Questo il messaggio forte emerso al Convegno nazionale del Centro Volontari della Sofferenza, svoltosi a Frascati (Roma) da giovedì 30 aprile a domenica 3 maggio, al quale sono intervenuti un centinaio di rappresentanti delle diocesi di tutta Italia.

Il convegno, intitolato “Il CVS una Chiesa in uscita”, ha ripreso alcuni temi legati al magistero dell’attuale pontefice. Dal richiamo che Francesco aveva rivolto alla Chiesa all’inizio del pontificato invitandola “ad uscire da se stessa e ad andare verso le periferie”, alla definizione che aveva usato nell’intervista dell’agosto del 2013 alla rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica: “Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia”, un luogo capace “di curare le ferite e di scaldare il cuore dei fedeli”.

Temi significativi che il convegno ha approfondito e discusso anche alla luce della spiritualità del beato Novarese.

Padre Miguel Yáñez, gesuita argentino, docente di Filosofia morale presso la Pontificia Università Gregoriana e stretto collaboratore di Bergoglio durante gli anni trascorsi da quest’ultimo a Buenos Aires come arcivescovo, ha spiegato il senso dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium: “Un documento in cui Francesco ha voluto riprendere il discorso sulla riforma della Chiesa iniziato dal Concilio, invitandola ad uscire dalle mura del tempio per essere più vicina alle persone che la società scarta e getta via”.

A seguire, il giornalista Mauro Anselmo, biografo del beato Novarese, ha affrontato il tema “Quale medicina nella Chiesa ‘ospedale da campo’ di papa Francesco”?

Nel pomeriggio il regista Luigi Boneschi, autore fra gli altri del film-documentario sulla vita e le opere di Novarese “Un uomo avanti. Luigi Novarese, l’apostolo dei malati” ha parlato dei mass media e della sofferenza.

Il giorno dopo, don Armando Aufiero, responsabile dell’apostolato del Centro Volontari della Sofferenza ha parlato del carisma del CVS alla luce del Magistero di papa Francesco.

“Con l’Evangelii Gaudium  – spiega don Armando Aufiero – papa Francesco invita tutti i fedeli a uscire dalla propria comodità e ad avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo. Bergoglio va al cuore dei problemi che vive l’uomo di oggi e che, da parte della Chiesa, richiedono molto più di una semplice presenza. Il Vangelo deve giungere a tutti, senza esclusione di sorta. Un messaggio che è in perfetta sintonia con le opere e l’apostolato del nostro padre fondatore, beato Luigi Novarese, definito da San Giovanni Paolo II l’apostolo degli ammalati”.