Questo brano fa parte di un’opera che ha per titolo LA PROVVIDENZA DI DIO. S. Giovanni Crisostomo scrive intorno al 407, da Cucus (oggi Göksun 2856 abitanti nel 1959) dopo essere stato esiliato da Costantinopoli. È un’opera che intende consolare il cristiano di fronte alle avversità  della vita. Il motivo è l’amore di Dio, che tutto vede e provvede. Da ciò il titolo.

 

VIII.

5. (Il Padre) infine diede compimento a tutti i suoi beni e inviò il suo Figlio.

6. E colui che è della sua stessa natura, diveniva ciò che io sono e camminando sulla terra si mescolava agli uomini.

Per essi faceva miracoli, per essi faceva le promessa, per essi veniva dato.

E invero alcuni beni li concedeva fin da quaggiù, altri li conservava per l’avvenire.

E quelli che operò quando ancora camminava sulla terra sono prova di quelli che darà .

E quindi per mezzo di essi diede compimento a ciò che aveva preannunciato:

Chi dirà  le potenze del Signore,

farà  sentire tutte le sue glorie” (Ps. 105 (106), 2)?

Chi non sarà  fuori di sé, chi non fremerà

davanti alla sua indicibile sollecitudine,

riflettendo come Dio abbia consegnato alla morte

il suo Figlio Unigenito,

alla morte più di tutte maledetta.

alla morte più di tutte vergognosa

alla morte dei criminali, a favore di criminali?

7. E fu inchiodato ad un’alta croce e fu sputacchiato

e fu schiaffeggiato, fu colpito in testa con bastoni,

e fu schernito, fu seppellito per carità ,

e furono posti sigilli sulla sua tomba.

E tutto ciò ha sopportato per te

ed a motivo della sua bontà  piena di sollecitudine,

per sopprimere la tirannia del peccato,

perché fosse abbattuta la fortezza del diavolo,

perché fossero spezzati i lacci della morte,

perché fossero aperte per noi le porte del cielo,

perché fosse eliminata la maledizione,

perché fosse cancellata la prima colpa;

perché tu imparassi la pazienza,

perché fossi educato alla resistenza,

perché niente della vita presente ti affliggesse:

né la morte, né la prepotenza,

né gli insulti, né le ingiurie,

né le persecuzioni dei nemici, né le calunnie,

né le aggressioni, né le denunce,

né le cattive insinuazioni, né qualsiasi altra cosa di simile.

8. Infatti, Egli ha è venuto e ha condiviso con te tutte queste cose

e tutto ha dominato in modo straordinario,

istruendoti e insegnandoti a non temere nulla di tutto ciò.

E neppure gli bastò ciò, ma, risalito al cielo,

inviò in dono la grazia ineffabile dello Spirito Santo

e inviò gli Apostoli per essere al tuo servizio.

9. E vedendo gli stessi messaggeri della vita soffrire mille sventure,

flagellati, insultati, naufraghi,

tormentati dalla fame e dalla sete,

ogni giorno in preda all’angoscia,

vivendo ogni giorno con la morte,

lo permetteva per te, a causa della sua premura.

Per te, o uomo, ha preparato anche un regno,

per te beni indescrivibili, la stessa sorte nei cieli,

la dimora eccellente e bellissima,

la felicità  che nessuna parola può descrivere.

10. Avendo dunque tu tante prove della sua provvidenza,

sia nel Nuovo, sia nel Vecchio Testamento,

nella vita presente, nella futura,

in ciò che sarà , in ciò che è,

in ciò che si compirà  ogni giorno,

in ciò che è fin dall’inizio, in ciò che in mezzo

e in ciò che è alla fine, in ciò che è sempre,

in ciò che riguarda il corpo, in ciò che riguarda l’anima,

e vedendo arrivare da ogni parte nuvole di prove,

che proclamano la sua provvidenza,

ancora dubiti?

 

(Sulla Provvidenza, VIII,5-14; SC. 79, pagg. 134-142)