Edizioni CVS: Gli ammalati realizzatori ed apostoli
dell’amore misericordioso del Cuore di Gesù – 1983- pag. 71-94

Relatore:
Mons. LUIGI NOVARESE

Il Santo Padre, Papa Giovanni Paolo Il, all’inizio della Sua Enciclica “Redemptor hominis” afferma: “Gesù Cristo è centro del cosmo e della storia” (R.H.1). Nella linea del Santo Padre e nel tema della nostra relazione, noi pure possiamo affermare che Maria SS.ma, Madre del Cristo storico e Madre del Cristo mistico, per divina volontà, è al Centro del Cosmo e della Storia, non in senso metaforico, ma reale e messianico.

Maria Santissima nel piano dell’amore misericordioso di Dio

Maria SS.ma con il suo inserimento nel piano della Redenzione è Colei, che, in un tempo ben preciso della Storia dell’umanità, realizza in sé, e non soltanto per sé, il piano della divina misericordia.

1. Maria SS.ma, concepita immacolata per libera volontà di Dio, è il punto di incontro fra la misericordia di Dio e l’umanità perduta.
Con il “Sì” da Lei pronunciato nell’Annunciazione e mantenuto fino ai piedi della Croce, Ella per prima ha realizzato in sé l’infinita Misericordia di Dio, una misericordia per Lei del tutto particolare che, sottraendola dalle conseguenze del peccato originale, l’ha arricchita di grazie, pari alla vocazione a cui era destinata.
La vocazione della Vergine Santa, fin dall’eternità stabilita, è quella di essere Madre di Dio e Madre degli uomini.
Con infinito amore Gesù dice: “Più si ama a chi più si perdona”; Maria SS.ma da Dio è stata amata in maniera del tutto particolare, totale ed assoluta: fin dal suo concepimento Ella è stata resa immune dalla radice del peccato, dal fornite della concupiscenza, per diventare Madre del Verbo Eterno, Madre quindi di Dio.
Nessuna creatura, adunque, nè angelica, nè umana è stata mai, nè mai sarà amata quanto Maria SS.ma.

2. Maria SS.ma, però, non è soltanto oggetto di santificazione, ma è pure soggetto di intervento nel piano della Misericordia di Dio, quale Madre del genere umano.
“Ogni opera — spiega S. Tommaso — della divina giustizia presuppone sempre l’opera della misericordia ed in essa si fonda. E così in ogni opera di Dio appare la misericordia, come sua prima radice. E l’influsso di essa permane in tutte le cose che vengono dopo, e vi opera con tanta maggiore efficacia perché le cause primarie hanno influssi più notevoli delle cause seconde”. (5. Tommaso, Summa Teologica 1, 9-21 a. 4).
L’opera della divina giustizia, che a noi chiaramente appare nel Genesi (3, 1 e seg.) immediatamente proclama l’opera della Misericordia; misericordia che si sarebbe attuata con forza strabiliante, non soltanto capovolgendo il piano della seduzione dell’uomo, ma indicando la nuova generazione, donando ad ogni uomo che vive in Cristo e con Cristo possibilità di cooperare con Lui all’opera della salvezza, inaugurando così i tempi nuovi, quelli della civiltà dell’amore.
Dio è carità, e proprio perché è carità immutabile ed eterna, Dio è fedele a se stesso; non viene meno nel Suo amore verso la creatura, anche se questa per debolezza Gli volta le spalle.
Dio, nella Sua misericordia infinita ed immutabile, continua a seguire la creatura che, con l’uso della libertà, segue le proprie scelte, stimolandola con la sua grazia misericordiosa all’infinito, se questo per la creatura fosse cosa possibile. La misericordia di Dio cessa soltanto con il cessare della vita dell’uomo, che davanti a Lui si presenta nella sua scelta definitiva.

Ma anche in quel momento la giustizia infinita di Dio sarà addolcita dalla sua infinita misericordia, che tiene conto di tutte le circostanze in cui l’uomo, in vita, si è trovato. I dannati, infatti, anche nell’inferno, soffrono secondo quanto a loro è dovuto.
L’Enciclica “Dives in Misericordia” al n° 9, concludendo il discorso riguardante la posizione di Maria SS.ma quale oggetto e soggetto di misericordia nel piano della salvezza, così afferma:
“Maria è colei che, in modo particolare ed eccezionale ha sperimentato la misericordia e al tempo stesso, sempre in modo eccezionale, ha reso possibile, col sacrificio del cuore, la propria partecipazione alla rivelazione della misericordia divina”. (D. in M. 9)
Accenniamo brevemente a

Maria Santissima, Madre della divina Misericordia.

Con il suo sacrificio fedelmente vissuto con Cristo ai piedi della Croce Ella ha cooperato alla epifania dell’Amore Misericordioso di Dio verso l’umanità, Epifania che ha inizio con l’Annunciazione e il suo trionfo sul Calvario. Di questo annuncio, per noi liberante, Maria SS.ma è la protagonista.
Proprio dalla testimonianza dell’Amore di Dio per l’uomo scaturisce la divina maternità di Maria SS.ma, da cui necessariamente deriva anche la spirituale maternità di tutti i redenti.
Maria SS.ma, Madre del Capo del Corpo Mistico, necessariamente è pure Madre di tutte le membra.
Maria SS.ma Madre di Dio e Madre nostra è pure Madre di Misericordia proprio perché Ella è Madre di Dio che è essenzialmente la Misericordia.
Maria SS.ma, essendo vera Madre di Dio, è Madre, quindi, anche di tutti gli attributi di Dio, e, in ordine alla nostra salvezza, l’attributo della Misericordia è il più importante.
Il fondamento poi dell’attributo della Misericordia — spiega Papa Giovanni Paolo II — sta nel fatto che Dio è “fedele al Suo amore verso l’uomo e verso il mondo, già rivelato nel giorno della Creazione”. (R. H. 9)
Gesù, divin Redentore, e Maria SS.ma, Madre nostra, amano ad oltranza l’uomo e tutto pongono in opera per la sua salvezza: Gesù con l’onnipotenza della Sua inesauribile grazia; Maria SS.ma con la Sua mediazione dettata dal Suo cuore di Madre nostra che ha la propria radice nel cuore Misericordioso dl Nostro Signore Gesù Cristo e che è amore incommensurabile per ciascuno di noi.
E proprio in questa luce possiamo affermare che la dimensione del desiderio della nostra Madre spirituale di esercitare la misericordia nei nostri riguardi ha qualcosa di infinito.
Gesù Cristo per obbligarci alla misericordia si è fatto, e costantemente lo è, presente nella vitalità del Corpo Mistico.
Il Cristo mentre percorre la via del Calvario era veramente oggetto di misericordia; come afferma il Santo Padre “Dio rivela anche la sua misericordia, quando sollecita l’uomo alla “misericordia” verso il suo proprio Figlio, verso il “Crocifisso””. (D. in M. 8)
“Cristo, appunto come Crocifisso — dice il Santo Padre —è il Verbo che non passa, è Colui che sta alla porta e bussa al cuore di ogni uomo, senza coartarne la libertà, ma cercando di trarre da questa libertà l’amore, che non è soltanto atto di solidarietà con il sofferente Figlio dell’Uomo, ma anche, in certo modo, “misericordia” manifestata da ognuno di noi al Figlio dell’Eterno Padre”. (D. in M. 8)
E per conseguenza non merita forse anche la Santissima Vergine misericordia, mentre con Cristo, e a Lui subordinata, coopera a donare misericordia a tutta l’umanità? (cfr D. in M. 9).
La tradizione cristiana ha trasmesso la “compassione” dei figli verso la Madre nella sequenza della festa dei Sette dolori di Maria Santissima a tutti nota, lo Stabat Mater.
Il Santo Padre, tirando le conclusioni di quanto insegna nella Sua meravigliosa Enciclica, dice:
“In tutto questo programma messianico di Cristo, in tutta la rivelazione della misericordia mediante la Croce, potrebbe forse essere maggiormente rispettata ed elevata la dignità dell’uomo, dato che egli, trovando misericordia, è anche, in certo senso, Colui che contemporaneamente “manifesta la misericordia?””. (D. in M. 8)
A questo esercizio di misericordia noi sofferenti, nel piano da Dio scelto e a noi dalla Vergine Santa presentato e dalla Chiesa approvato, siamo i primi chiamati e responsabilizzati a cooperare in virtù della nostra specifica vocazione, come ha detto Giovanni Paolo Il nei Suoi mirabili discorsi, come la nostra Madre spirituale ardentemente desidera e come la Chiesa con speranza attende.

Lourdes-Fatima-Jasna Gora

Passiamo ora alla dimostrazione pratica della divina misericordia verso l’umanità attraverso gli interventi della Madre della Chiesa fatti a Lourdes, a Fatima e a Jasna Göra: tre fari che illuminano gli uomini nel cammino di oggi.
— Lourdes e Fatima sono un richiamo ideologico e pratico diretto a responsabilizzare tutta l’umanità per distogliere gli uomini dagli errori e per sostenerli nel piano penitenziale del loro ritorno a Dio.
Jasna Göra è la dimostrazione dell’efficacia dell’intervento che Maria SS.ma esercita su di un popolo ove, invocata e riconosciuta quale Madre e Regina, cammina con l’uomo e nella vita della Chiesa, nel progresso della storia.

Lourdes

Richiamo soltanto qualche punto brevemente, perché spesso ne ho parlato.

1. La stessa Bernardetta nella sua lettera diretta al P. Gondrand riferisce:
“Alla vista di quella Signora, misi la mano in grembo dove trovai la mia corona del Rosario. Volli fare anche il segno di croce sulla fronte, ma non riuscii ad alzare la mano che mi cadde. Avendo quella Signora fatto il segno di croce, anch’io pur con mano tremante, mi sforzai, e finalmente riuscii”.
In questo fatto notiamo:
— l’esplicita volontà della Vergine Santa di tracciare per prima su se stessa il segno della croce con il crocifisso della corona che teneva nella mano sinistra, evidente richiamo alla realtà della Redenzione che cambia i destini della storia.
— La confutazione implicita del razionalismo e laicismo sfacciato e massonico che combattono e negano il soprannaturale nella vita dell’uomo.

2. La Madonna recitava la corona con la sua piccola confidente, facendo scorrere i grani del Santo Rosario quando Bernardetta recitava l’Ave Maria, ma unendo la sua voce a quella della fanciulla quando diceva il “ Gloria Patri”.
— La Madonna sottolinea che Ella segue la nostra preghiera, la fa sua e la presenta al Trono di Dio.
— La Madonna, nella stessa apparizione dice la Sua volontà che ciascuno abbia la propria corona: arma potente contro il demonio, mezzo con cui attiriamo grazie sull’umanità e possibilità di confronto della nostra vita con quella di Gesù e della nostra Madre spirituale.

3. La mancata apparizione della Vergine Santa alla Grotta, all’ora consueta, a motivo della profanazione del luogo avvenuta durante la notte da parte di due persone, significa che la Madonna non vuole avere nulla a che fare con chi è attaccato al proprio stato peccaminoso e con chi intende partecipare alle occasioni di grazia per semplice motivo di curiosità.
Tale intima e radicata avversione al peccato, fino a condividere poi la divina decisione di gettare i tralci secchi nel fuoco eterno, esprime la forza del suo amore misericordioso, che tutto pone in opera, parlando anche del mancato intervento, perché il peccatore si ravveda e ritorni a Dio.

4. La nostra Madre spirituale a Lourdes con insistenza ha richiamato l’umanità alla penitenza, conversione e sacrificio per la conversione dei peccatori: “ baciate la terra per i peccatori”.
La Vergine Santa chiede un maggiore apporto penitenziale per la conversione dei fratelli: impegno insito nella vitalità del Corpo Mistico.
L’uomo in Cristo e con Cristo diventa salvatore del fratello (cfr. Mt 18, 19-20) e indica le nostre possibilità quando il fratello non vuole ascoltare più nessuno.

5. La richiesta della Vergine Immacolata alla Bernardetta di dire al Sacerdoti “che si costruisca una Cappella e che si venga in processione” indica la sottomissione della propria volontà a coloro che nella Chiesa hanno la responsabilità del culto e della pastorale.
Avendo Gesù affidato ogni potere a Pietro e agli Apostoli, l’Immacolata si allinea alla volontà del Suo divin Figlio e, quale Madre della Chiesa, sottomette ogni suo desiderio alla Gerarchia della Chiesa.
Nessuno ha mai amato, nè mai amerà Gesù quanto Maria SS.ma. Nessuno quindi sarà umile ed ubbidiente quanto Lei.
uno stile di vita che la Madonna ci presenta; un modo di fare che testimonia il suo amore a Gesù ed alla Chiesa; è un modo di agire che deve riflettersi nei suoi figli, se tali vogliono essere.
Lourdes è un faro acceso dalla divina misericordia nel mondo per illuminare i passi dei figli attraverso l’incontro con la Madre.

Fatima

“Il Dio della creazione si rivela come Dio della redenzione, come “Dio fedele a se stesso””. (R. H. 9)
Questo amore misericordioso lo troviamo mirabilmente espresso nelle apparizioni di Fatima, dall’Angelo prima, dal Cuore Immacolato di Maria poi.
Il 13 maggio 1982, Giovanni Paolo Il parlando espressamente del programma dell’Immacolata, offre le ragioni per cui la Chiesa l’ha accettato ed approvato:
“Se la Chiesa ha raccolto il messaggio di Fatima è soprattutto perché esso contiene una verità e una chiamata, che nel loro fondamentale contenuto sono la verità e la chiamata della Chiesa stessa.
“Questa chiamata è stata pronunciata all’inizio del ventesimo secolo, e, pertanto, a questo secolo è stata particolarmente rivolta. La Signora del messaggio sembra leggere con una speciale perspicacia i “segni dei tempi, i segni del nostro tempo”.
Ed il Papa conclude: “Il contenuto dell’appello della Signora di Fatima è così profondamente radicato nel Vangelo e in tutta la tradizione che la Chiesa si sente impegnata da questo messaggio”. (13.V.1982)
Giovanni Paolo Il a Fatima si pone questa domanda:
“ Con quali sentimenti si presenta il Papa davanti alla Genitrice di Dio?”
“Si presenta, rileggendo con trepidazione quella chiamata materna alla penitenza, alla conversione perché vede quanti uomini e quante società, quanti cristiani, siano andati nella direzione opposta a quella indicata dal messaggio di Fatima.
11 peccato ha guadagnato un così forte diritto di cittadinanza nel mondo e la negazione di Dio si è così ampiamente diffusa nelle ideologie, nelle concezioni e nei programmi umani!
Ma proprio per questo, l’invito evangelico alla penitenza e alla conversione, pronunciato con le parole della Madre, è sempre attuale. Ancora più attuale di 65 anni fa. E ancor più urgente”.
Illuminati e sostenuti dalla parola del Santo Padre vediamo alcuni punti fondamentali:

1. Il Cuore Immacolato di Maria invita ed educa alla penitenza.
La formazione pedagogica e psicologica dei fanciulli alla penitenza non va limitata soltanto alle sei apparizioni della vergine Santa: essa ebbe già inizio con il triplice intervento dell’Angelo, avvenuto dalla primavera all’ottobre 1916.
Suor Lucia, commentando le parole e l’insegnamento dell’Angelo, scrive:
“Le parole dell’Angelo si impressero nel nostro spirito, come una luce che ci fece comprendere chi è Dio, quanto Egli ci ami e voglia essere amato, il dolore del sacrificio e come questo sacrificio Gli sia gradito e serva per convertire i peccatori”. (“Due richiami un solo scopo” di E.M. Psorulla).

2. Nelle richieste dell’Immacolata fin dalla prima apparizione vengono evidenziati questi punti:
— la volontarietà (“ Volete voi…?”) del proprio inserimento in Cristo Redentore;
— il valore soprannaturale espiatorio ed impetratorio della sofferenza accettata, vissuta ed offerta al Signore in unione alla sofferenza di Nostro Signore Gesù Cristo;
— lo scopo e la necessità di una più intensa offerta di sacrificio per bilanciare i tanti peccati che si commettono nel mondo;
— il sostegno della divina grazia nelle prove.
Dice infatti, a questo proposito, la Vergine: “Ben presto avrete molto da soffrire, ma la grazia di Dio vi assisterà e vi sosterrà sempre”. (1” Apparizione, 13 maggio 1917).
“Non scoraggiarti — dice l’Immacolata a Lucia dolente perché i due cuginetti sarebbero andati in Paradiso presto
— Io non ti abbandonerà mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio”.
Ciò che va qui sottolineato è quanto la Vergine Santa stia pian piano facendo per responsabilizzare i bambini sull’impegno di collaborazione che essi devono offrire per l’attuazione del piano di salvezza, moderandoli anche negli stessi sacrifici, come ad esempio nel non portare la corda attorno alla vita durante la notte.
La spinta più forte, però, a volersi sacrificare per i peccatori la Vergine Santa la diede con la visione dell’inferno che Ella ha sottoposto ai tre bambini, concludendo con le parole:
“Avete visto l’inferno dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori? Per salvarli il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”. (13 luglio 1917).
Il richiamo escatologico è evidentemente uno dei punti forti del Messaggio di Fatima.
Nelle parole pronunciate a Fatima troviamo proprio la dimensione dell’amore materno della Vergine Santa, “che —come disse Giovanni Paolo Il, (13.V.82) — col suo raggio comprende tutta la strada dell’uomo verso Dio, quella che conduce attraverso la terra, e quella che va attraverso il purgatorio, oltre la terra”.
E, a riguardo della visione sull’inferno, il Santo Padre nella stessa occasione afferma:
“Può la Madre, la quale, con tutta la potenza del suo amore che nutre nello Spirito Santo, desidera la salvezza di ogni uomo, tacere su ciò che mina le basi stesse di questa salvezza? No, non lo può”.

3. Dalla sollecitudine materna di Maria SS.ma dobbiamo cogliere il richiamo ad altre verità che sono indiscusso patrimonio della Chiesa, ma che, purtroppo, vengono misconosciute o trascurate, quantunque dal Magistero della Chiesa sovente richiamate.
A Lucia che domanda sulla sorte di due giovanette da poco tempo morte in Parrocchia, la Vergine Santa così risponde:
“ Una è in Paradiso, l’altra è ancora in Purgatorio”.
La malattia non è il più grande dei mali, ma essenzialmente è fonte di misericordia per tutti:
“Lo storpio non lo guarirò — dice l’Immacolata a Lucia —nè lo libererò dalla povertà. Reciti piuttosto tutti i giorni con la famiglia la corona; non abbia fretta. Io so quando meglio convenga venirlo a prendere”. (3a App.ne).
— La Madonna accenna ancora che alcune guarigioni vengono accordate dopo un preciso apporto personale di sacrificio e con la recita della corona: “Le altre persone otterranno le grazie desiderate durante l’anno prossimo, ma bisogna che recitino la corona”. (3a App.ne)
— Il dolore è via per il Cielo:
“Non vorrete guarire questa piccola bambina sordomuta?
— domanda Lucia alla Vergine Santa.
“Prima che passi un anno troverà qualcosa di meglio”. (5a App.ne)
— Lo stato di malattia è misericordia per lo stesso sofferente:
“Alcuni li guarirò — ancora la Madonna a Lucia — altri no, perché il Signore non si fida di loro”. (5a App.ne)
È difficile valutare la misericordia di Dio nelle sue grazie, se consideriamo quanto l’uomo sia immerso nel materialismo teorico e pratico, per cui nella catechesi dell’Immacolata la manifestazione dell’inferno è, tra i richiami, il più forte, il più misericordioso, il più responsabilizzante, perché adatto a fermare l’uomo sulla china che sta percorrendo.
Circa 30 anni dopo questa terribile visione la Serva di Dio Suor Faustina ne ebbe una analoga. La racconta nel suo diario del 20 ottobre 1936 e così conclude:
“Io, suor Faustina, per ordine di Dio, sono stata negli abissi infernali per testimoniare che l’inferno esiste”.

4. La Madonna esorta infatti i fedeli ad intercedere misericordia per i fratelli e perciò chiede che ad ogni decina della corona si dica:
“ O Gesù, perdonate le nostre colpe. Preservateci dal fuoco dell’inferno. Portate in Cielo tutte le anime e soccorrete specialmente le più bisognose della Vostra misericordia”.
Analoga invocazione fu suggerita dal Cuore Misericordioso di Gesù alla Serva di Dio Suor Faustina. E questa identità di concetti noi la troviamo anche nella preghiera suggerita dall’Angelo di Fatima ai bambini nella seconda Apparizione. È evidente che nelle apparizioni del Cuore di Gesù a Suor Faustina e negli interventi a Fatima la matrice è unica: Dio che invita alla Misericordia.

5. Il Santo Rosario, di cui la Madonna in ogni apparizione ha richiesto la meditazione dei misteri, è il mezzo veramente migliore per progredire ogni giorno nella conoscenza di Gesù e di Maria, nella conoscenza realistica delle verità escatologiche che riguardano ogni uomo e per essere con Maria SS.ma validi intercessori di misericordia per tutta l’umanità.

6. Soprattutto occorre nel messaggio di Fatima sottolineare la denuncia di responsabilità che la Madonna fa attraverso il Suo richiamo.
“Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno, perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro”.
L’affermazione è pesante e densa di responsabilità. Il medesimo concetto è tante volte richiamato da Gesù a Suor Faustina e con accenti pieni di misericordia.
Le parole della Madonna a Fatima sottolineano due concetti: Dio che salva gratuitamente; Dio che vuole la cooperazione della creatura.
Noi potremmo anche mettere in positivo il richiamo della Vergine Santa ed allora avremmo:
“Molte, molte sono le anime che vanno in Paradiso perché c’è chi si sacrifica e prega per loro” ed allora ecco la conclusione viva ed attuale e quanto mai pertinente.
E noi, ammalati, che per vocazione dobbiamo essere con Maria SS.ma strumenti di salvezza per tutti, “l’ammalato per mezzo dell’ammalato”, non vediamo nella denuncia dell’Immacolata un tacito e delicato rimprovero a noi rivolto?
Noi, se vogliamo, possiamo cambiare i destini della storia, ce lo ha detto Paolo VI, ed ha aggiunto: “La Società ha bisogno di voi”.
Noi, per vocazione, siamo la mistica presenza del Cristo che, per mezzo del nostro dolore, salva l’umanità, ma ad una condizione; che noi sentiamo con Cristo il desiderio di salvezza per ogni uomo di questo mondo.
Non vediamo, in questi tempi così densi di tenebre, le grandi necessità delle Chiese locali, della Chiesa universale? Certamente non possiamo illuderci di non dover rispondere a Dio del “talento” della sofferenza, posto nelle nostre mani! La condanna eterna dei fratelli sarebbe contro la nostra neghittosità.
Se il sacerdote non compie il suo dovere, il popolo a poco a poco si allontana da Dio. E se il malato non compie il proprio mandato vocazionale, quali responsabilità ha di fronte a questa società dissacrata e materialista!

Czestokowa – Jasna Göra che significa Monte della Luce

Potrebbe sembrare strano voler fare il parallelo tra Lourdes, Fatima e Jasna Gora. Eppure, quantunque ogni Santuario sia “ una particolare manifestazione della maternità di Maria riguardo agli uomini” (Giovanni Paolo Il, 13.V.1982), Jasna Göra nella storia della Chiesa ha una missione del tutto particolare.
— Lourdes e Fatima sono luoghi in cui la Vergine Santa ha rivolto i Suoi accorati appelli per richiamare e responsabilizzare la società,
— Jasna Göra invece è il Santuario della testimonianza in cui la Vergine nera non soltanto dimostra di essere nel cuore di ogni polacco, ma dimostra altresì di vivere col popolo i suoi problemi, di guidarlo e di sostenerlo nei suoi vari momenti storici, in cui la fede può essere in pericolo.
L’unione che esiste tra il popolo polacco e la Vergine Santa è un’unione quanto mai viva ed operante; unione che fa parte sostanziale del patrimonio familiare e della famiglia; nell’intero popolo polacco Maria SS.ma è al posto che compete ad una Madre ed è il primo.
Per tre giorni ebbi la gioia di sostare, con Sorella Myriam, Don Remigio e Sorella Irene, a Jasna Göra e dinanzi al flusso ininterrotto della folla che colà affluiva da ogni parte della Polonia con ritmo serrato e costante, che non cessava in nessuna ora del giorno e della notte, unanime e spontanea fu la nostra convinzione: “se il comunismo pensa di piegare la Polonia, dovrà, prima di tutto, fare i conti con la Madonna di Czestokowa, vera Regina di questo popolo che con Lei vive e cammina, nella buona e cattiva sorte del paese.
La mia affermazione, per chi non conosce la Polonia, può sembrare esagerata; in realtà non è così. La storia della Polonia si identifica con l’amore vivo e forte che l’intero popolo polacco ha verso la Chiesa e verso Maria SS.ma e Maria SS.ma vive la fedeltà verso il Cristo e verso la Chiesa gerarchica, in cammino con i propri figli, i quali credono in essa.
A convalida di questa affermazione, premessa di quanto sto per dire, mi è caro ripetere le parole di Pio XII, pronunciate ad un folto gruppo di polacchi a Lui presentati dal Card. Hlond.
Sua Santità, dopo aver ricordato le ore tristi e luminose della storia polacca, con parola sicura ha affermato: “Esiste una cosa che non si è mai vista nella vostra storia ed è una Polonia infedele o separata da Gesù Cristo e dalla Sua Chiesa”.
E noi, nella continuità di discorso del Santo Padre, diciamo: — non si è mai vista nella storia ditale nazione una Polonia separata da Maria SS.ma.
Maria SS.ma è presente e vivente nella storia della Polonia; questa è la realtà dei fatti che, per fedeltà storica, bisogna tener presente.
Per questa ragione possiamo ancora affermare, come dicono gli stessi polacchi: “La Madre di Dio vive, soffre, piange ed esulta con noi!”
Un giorno a Lourdes, a conclusione del pellegrinaggio dei sacerdoti ammalati, mentre mi trovavo sul piccolo pulpito ai piedi della Grotta, fui preso da vera paura vedendo quella grande folla pigiarsi ed ondeggiare a destra e a sinistra per l’improvviso irrompere sui sacerdoti malati di un indemoniato.
Istintivamente iniziai la recita dell’Ave Maria e tutto si quietò.
Il medesimo impressionante ondeggiamento di folla, così pericoloso nelle masse, più volte l’abbiamo visto a Jasna Göra per l’afflusso incredibile dei pellegrini che colà con-venivano da ogni parte del paese.
Eppure, nonostante quella marea di persone, non si è mai udito nel Santuario il più piccolo lamento o brusio della folla: giovani, adulti, papà, mamme con i figli che si tenevano tra loro per mano, anziani in piedi, fermi e tranquilli, con lo sguardo fisso sulla venerata effigie della Vergine Santa, come se nulla accadesse attorno a loro.
Per dimostrare l’enorme affluenza delle persone, è sufficiente considerare che a Jasna Göra vengono distribuite 6.000.000 di Comunioni all’anno, tenendo presente che nella quasi totalità i pellegrini sono polacchi.
La Madonna è veramente per quelle anime una realtà viva ed operante.
Tutto ciò è frutto di profonde trattazioni teologiche? Oh, no! È frutto di catechesi vera, costante, che parte dalle ginocchia materne ed ha il suo culmine nella Chiesa, durante le omelie della Messa o nelle funzioni di categoria, che si susseguono con date precise e a ritmo serrato.
Quel che più ci ha impressionato nei riguardi della catechesi è la sua ampiezza, il silenzio assoluto ed il raccoglimento con cui veniva accolto l’insegnamento della parola di Dio.
L’uomo non vive di solo pane; ed è proprio durante la catechesi che il popolo affronta con i responsabili della fede, che sono i Vescovi, tutti i suoi problemi.
In Polonia potranno forse mancare tante cose, ma non mancano certamente gli adeguati sostegni della fede sia in casa, che in Chiesa.
Si vede con molta chiarezza che quanto più la testimonianza cristiana diventa difficoltosa, tanto più il senso della fede diventa industrioso nella relativa professione: in Polonia le vocazioni fioriscono ed i Seminari sono affollati!
In Polonia popolo e Chiesa sono una identica realtà. Il popolo vive con la Chiesa tutta la propria vita con i relativi problemi, la Chiesa vive con il popolo tutta la propria missione ed insieme camminano nella vita quotidiana.
Com’è bello che il richiamo dell’amore misericordioso venga proprio dalla Polonia!
Lourdes, Fatima, Jasna Göra, tre fari da Dio accesi sul mondo.
— Lourdes e Fatima riflettono il richiamo di Maria SS.ma;
— Jasna Göra è l’esperienza millenaria di un popolo di milioni di uomini, che camminano con la Chiesa, sorretti dalla stessa speranza, uniti nel vincolo dell’unica Carità, quella che promana dal Cuore di Cristo attraverso il Cuore verginale di Maria SS.ma.
A noi, popoli d’occidente, può sembrare strano questo cammino comune del popolo e della Chiesa lungo la storia, con l’avvicendamento di problemi e sistemi politici che si susseguono e si sorpassano, lasciando ciascuno i propri strascichi.
L’uomo, considerato nella sua inscindibile unità di anima e di corpo, conserva la stessa unità nel proprio orientamento a Dio, vivendo nella società.
Questo si vive in Polonia; questa è la catechesi di Giovanni Paolo II.
La società, animata dall’uomo che vive di fede, viene tutta fermentata dalla vitalità di Cristo e quindi a Dio diretta, attraverso i legittimi Pastori.
In Polonia il dualismo tra società e Chiesa non esiste. Il dualismo è, proprio secondo il significato della parola, divisione, separazione, con inevitabili conflitti che si riflettono sulla vita dell’uomo: vedi in Italia la confusione e i danni della legislazione civile circa il matrimonio e l’aborto.
La Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima ha confutato questi errori. La teoria del Lamennais (Francia): “libera Chiesa in libero stato” ha portato al laicismo più radicale, frutto del razionalismo fino a spaziare nel marxismo ateo, che, nell’esaltazione della materia, fa dell’uomo un numero per l’evoluzione storica del benessere sociale, paradiso terrestre, in cui finalmente l’uomo sarà felice!
In questo momento la Polonia soffre per l’usurpazione dei diritti dell’uomo, dell’uomo veramente libero, che integralmente costruisce il proprio destino in Colui che l’ha creato e redento.
La Polonia, è vero, soffre; ma possiamo dire che essa sia soffocata?
Con tutte le forze dell’animo, sicuro di non avere smentite da nessun polacco, dico, No!
In Polonia, mentre le forze opposte allo spirito cercano di impedirle la propria vitalità spirituale e cercano di dividerla, il popoìo in massa sta ai piedi della sua Regina per prestarLe fedeltà ed implorare aiuto.
La Polonia cristiana, faro luminoso sul mondo, dimostra che i propri problemi interni, come i miglioramenti e l’uguaglianza sociale, li ha sempre realizzati, ma nella fedeltà e in unione con Maria SS.ma.
Nel XVII secolo, mentre in Francia la rivoluzione civile, in nome di una falsa libertà, sopprimeva innumerevoli cittadini di ogni classe per affermare l’uguaglianza dei diritti, in Polonia il Re Giovanni Casimiro, nel medesimo XVII secolo, con l’aiuto e l’ispirazione della Madonna, il 1° aprile 1656, unitamente a tutto il popolo, consacrava alla Madonna la Polonia, proclamando l’uguaglianza delle classi e, potremmo dire, la carta dei diritti dell’uomo.
Ecco il testo della consacrazione pronunciata da Giovanni Casimiro nella Cattedrale di Lvuf dopo il miracolo della liberazione di Czestochowa:
“ Vedendo con tutta evidenza e con estremo dolore che il Tuo Figlio, giudice giustissimo, che ormai da sette anni percuote questo regno con i flagelli della peste, della guerra e di altre calamità, causa delle lacrime e dell’apprensione dei nostri contadini, io prometto e solennemente mi impegno che non appena la pace sarà tornata, porrò tutta la mia sollecitudine e applicherò tutti i mezzi per liberare il mio popolo dalla ingiustizia che l’affligge e dai pesi che l’opprimono.
“ O Regina e Sovrana di misericordia, degnati di accordarci la grazia di adempiere questi voti che Tu ci hai ispirati”. (Maria, IV, pag. 692)
Con il Re, i senatori ed i nobili della nazione si impegnarono con lo stesso giuramento e per la prima volta sotto la volta della cattedrale si è sentito risuonare il titolo “Regina Poloniae, ora pro nobis”. Il Re Casimiro aveva accolto il desiderio del suo popolo ed il popolo aveva una sua Regina.
La costituzione del 3 maggio ratifica una decisione unanime dei diritti del popolo.
La Dr.ssa Maria Winowska, nel suo studio sulla devozione verso la Madonna in Polonia, pubblicata in “Maria” (Vol. 4, pag. 693) afferma:
“Il senso della regalità di Maria era così radicato nell’animo polacco che gli occupanti riscontravano in tale fede un serio ostacolo.
“In zona russa fu severamente proibito di invocare la Madonna sotto quel titolo. I prussiani raccoglievano con rabbia nei processi verbali le risposte sui motivi per cui i bambini si rifiutavano di imparare il catechismo e le preghiere dei protestanti. Alcune risposte erano veramente impressionanti:

“Alla domanda — Credi tu che la Polonia risusciterà?” — i bambini di Wrzesnica risposero all’ispettore: “Sì, noi lo crediamo!”
“E chi sarà il Re?”, continuò l’ispettore, pensando ad un complotto.
“ Chi sia il re noi non lo sappiamo, ma noi già abbiamo una Regina! ”
“Chi è?”
“La Madre di Dio”.
Ed è per questo che S. Pio X il 5 maggio 1904 ha ufficialmente ratificato il titolo di Regina della Polonia…”.
Un punto chiaro nella storia della Polonia è che gli interventi della Vergine Santa in favore del Suo popolo sono tutti in difesa della fede e della libertà della religione.
Possiamo affermare che l’indipendenza territoriale del popolo polacco, geograficamente circondato dallo scisma, dall’eresia e dall’islamismo era una esigenza intrinseca per custodire la propria fede.
“Ogni invasione tartara; oppure turca trasformava le chiese in moschee e piantava la mezzaluna al posto della Croce. Ogni vittoria cristiana riportava il Cristo nelle cattedrali distrutte ”.
“L’Immacolata era direttamente interessata negli affari del Suo Figlio ed il popolo, che l’aveva eletta quale regina, non cessava di ricordarglielo”. (Winowska, op. cit. pag. 594).
La poesia popolare così canta i trionfi di Maria SS.ma:
“ Tu hai allineato il tuo popolo per la battaglia; “Hai spezzato le forze dell’Islam;
“Hai umiliato la presuntuosità dei turchi; “ Tu ci hai riportati sotto il Tuo manto.
“Difendi, o Vergine potente, il Tuo reame. “Non scordarti che sei la nostra Regina”. (op. cit. Winowska, idem).

Troppo ci dovremmo dilungare se volessimo realmente parlare dei trionfi operati da Maria SS.ma in Polonia; i trionfi di Maria SS.ma sono i trionfi del popolo polacco ed i trionfi di questo glorioso popolo sono i trionfi di Maria.
La storia della Polonia, che attualmente sta celebrando il 6° centenario della Madonna di Czestochowa, ci dice che il popolo polacco cammina e vuole camminare con Maria SS.ma, rimanendo fedele alla Chiesa.
Giustamente Giovanni Paolo Il, figlio di così fedele nazione, nel suo discorso pronunciato a Fatima il 13 maggio 1982 ci dice il senso della consacrazione di se stessi e dei popoli a Maria SS.ma e afferma:
“ Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa avvicinarci, mediante l’intercessione della Madre, alla stessa Sorgente della Vita, scaturita sul Golgota… ”.

Carlo Woitila, con l’autorità di Pietro ci dice la linea che la tradizione polacca gli ha insegnato e che egli ha vissuto in famiglia.
Una domanda ancora: “Attualmente il popolo polacco come vive l’ora della prova?”
“Con lo sguardo fisso sul volto della sua Madre e Regina”, è la precisa risposta.
La Polonia è chiamata a testimoniare al mondo che la speranza e la pace del 2000 stanno nella Croce e in Maria SS.ma, Madre del Cristo e Madre nostra.
“Alla fine il mio Cuore trionferà”, ha detto Maria SS.ma a Fatima “e la Russia si convertirà e si avrà un lungo periodo di pace”.
Ma la Russia si convertirà attraverso il baluardo che è posto dinanzi ad essa; questo “ante murale” è Maria SS.ma; è la forza dell’“Amore Misericordioso”, che, partendo in modo particolare dalla Polonia, irradierà luce e amore.
La Polonia vive di questa certezza, perché così è sempre stato e sempre, quindi, sarà. Maria SS.ma cammina con ll popolo che l’ha invocata e voluta quale Regina. Questa è anche la certezza di quanti vivono ed operano con Maria SS.ma.
Con la medaglia di Maria SS.ma, con il Rosario in mano tanti figli del popolo polacco hanno vissuto nei campi di concentramento e non è mancato anche chi, con la luce della carità, ha illuminato quei macabri luoghi ed è sopravvissuto a terrori senza pietà.
Massimiliano Kolbe resta luce che addita Maria SS.ma Immacolata, che tiene sotto il calcagno il serpente.
Jasna Göra sta a dimostrare che la Madonna con la sua stirpe, cioè con il Suo divin Figlio e l’intero Corpo Mistico, schiaccerà il dragone dalle sette teste, che invano combatte contro di Lei e contro la Sua stirpe.
La Regina delle vittorie romperà le catene del nemico e Giovanni Paolo Il, colui che vive il programma della totale appartenenza a Lei, ne sarà il glorioso strumento. E la storia dei nostri tempi lo sta dimostrando.
La carità, da cui ogni polacco è animato nel sostegno vicendevole di fronte al nemico che vuole la divisione del popolo, è altra luce che da Jasna Göra si eleva ed illumina.
Jasna Göra è la testimonianza della forza di un popolo che accanto all’Immacolata cammina con la Chiesa.
Possa essere così per ogni popolo, così avremo finalmente la vera unità e sperimenteremo quanto potente sia il nome di Maria.