E’ stata affissa ieri, 23 maggio, nella chiesa dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, un’icona raffigurante il nostro Padre fondatore. E proprio lì, nel Sanatorio dove Monsignore fu ricoverato dal 1927 al 1931, per curare la coxite tubercolare che lo aveva colpito, dalle ore 15, si è tenuto un seminario dal titolo il “Beato Novarese Apostolo dei Malati. Dall’Ospedale Santa Corona alla Basilica di San Pietro – La lezione di un maestro spirituale per il nostro tempo”, organizzato dal CVS Liguria. “Qui Novarese – ha spiegato don Armando Aufiero responsabile dell’Apostolato del CVS – a contatto con gli ammalati, ha imparato che la sofferenza non ti toglie la vita. Se però il sofferente si lascia vincere da essa, non riesce più a vivere. Monsignore intuisce il modo con il quale il malato concepisce la propria condizione, di come la vive, e di come cambia la prospettiva nella guarigione a seconda di come la si affronta. La cura dello spirito aiuta a tenere lontani i veleni dell’anima”.
Al termine dell’intervento di don Aufiero, è toccato al biografo del beato Novarese, Mauro Anselmo, a spiegare il tema “Novarese, medico della guarigione interiore che sfidò la medicina”. E’ in questo ospedale, allora Sanatorio, che Novarese capì quello che voleva fare della propria vita: prendersi cura degli ammalati. “Sarei stato più utile ai sofferenti come medico o come sacerdote?”, si chiedeva Monsignore. “La medicina del suo tempo curava solo il corpo – spiega Anselmo. Lo considerava come una macchina che si guastava e doveva perciò essere riparata, senza tenere in considerazione il fatto che ogni malato non è solo corpo, ma anche spirito, anima”. Novarese sceglierà di fare il sacerdote, perché capisce che bisognava occuparsi anche della spiritualità del malato, curandone i dolori dell’animo. Il biografo di Monsignore ha poi proseguito elencando e spiegando le osservazioni che il nostro beato poneva alla medicina, ancora valide oggi: “la soggettività del malato, la spiritualità come sostegno terapeutico, il problema del senso della malattia, e la salute come compito spirituale”.
Al termine dell’incontro, mons. Guglielmo Borghetti, vescovo Coadiutore di Albenga-Imperia, ha celebrato la messa per gli oltre 60 fedeli del CVS arrivati da tutte le diocesi della Liguria, alcuni anche da Tortona (Alessandria) e da Torino.
I temi dell’incontro verranno ripresi sui prossimi numeri dell’Ancora e dell’AUS.