«Ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così». A dirlo, è papa Francesco nel messaggio per la venticinquesima Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà l’11 febbraio 2017. La parole, però, sembrano quelle del nostro Padre fondatore. Il beato Luigi Novarese cambia la prospettiva interiore dell’ammalato, ne esalta la soggettività, rendendolo consapevole della sua missione all’interno della Chiesa e lo chiama ad un impegno nuovo: «Devi agire. Non essere inerte, il mondo ha bisogno di te. Tu non immagini quanto puoi essere utile a te stesso e ai fratelli. Anche Gesù ha sofferto e ti rende simile a Lui. Nella Sua vigna nulla va perduto. Se resti unito a Lui, il tuo patire porta molto frutto».
Papa Francesco sembra proprio riprendere le parole di Monsignore nel sottolineare con forza il compito di Bernadette la quale, «dopo essere stata alla Grotta, grazie alla preghiera, trasforma la sua fragilità in sostegno per gli altri, grazie all’amore diventa capace di arricchire il suo prossimo e, soprattutto, offre la sua vita per la salvezza dell’umanità. Il fatto che la Bella Signora le chieda di pregare per i peccatori, ci ricorda che gli infermi, i sofferenti, non portano in sé solamente il desiderio di guarire, ma anche quello di vivere cristianamente la propria vita, arrivando a donarla come autentici discepoli missionari di Cristo».

Il messaggio del Papa per la GMM 2017

Celebrazione per la GMM 2017