamente moderna! Non i cellulari o i tablet all’ultimo grido. 3. Siamo in una terra meravigliosa, che ha avuto uomini di grande pensiero e che hanno costruito l’Italia. La sala del Governo regionale è intitolata per questo ad un grande irpino: Francesco De Sanctis, grande intellettuale che ha speso la sua vita per creare una coscienza nazionale. Ci ha lasciato una grande eredità: la spinta a fare di più, basata sulla cultura della realtà, non sugli ideologismi. Non sono le parole che cambiano la realtà, è la conoscenza, la competenza, lo spirito di sacrificio, la capacità di organizzazione, la tenacia nella vita. Noi, abbiamo bisogno che voi, cari giovani, cresciate così: forti di questa cultura! Il valore di uno Stato è basato sul valore degli individui che lo compongono. Il Mezzogiorno d’Italia, l’Italia sarà grande, se avremo individui dotati di cultura, senso della realtà e di memoria del passato”.
Quasi a fare da contraltare alle parole del Governatore della Campania, l’intervento di Fiorentino Tomeo, a nome dei giovani della diocesi irpina e scout della parrocchia di S. Ciro ad Avellino:
‟Aiutateci a ‟sognare!”. Siamo pronti a metterci in gioco, ad essere disponibili verso il prossimo e a stimolare la nostra creatività. Soprattutto, oggi, che c’è bisogno di ricominciare a correre, che c’è bisogno di stare insieme, ‟Era Ora!…”.
Era ora: di uscire di casa…, di far diventare quel metro di distanza un metro di vicinanza…, di guardarci negli occhi, sia pur con la masherina…, di fare Comunità… e investire il nostro tempo…, perché, ‟è il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante! (da Il Piccolo Principe di A. Saint-Exupéry)”.