L’Ancora: n. 12 – dicembre 1960 – pag. n. 1-3

Il 6 dicembre, antivigilia della festa dell’Immacolata, alle ore 12,10, il Santo Padre ha ricevuto un piccolo gruppo di “ Silenziosi Operai  della Croce “, di vita in comune.
Avevamo chiesto Udienza per:
a) presentare il resoconto dell’attività svolta nel 1960 con gli Esercizi Spirituali a Re;
b) domandare la benedizione del grande Crocifisso, ormai posto nella nostra Chiesa di Valleluogo a ricordo della sua elevazione a Santuario Diocesano;
c) implorare, ancora una volta, la Benedizione Apostolica sull’attività, che i “Silenziosi Operai della Croce” stanno svolgendo nelle diverse branche d’apostolato.
Ed il Papa ci ha ricevuti con la Sua consueta grande bontà, che tanto coraggio dona ai suoi figli. Ci ha ricevuti nella saletta rossa, attigua al Suo studio, ove Pio XII di f.m. ci aveva accolti per l’ultima volta, quando volle benedire le due rose d’oro, donate dagli iscritti al “ Centro Volontari dalla Sofferenza “ all’Immacolata di Lourdes, nel 1958.
All’apparire del Santo Padre sul limitare della porta ci siamo inginocchiati, ed Egli, guardando gli ammalati in carrozzella, con gesto di festosa accoglienza disse: – “ Eccoli qui “.
Animati da tanta benevolenza, Gli siamo mossi incontro, presentandoGli i partecipanti all’Udienza ed illustrando le finalità dei “ Silenziosi Operai della Croce “.
Sua Santità paternamente sorridendo ascoltava, mentre Gli presentavo l’Album con le fotografie della Casa di Re e la statistica del numero degli ammalati partecipanti agli Esercizi Spirituali presso la Vergine del Sangue. Con grande accondiscendenza il Vicario di Cristo guardava i grandi ambienti della Casa Cuore Immacolato di Maria, accompagnando il Suo augusto interessamento con parole di compiacimento per la sobrietà ed armonia delle linee architettoniche. In modo particolare Si fermò sulla fotografia del mosaico della Cappella interna.
Sua Santità ha ricordato inoltre il Suo primo incontro con gli ammalati del nostro Centro, avvenuto in San Pietro il 19 marzo 1959 e Si è interessato dell’apostolato che svolgono ad Ariano Irpino i Silenziosi Operai della Croce.
Dinanzi al grande Crocifisso di legno, scolpito nella Valgardena e posto tra alcuni ammalati in carrozzella, il Papa si fermò e socchiudendo gli occhi, con voce grave intonò:
–  Adoramus Te Christe et benedicimus Tibi.
E la benedizione scese sul Crocefisso e su di noi, che commossi e contenti eravamo vicino a Lui, come figli vicino al padre. A tutti diede la mano da baciare, per tutti ebbe una parola di conforto, uno sguardo di incitamento.
Alla presentazione dei componenti la Comunità di Ariano Irpino, Sua Santità volle sottolineare la Sua soddisfazione per la gioia che anima i “ Silenziosi Operai della Croce “ nello svolgimento del loro apostolato.
– “ Non la serenità dell’accettazione della loro malattia mi fa meraviglia, disse espressamente il Papa, ma la gioia e la festosità con cui essi svolgono il loro apostolato. Sembrano sempre in festa “.
Su tali espressioni rimanemmo lungamente pensosi: ogni Papa ha voluto donarci una parola d’ordine per l’apostolato.
Pio XII di f.m. con paterna fermezza, in una delle sue ultime Udienze, parlando della attività dei “ Volontari della Sofferenza “ disse:
– “ Pregare ed agire “.
Giovanni XXIII ci ha ripetuto il concetto già espressoci dopo il pellegrinaggio dei Sacerdoti ammalati a Lourdes nel c.a.:
– “ Trovare nelle opere di misericordia nutrimento, forza e gioia per la propria anima“.
La parola del Papa ci sia sostegno e guida per sentieri sempre più ardui.
La inalterabile ed intima gioia nell’azione, nonostante il mutar degli eventi, è, infatti, il grado massimo, a cui dobbiamo tendere con tutte le nostre forze, perché significa differenza di sé e completo abbandono in Colei, per la quale con tutte le nostre forze lavoriamo, la Vergine Immacolata, le Cui parole ci sono norma e guida nell’apostolato.

L.N.