Il 29 giugno è la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma, e Papa Francesco ha celebrato la Messa in San Pietro e ha benedetto e consegnato il Pallio a 46 nuovi arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’ultimo anno.
”Dio non toglie mai i suoi figli dal mondo o dal male – ha detto il Pontefice durante l’omelia -, ma dona loro la forza per vincerli”. E ha osservato: “Quante forze, lungo la storia, hanno cercato – e cercano – di annientare la Chiesa, sia dall’esterno sia dall’interno, ma vengono tutte annientate e la Chiesa rimane viva e feconda!, rimane inspiegabilmente salda perché, come dice san Paolo, possa acclamare “a Lui la gloria nei secoli dei secoli”. Oggi servono non maestri ma testimoni e i pastori sono chiamati a “non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri!”.
Francesco ha riflettuto sulla testimonianza della prima comunità cristiana “assediata dalla persecuzione” e si è soffermato sul coraggio degli apostoli e dei primi cristiani di evangelizzare “senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un impero pagano”. Francesco ha inoltre affermato che “per noi credenti di oggi” la vita di quella comunità “è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza”.
Il Papa ha richiamato quindi alla preghiera, senza la quale nessuna comunità può andare avanti, ricordando che le stesse catacombe erano innanzitutto luoghi di preghiera e di culto.
“La comunità – ha detto Francesco – era una Chiesa in preghiera: ‘Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui’ (At 12,5). E se pensiamo a Roma, le catacombe non erano luoghi per sfuggire alle persecuzioni ma erano, innanzitutto, luoghi di preghiera, per santificare la domenica e per elevare, dal grembo della terra, un’adorazione a Dio che non dimentica mai i suoi figli. La comunità di Pietro e di Paolo ci insegna che una Chiesa in preghiera è una Chiesa ‘in piedi’, solida, in cammino! Infatti, un cristiano che prega è un cristiano protetto, custodito e sostenuto, ma soprattutto non è solo”.