“Avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo”. Con queste parole si conclude il Messaggio di Papa Francesco, dal titolo “Non più schiavi, ma fratelli”, per la della 48ma Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà il 1 gennaio 2015.
“Lancio un pressante appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà – ha scritto il Pontefice – e a tutti coloro che, da vicino o da lontano, anche ai più alti livelli delle istituzioni, sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo”.
Bergoglio nel Messaggio ritrae così la schiavitù: “abominevole fenomeno”, “reato di lesa umanità” che colpisce “milioni di persone”.
Il documento richiama la Lettera di San Paolo a Filemone (Fm 1, 15-16) e descrive le cause profonde della tratta, tra cui “le reti criminali che ne gestiscono il traffico” ed esorta gli Stati ad applicare “meccanismi efficaci di controllo” per non lasciare spazio a “corruzione ed impunità”.
Il Messaggio si può suddividere in due parti. Nella prima, Papa Francesco descrive i tanti volti della schiavitù: i migranti privati della libertà, abusati, detenuti in modo disumano, ricattati dal datore di lavoro, gli schiavi sessuali, i bambini-soldato, i prigionieri di terroristi. Nella seconda, invece, esorta a sconfiggere la schiavitù con un’azione “comune e globale”, attraverso la “globalizzazione della fraternità”.
La ricorrenza della Giornata Mondiale della Pace è stata istituita dal beato Paolo VI ed è stata celebrata per la prima volta il primo gennaio 1968.