L’Ancora: n. 5 – maggio 1960 – pag. n. 8-9

Anche quest’anno andremo a Lourdes con i cari Sacerdoti ammalati, carico di sofferenze umane, doppiamente consacrate, dal dolore e dall’Olio del Crisma.
Pellegrinaggio suggestivo, bello, delicato che ha sempre l’impronta della dolcezza e del sorriso della Vergine Santa.
La protezione della Madonna per il pellegrinaggio sacerdotale si esperimenta continuamente, momento per momento, realizzandosi sempre l’affermazione degli atti degli Apostoli: “ Perseveranti nell’orazione con Maria madre di Gesù “.
Se il pellegrinaggio sacerdotale è sempre così suggestivo nella sua realizzazione, esso è però altrettanto sempre preso di mira dalle forze avverse, che come dice San Paolo completamente ci circondano; così che si può affermare “la sofferenza della preparazione è pari al suo buon esito”.
Già arrivano le prime lettere dei cari Sacerdoti ammalati, desiderosi di partecipare al singolare corso di Esercizi Spirituali, che avrà luogo nella “ capitale della preghiera e della sofferenza “.
Sacerdoti che timidamente scrivono manifestando i loro desideri e palesando quasi con grande ritegno di pudore, la loro estrema povertà.
Dalla bassa Italia per esempio (si omettono i dati per ovvie ragioni) ci scrive un Confratello dicendo: “ sono immobile ed ho bisogno di una persona che mi
accompagni fino al punto di partenza, Roma. Mi mancano i mezzi per me e per la persona che mi dovrà accompagnare! “. Questa lettera non è l’unica che ci arrivi.
I nostri cari Sacerdoti ammalati sono poveri.
La tenue quota di partecipazione (L. 29.000 da Roma, Lire 27.000 da Milano C. e Torino, L. 26.000 da Genova con cinque giorni completi di permanenza a Lourdes, più due giorni di treno) inferiore al costo vivo della partecipazione, è per essi troppo elevata. Dovremo rispondere di no a tante domande?
Finora non si è mai risposto negativamente a nessuno.
La carità dei fedeli, ammalati e sani è sempre con larghezza venuta incontro: ammalati che si privano del viaggio a Lourdes per mandare un Sacerdote al loro posto, altri che esitano biglietti della lotteria per agevolare qualche Sacerdote infermo.
Non mancano le intenzioni di Messe che vengono poste a disposizione dei Rev.mi partecipanti in cambio della quota di partecipazione. Evidentemente se si vuole che l’offerta dell’intenzione della Santa Messa sia un aiuto e non un peso deve essere non inferiore alle lire 1.000.
La carità dei fedeli è stata sempre così larga da poter fornire ai Sacerdoti infermi e bisognosi il vestito, piccole somme in danaro, generi di conforto per le loro necessità,
É tutto ciò argomento di vergogna per il nostro clero?.
No! La povertà di tanti Sacerdoti ammalati è la loro più grande gloria: tutto essi hanno donato, senza mai nulla richiedere!
Naturalmente la carità delle anime buone è tutta ed unicamente convogliata verso I Sacerdoti ammalati.
E quest’anno che cosa faremo?
Ai cari lettori dare la risposta in proporzione delle possibilità e del desiderio di avere un Sacerdote quale offerente delle proprie intenzioni presso Maria Santissima.

Novarese