L’Ancora: n. 5 – maggio 1957 – pag. n. 1-3

Se col cuore traboccante di riconoscenza ringraziamo la Vergine Santa per averci chiamati e mantenuti al Suo servizio, non possiamo però non venire a voi, ammalati carissimi, per dirvi, in questo mese di maggio che dà inizio al decimo anno di apostolato, il nostro commosso “ grazie ”.
Voi avete seguito l’apostolato della valorizzazione del dolore in questi anni per attrattiva non di un programma personale, bello quanto si voglia; ma di un disegno di lavoro completamente impostato sulle richieste rivolte dalla Madonna a Lourdes ed a Fatima.
Di nostro in tale programma non c’è nulla. Se la Madonna non ci avesse assistito non sarebbe stato possibile realizzare quanto è stato attuato in questo decennio.
Il programma non aveva nel suo inizio l’estensione di oggi.
« Che cosa vorrà il Signore e fino a che punto la Madonna è con noi? ”.
Oggi, guardando indietro, dopo avere seguito tutte le cause seconde che si sono presentate, dobbiamo dire, se Maria Santissima non ci avesse sostenuti, noi non avremmo raggiunto gli obiettivi, che oggi sono una realtà: dalla Rivista agli Esercizi spirituali, dal pellegrinaggio dei Sacerdoti ai laboratori per ex ammalati rimasti impediti.
Il merito dunque è tutto di Maria Santissima.
Per questa ragione, formalmente vi invitiamo, in questo bel mese di maggio, a dire il vostro « grazie » alla Vergine Santa.
“ Grazie “:
a) per essere apparsa a Lourdes ed a Fatima ed averci lasciato le Sue parole che sono per noi guida e programma;
b) per averci voluto alle Sue dipendenze quali strumenti modestissimi nella realizzazione di quanto da Lei richiesto.
Il Grazie però più commosso Glielo diciamo per un altro motivo ancora: per averci voluto apprestare, proprio per l’inizio del nostro decennio, una Casa con un Santuario in maniera che fossero del tutto nostri.
Oggi, finalmente, possiamo dire di avere la « nostra » Casa ed un « nostro » Santuario da cui partirà questo apostolato per l’orientamento di tanti sofferenti.
La nostra Casa è molto povera, priva proprio di tutto, circondata però da una grande estensione di verde, sita nella Vallata dell’Irpinia ad Ariano (Avellino) all’altezza di 510 m. s.m.
Il Santuario ha un titolo che è richiamo e nello stesso tempo dice speranza ai sofferenti, “ Salus Infirmorum “.
La Madonna è apparsa colà, verso la fine del 1600, ad una pastorella guarendola dalla sua infermità. La pastorella era sordo-muta.
L’unica attrattiva per chi vuole andare al Santuario « Salus Infirmorum » è la Madonna. La strada carrozzabile cessa a poco più di mezzo chilometro dal Santuario. La luce manca, l’acqua bisogna andarla attingere alla vicina sorgente.
La povertà della casa è la nostra ricchezza, perché in tutto è simile a quella di Nazareth.
La Madonna del resto, donandoci una abitazione propria, doveva pur donarcela coli le caratteristiche della Sua casa, povertà e semplicità.
La Casa di Re dovrà essere grande e tecnicamente perfetta per ospitare a turni di’ rotazione ammalati per Esercizi Spirituali, la Casa di Ariano deve essere invece una casa di formazione spirituale per le anime che si dedicano a questo apostolato, il centro di partenza di tutto il nostro lavoro.
Toccherà alla Madonna, come sempre, far comprendere, attraverso gli eventi, come vorrà che si estenda questo apostolato ad Ariano.
Esso avrà inizio nella novena che precede la festa di Pentecoste.
La finalità di coloro che resteranno ad Ariano è, per ora, duplice:
a) vivere in comune nella perfetta osservanza della Regola onde prepararsi e poter poi sostenere ovunque l’apostolato della valorizzazione della sofferenza con Case di Esercizi e con laboratori per ex ammalati rimasti impediti;
b) servire gli ammalati della zona.
Un angelo veglia sulla Casa e sul Santuario, “ l’Angelo della Diocesi “, Monsignor Pasquale Venezia, preoccupato di una cosa sola: — e Sarei contento che in tutto il “lavorio” di Valleluogo apparisse solo ed esclusivamente la Vergine Santa, perché sono convinto che da sola ha fatto e farà grandi cose in quella valle benedetta. Il nostro amore di figli ci impone di nasconderci servendoLa nel silenzio ansioso, che attende il Suo trionfo. La mia preghiera è questa: « Ut adveniat regnum tuum, adveniat regnum Mariae! ».
E noi così, in questo atteggiamento di figli ansiosi per il regno di Dio, attuato per mezzo di Maria, vogliamo restare oggi e sempre.
Perché la Madonna a Valleluogo agisca, noi ci poniamo al Suo completo servizio con una perfetta consacrazione, proponendoci di voler essere strumenti suoi, desiderosi di una cosa sola, di poter restare al Suo servizio, sicuri che servendo Lei ed imitando al massimo le Sue virtù, noi serviamo Gesù e ricopiamo in noi per quanto possibile, le Sue divine virtù.

L.N.