Se ci si ‘addentra’ fra questi pellegrini, se si prova a conoscerli meglio, però, si scopre una particolare caratteristica che rende questo gruppo unico nel suo genere: all’interno si incontrano, infatti, numerose famiglie. Mamme o papà con i propri figli, fratelli e sorelle, zii e nipoti, coppie di mariti e mogli e anche intere famiglie. E si scopre che uno ha partecipato all’iniziativa e poi, tanto forte è stata l’esperienza vissuta, che l’ha testimoniata e diffusa coinvolgendo, così, altri membri della stessa e ci si trova con giovani che, pur avendo appena una trentina d’anni, partecipano al pellegrinaggio già da una quindicina, se non una ventina, d’anni! E tornano alla mente le parole di Benedetto XVI “la fede (..) non si trasmette automaticamente nel cuore dell’uomo, ma deve essere sempre annunciata”… e qui si ha una dimostrazione concreta dell’efficacia di un annuncio che viene dal cuore!
Oltre a vivere la Settimana Santa e quindi tutte le celebrazioni in preparazione alla Santa Pasqua di Risurrezione del Signore, durante la settimana si è riflettuto sul tema proposto dal Santuario di Lourdes per quest’anno pastorale, che trae spunto dal Magnificat, e, in particolare, dal versetto “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” e ogni settore l’ha approfondito secondo la propria specificità.
Certo, guardando ad alcuni ammalati particolarmente provati dalla malattia, ascoltando la testimonianza di chi, all’apparenza ‘sano’, porta una grande sofferenza nel cuore, uno sguardo superficiale potrebbe chiedersi come e per quale motivo pronunciare le parole di Maria Ss.ma che sono, in sé, un canto di ringraziamento a Dio Onnipotente ma, come ci ricorda ancora Benedetto XVI, “il Magnificat non è il cantico di coloro ai quali arride la fortuna, che hanno sempre “il vento in poppa”; è piuttosto il ringraziamento di chi conosce i drammi della vita, ma confida nell’opera redentrice di Dio”.
Ed è proprio questo ciò che scaturisce dalle varie testimonianze: l’esperienza di una vita segnata dalla sofferenza, e spesso dall’abbandono e dalla solitudine, che ha riacquistato il suo significato grazie ad una profonda fede in Dio e all’incontro con il Beato Novarese. Aiutando l’ammalato a riscoprire il suo ruolo nella vigna del Signore, accogliendo e vivendo le richieste della Madonna a Lourdes e a Fatima, il fondatore del Centro Volontari della Sofferenza, ha ridonato dignità agli ammalati chiamandoli ad essere Apostoli del Cristo Risorto.
Come non sentire, nel cuore del messaggio di Lourdes, un profondo richiamo al mistero pasquale che è, in sostanza, mistero d’amore: l’amore del Padre che ha dato il Suo Figlio per amore di tutti gli uomini, il quale ha donato la sua stessa vita, e l’amore materno di Maria Ss.ma per i suoi figli che invita ciascuno a vivere questo stesso mistero d’amore donando la propria vita attraverso l’offerta di preghiera e penitenza. Diventa, allora, particolarmente significativo vivere la settimana santa a Lourdes proprio per la viva presenza di Maria Ss.ma che si avverte accanto e che esorta con amore ad una ‘vita da risorti’, per la salvezza di tutti gli uomini.
È così che l’incontro con la Madonna, il conforto e la protezione che Lei, quale Madre, offre divengono urgente impegno di annuncio presso coloro che, avvolti dalle tenebre della sofferenza e del non senso, ancora non hanno incontrato il Cristo Risorto perché è proprio la luce della Risurrezione che fa sì che l’esistenza segnata dalla sofferenza si trasfiguri nell’amore fino a cantare con Maria: Magnificat!